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La vera ragione dietro al terrorismo: gli obiettivi politici

Immagine generata con supporto AI © Lo Spiegone CC BY-NC

– Aggiornato il 04/04/2023

Il terrorismo rappresenta un’attività violenta adottata da gruppi che non dispongono della forza necessaria per rappresentare una minaccia militare diretta. Tuttavia, attraverso questa pratica, possono dimostrare la propria determinazione nel perseguire i propri obiettivi politici, la propria forza e affidabilità ai propri sostenitori e nemici. Purtroppo, quando si parla di terrorismo, si tende spesso a concentrarsi sugli aspetti emotivi e sugli attacchi in sé, trascurando il fatto che ci sia una precisa strategia politica dietro questi atti violenti. Infatti, ogni campagna terroristica è guidata da un preciso intento politico. Per questo motivo, è fondamentale capire gli obiettivi politici che si celano dietro queste attività violente.

Ad esempio, molte campagne terroristiche mirano a causare la caduta di un governo, per instaurare al suo posto un altro più gradito ai terroristi. Questo è il caso dei guerriglieri di ispirazione marxista e leninista o delle fazioni islamiste radicali che desiderano instaurare regimi teocratici.

Al contrario, altre organizzazioni terroristiche cercano di proteggere lo status quo, prevenendo i cambiamenti politici attraverso l’uso della violenza. Questa pratica è stata adottata in America Latina dai gruppi armati che hanno agito negli anni ’50 e ’70, causando migliaia di morti e instaurando dittature feroci e autoritarismi di tipo fascista.

Spesso il terrorismo viene utilizzato per interferire o causare cambiamenti nelle politiche dei governi o nell’atteggiamento della società, manipolando i valori e i comportamenti attraverso la paura. Questo è il caso dei gruppi integralisti islamici, che tentano di instillare i propri sistemi di “valori” nelle popolazioni da loro bersagliate o dei criminali mafiosi che hanno colpito l’Italia negli anni ’90.

Infine, molti gruppi terroristici cercano di ottenere cambiamenti territoriali, come la creazione di nuovi stati nazionali o l’annessione o secessione di determinate zone ad altri stati. I gruppi separatisti utilizzano spesso il terrorismo nella speranza che i governi acconsentano alle loro rivendicazioni autonomistiche. Un esempio celebre di tutto ciò è stato rappresentato dal terrorismo Ceceno in Russia, o quello dell’ETA in Spagna.

Le strategie con cui si cercano di ottenere questi obiettivi possono essere schematizzati in 5 punti principali, seguendo l’importante studio “The strategies of terrorism” di Andrew Kydd e Barbara Walter, pubblicato su International Security nel 2012.

 

Attrito (Attrition)

Questa strategia del terrorismo consiste nell’utilizzare la violenza per imporre le proprie richieste. Gli attentatori cercano di dimostrare la loro forza e risolutezza, colpendo ripetutamente obiettivi strategici, come militari stranieri o istituzioni statali, per costringere i governi a mediare con loro. L’obiettivo è far capire che gli attentatori sono in grado di causare un costo enorme, sia materiale che umano, se l’avversario non accetta le loro richieste. In questo modo, si cerca di ottenere la ritirata dei militari stranieri o di indurre i governi a cambiare il proprio comportamento.

Gli attacchi dei Talebani afghani contro l’esercito regolare e contro le truppe occidentali che sostenevano il governo centrale sono esempi di attrito. L’obiettivo era rendere l’esistenza del governo filo-occidentale talmente dispendioso in termini di vite da cedere alle loro richieste.

 

Intimidazione (Intimidation)

I gruppi terroristici spesso utilizzano gli attacchi come strumento per infondere la paura nelle popolazioni e per costringerle ad obbedire ai loro ordini. Attraverso l’attacco a obiettivi strategici, i terroristi cercano di ottenere un controllo indiretto sulle aree geografiche e imponendo con il terrore un comportamento agli abitanti.

In alcuni casi, come negli Stati Uniti, gruppi criminali di attivisti anti-aborto hanno fatto esplodere ordigni nelle cliniche che praticavano l’aborto, con l’obiettivo di intimidire e scoraggiare medici e pazienti dal praticare o anche solo dal desiderare questa procedura medica.

 

Provocazione (Provocation)

In alcuni casi, i terroristi cercano di provocare i loro avversari per spingerli a reagire con violenza eccessiva e sconsiderata. In questo modo, possono sfruttare le devastazioni causate dalle reazioni avverse per reclutare nuovi membri e diffondere la loro propaganda. In pratica, questi gruppi sfruttano gli errori dei loro avversari per rafforzare la loro posizione e il loro consenso.

Un esempio di questo approccio è stato utilizzato dall’ETA, che per anni ha condotto una campagna di violenza in Spagna. Dopo ogni attentato, il governo spagnolo ha risposto scompostamente con misure molto restrittive che hanno colpito l’intera comunità basca, creando un clima di malcontento che ha alimentato le rivendicazioni del gruppo.

 

Sabotaggio (Sabotage)

La strategia di interrompere i negoziati di pace durante un conflitto è spesso adottata dai gruppi terroristici che intendono continuare le ostilità. I loro attacchi hanno lo scopo di danneggiare la credibilità dei gruppi moderati dalla loro stessa parte del conflitto, inducendo il nemico comune a dubitare delle loro intenzioni e a non raggiungere un accordo di pace. In caso di attacco durante un negoziato, infatti, il sospetto può mettere a rischio la possibilità di prendere decisioni.

Nella storia del conflitto arabo-israeliano o in quella dei Troubles nordirlandesi, le fazioni più estremiste di entrambi gli schieramenti hanno spesso interrotto i negoziati tra i moderati con atti di sabotaggio, inclusi omicidi e attacchi.

 

Sopraffazione (Outbidding)

La lotta per il potere all’interno di una stessa fazione è una dinamica comune tra i gruppi terroristici, in cui più gruppi lottano per conquistare il comando e presentarsi come paladini degli interessi della popolazione. Questa strategia non riguarda direttamente il nemico del gruppo terroristico, ma gli alleati e la popolazione locale.

 

Capire le azioni per capire gli obiettivi

In sintesi, nel contesto del terrorismo, è necessario analizzare attentamente l’insieme delle dinamiche in gioco, oltre ai contenuti ideologici, per comprendere le vere intenzioni dei gruppi terroristici.

La scelta della strategia da adottare dipenderà dalle esigenze del gruppo e da ciò che vuole dimostrare attraverso le azioni terroristiche. Queste potrebbero essere utilizzate per dimostrare forza, determinazione o per cercare l’appoggio della popolazione. È quindi importante guardare oltre gli aspetti ideologici e religiosi, poiché questi sono solo i canali di reclutamento utilizzati da gruppi ristretti per guadagnare seguaci. Le vere strategie dietro le azioni terroristiche sono progetti politico-militari, perpetrati attraverso il terrorismo per mancanza di mezzi migliori.

 

Fonti e Approfondimenti

Andrew Kydd e Barbara Walter – The Strategies of Terrorism (PDF)

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