L’incubo peruviano potrebbe diventare realtà

Si dice che la memoria serva a non far accadere più gli eventi terribili del passato, il Perù sta imparando che questo non basta e domani mattina, dopo le elezioni di oggi, potrebbe svegliarsi in un incubo che è diventato realtà. Nelle elezioni generali di oggi correrà tra gli altri Keiko Fujimori, figlia del sanguinario dittatore Alberto Fujimori. La giovane si è impegnata a non far tornare il Perù una dittatura ma nessuno può e vuole crederle.

Sono ancora freschi i ricordi del 5 aprile 1992, quando Alberto Fujimori, che aveva appena preso il potere con un colpo di stato, mandò per le strade l’esercito con l’ordine di annientare fisicamente tutti gli oppositori che manifestavano per le strade. Sono ancora chiare nei ricordi dei peruviani le urla delle persone che venivano rapite di notte nelle proprie case e sottoposte a torture perchè dissidenti. Le famiglie indigene ricordano la campagna di “Contraccezione Chirurgica Volontaria”,criminalmente appoggiata anche dalle Nazioni Unite, che portò alla sterilizzazione, forzata, di 300.000 donne indigene che erano colpevoli di essere madri e mogli dei lavoratori socialisti o dei combattenti di Sendero Luminoso. Questi orribili ricordi della dittatura, di cui erano complici il Vaticano, le Nazioni Unite e gli Stati Uniti, evidentemente non sono bastati ad evitare che Keiko Fujimori diventasse la candidata favorita alle elezioni di oggi.

Vi sono state delle dure manifestazioni contro la candidatura della figlia di Fujimori nelle ultime tre settimane. In particolare il 5 aprile, anniversario del più grande dei massacri della dittatura, sono scese in piazza a Lima centinaia di migliaia di persone al grido di “Fujimori Never Again” . Molto toccanti sono le urla delle ragazze indigene che gridano slogan contro la campagna di sterilizzazione.

Il Perù sta affrontando un periodo di crisi. Dopo la fine della dittatura di Fujimori, i presidenti successivi hanno dovuto fare i conti con una situazione economica terribile e con una corruzione spaventosa, lasciata in eredità dal dittatore (che fu eletto nel 2004 tra i  7 presidenti più corrotti al mondo da Transparency International).

Adesso il Perù è sotto la presidenza di Ollanta Moisés Humala Tasso, un socialista con idee estremamente cattoliche in materia di diritti umani e libertà. La corruzione è cresciuta ancora e tutti i paesi forti del Sud America accusano il Perù di essere una piattaforma libera usata da i trafficanti di droga fanno partire la propria merce verso gli Stati Uniti.

Il problema più grande resta la criminalità, il paese sta scalando le classifiche per il numero di omicidi commessi ogni giorno. Lima si sta trasformando in una capitale senza legge, dove la polizia sta chiusa nelle caserme oppure è corrotta ed è essa stessa a perpetrare la violenza.

Keiko Fujimori punta particolarmente in questa direzione. La popolazione è stata della violenza e dell’insicurezza e la candidata presidenza offre sicurezza e mano ferma. Molti peruviani di Lima, proprio per questo bisogno, hanno incominciato a lavare la propria memoria. Per le strade di Lima oltre alle manifestazioni anti-Fujimori si sentono anche parole di ammirazione verso l’ex dittatore. Il sindaco di Lima ha affermatoFujimori ha fatto degli errori ma almeno ha fatto qualcosa, altri leader non hanno fatto niente ed è per questo che non hanno sbagliato” e ha aggiunto Fujimori è stato il miglior presidente che il Perù abbia mai avuto e sua figlia sarà anche meglio”.

Il sistema elettorale peruviano è un proporzionale a doppio turno (dunque i due candidati con più voti vanno al ballottaggio a meno che uno dei candidati prende più del 50%). Il sistema non ha soglie e dunque non è molto giusto. Un ulteriore evento ha però macchiato la legalità di queste elezioni. Il vero favorito a queste elezioni, candidato del centro sinistra, Julio Guzman è stato estromesso per un problema tecnico nelle liste presentate alla commissione elettorale, nonostante tutti gli appelli e le prove che altri tre partiti avevano commesso lo stesso errore, non è stato riammesso per la corsa.

Chiunque vinca le elezioni sarà marchiato da elezioni poco democratiche. Tutti i candidati alla presidenza hanno delle gravi lacune e rappresentano un paese che non è riuscito a fare un salto di qualità dalla caduta del regime nel 2000. Oltre alla figlia del dittatore corrono

Pedro Pablo Kuczynski, 77 anni è un ex primo ministro esperto, espressione del centro destra cattolico. La sua campagna ha puntato molto sulla sua esperienza e la sua capacità di guidare un paese fuori dalla crisi. Il suo limite è che è estremamente ricco, a differenza del resto del paese, e le sue proposte risultano insipide. I suoi più grandi alleati sono la paura della sinistra e la paura della figlia del dittatore. Sembra essere il più papabile per sfidare la Fujimori nel ballottaggi

Verónika Mendoza, 35 anni è una giovane parlamentare che proviene dagli altipiani più precisamente da Cuzco. Riesce ad intercettare tutto il voto indigeno e propone una cambiamento radicale, basandolo su diritti uguali per tutti e un’economia realmente socialista. Il suo limite è la paura, insita nei peruviani, della sinistra radicale vicina a Sendero Luminoso. La popolazione è con lei ma dipenderà dall’affluenza, se le fasce più povere andranno a votare allora potrebbe avere grande forza e magari andare al ballottaggi

Alfredo Barnechea, 63 anni è un economista centrista con esperienze di insegnamento ad Harvard e che punta molto sulle disuguaglianze. La sua campagna insiste molto sulla sua capacità teorica e la sua preparazione nel capire l’economia

Alan García, 66 anni è stato due volte presidente del Perù e viene ritenuto responsabile della forte inflazione che da sempre affligge il paese. Nel secondo mandato è stato anche incriminato per le sue amicizie criminali con i Narcos. I sondaggi lo danno, e sono ottimisti, al 6%.

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