Evo Morales e le due Bolivie

Un primo piano di Evo Morale
@Sebastian Baryli - flickr.com - License CC BY 2.0

Evo Morales ha subito la prima grande sconfitta elettorale degli oltre dieci anni di governo in un referendum indetto per decidere della sua possibile ricandidatura nel 2019 (SI 49% NO 51%). Il presidente indigeno ha vinto le prime elezioni nel 2005 e da quel momento ha guidato la Bolivia verso una situazione totalmente diversa. Il paese veleggia verso una crescita economica miracolosa e su binari differenti da tutto il resto del Sud America gestendo le due anime della Bolivia: una ricca e bianca e l’altra povera e indigena. Ma adesso la popolarità del presidente Morales ha subito gli effetti della crisi che sta colpendo l’intero Sud America e degli scandali di corruzione che hanno colpito il suo governo.

Morales  proviene da una delle fasce della società boliviana più povere essendo un indigeno sindacalista dei cocaleros, coltivatori della foglia di coca. Appartiene all’etnia aymara che insieme ai quechua forma il quel 50% della popolazione boliviana, denominata indigena (Morales è il primo presidente indigeno). Il resto della popolazione è per il 10% bianco, il 30% meticcio e per un altro 10% di origine varia. Morales nel 2005 ha raggiunto una grande vittoria arrivando al potere nel paese più arretrato nelle politiche verso gli indigeni.

Da quando il MAS (Movimento Andino Socialista) guidato da Morales, ha raggiunto la presidenza, la Bolivia è cambiata in modo radicale. L’elemento più importante è stata la Costituzione che ha messo da parte un sistema neoliberista e legato agli Stati Uniti per creare la prima Costituzione indigena. Le prime azioni di governo di Morales hanno portato alla nazionalizzazione dell’estrazione delle materie prime, espropriate alle proprietà americane. Il 48 % dei ricavi delle esportazioni vengono proprio dalla vendita del gas naturale al Brasile (legando l’economia boliviana a doppio filo con un’economia in calo).

Le nazionalizzazioni e le grandi lotte di Morales, per la legalizzazione della coltivazione della pianta di coca e per lo sviluppo all’agricoltura indigena, hanno portato la Bolivia a crescere con un tasso del 5,4%  di media negli ultimi anni. Tutte queste riforme però sono solo la punta dell’iceberg di un cambiamento che ha stravolto un paese considerato indietro in tutti i campi prima di MAS. Due anni fa è stato definito sconfitto l’analfabetismo e la sanità è notevolmente migliorata.

Ma se Morales ha cambiato il paese per quale motivo è stato sconfitto in un referendum che va a valutare il suo lavoro? Il presidente indigeno ha subito in questi anni due grandi scandali. Il caso Fondo Indigena in cui sono stati coinvolti molti membri di MAS e sembra essere coinvolto anche lui. Il caso più grave è sicuramente quello di Gabriela Zapata, una stretta collaboratrice di Morales, che è stata posta a capo di un fondo cinese al quale è stato dato il compito di portare a termine importanti opere pubbliche senza alcuna gara di appalto.

La corruzione è endemica ormai in tutto il continente Sud Americano, ma può questo dato creare un danno di immagine così grande per un presidente che ha dato un futuro ad un paese che neanche sapeva il significato di questa parola? La realtà ci dice una cosa differente e guardando la mappa economica di questo paese capiamo il vero motivo di questa sconfitta di solo due punti al referendum.

Le quattro regioni orientali producono i 2/3 della ricchezza della Bolivia e ospitano 1/3 della popolazione. L’agroindustria di Santa Cruz, gli idrocarburi di Tarija e la frontiera amazzonica di Beni e Pando sono i grandi motori del paese mentre le 5 regioni occidentali sono le più povere e le maggiormente abitate da popolazioni indigene. La crisi economica ha fatto rallentare le regioni orientali che adesso non sono più disposte a condividere la ricchezza con il resto del paese.

Un problema principale che divide le due parti del paese è anche il cambiamento climatico. Le regioni occidentali sono molto più colpite di quelle orientali. La temperatura si è alzata e le pianure centrali, che sono le più utilizzate dagli agricoltori e gli allevatori indigeni, stanno subendo l’effetto della desertificazione e del vento che colpisce queste zone.

Il presidente indigeno è stato un faro per i governi delle forti democrazie di sinistra del Sud America che adesso navigano tutte in acque turbolente. Morales ha un paese spaccato e lo deve riunire per evitare una polarizzazione che avrà come unico effetto la paralisi del paese. Bisognerà riportare il paese all’incipit  della sua nuova costituzione (nella foto sotto) del 2008 dove si ricordano i tempi dell’antica Amazzonia indigena che è la sola e unica madre dell’attuale Bolivia.

 

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