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Le elezioni per il sindaco di Londra entrano nel vivo

Il prossimo 5 maggio si voterà per la nomina del nuovo sindato di Londra, dopo la scadenza del secondo mandato di Boris Johnson. Il sindaco uscente, esponente del Partito Conservatore, ha da tempo ufficializzato la sua rinuncia a candidarsi per la terza volta alla guida della capitale, essendo stato eletto alla Camera dei Rappresentanti nelle scorse eleioni del 2015. I principali candidati alla carica di sindaco sono quindi due: Zac Goldsmith (Partito Conservatore) e Sadiq Khan (Partito Laburista), più un buon numero di altri candidati di partiti minori che però non hanno possibilità concrete di ottenere la nomina.

Alle elezioni di giovedì prossimo potranno votare tutti i cittadini maggiorenni di Gran Bretagna ed Unione Europea residenti a Londra, purchè si siano iscritti nei registri elettorali entro lo scorso 19 Aprile. Il sistema di voto è peculiare e comprende già al suo interno il primo turno ed un possibile ballottaggio: ogni elettore fornisce due preferenze, una principale e una “di riserva”. Se nessun candidato raggiunge con le sue prime preferenze il 50% più uno dei voti si escludono tutti fuorchè i primi due classificati e ai loro voti vengono sommate le preferenze “di riserva” di chi aveva votato i candidati scartati.A questo punto vince chi ha ottenuto più voti cumulativi.

Rimandiamo ai prossimi giorni il ritratto dei due candidati sindaco per concentrarci sulle sfide che attendono il successore di Boris Johnson. Essere il sindaco di Londra è una posizione delicata, portatrice delle enormi responsabilità che derivano dall’avere a disposizione un budget di 17 miliardi di sterline (21,5 miliardi di euro) e la gestione della più grande metropoli d’Europa.

Nella campagna elettorale hanno pesato molto i grandi temi dell’attualità britannica, dal coinvolgimento del premier conservatore David Cameron nello scandalo dei Panama Papers fino al dibattito sulla fuoriuscita del Regno Unito dall’Unione Europea e all’allerta terrorismo, ma andiamo con ordine. A detta di tutti il problema maggiore che il nuovo sindaco dovrà affrontare è quello dell’“housing”, le politiche relative all’abitare.

Ad oggi nell’area di Greater London (la città più le aree circostanti) abitano 8,6 milioni di persone, che però si prevede saranno 10 milioni già nel 2031. Attualmente però l’offerta di abitazioni cresce solo di 25.ooo unità all’anno, il che porterà ad un pericoloso gap tra il numero di case disponibili e la popolazione londinese, che sta crescendo più grazie all’alto tasso di natalità che all’immigrazione, per quanto massiccia.

L’aspetto più preoccupante dell’edilizia londinese è comunque la possibilità di affittare o comprare casa per i cittadini, vista la recente e repentina crescita dei prezzi in tutte le aree della capitale. Mettere i londinesi in condizione di affittare ed infine comprare una casa sarà centrale per la campagna elettorale di qualiasi candidato, vista la centralità del tema nelle preoccupazioni quotidiane degli abitanti della città.

Il mercato delle proprietà cittadine è drogato dalle speculazioni straniere e dalle agenzie che curano gli affitti, che ricavano profitti enormi dagli emigrati che, nell’ottica di fermarsi pochi mesi, spesso accettano di pagare affitti molto alti in cambio di case fatiscenti. Approfittando di questa situazione le agenzie hanno creato una bolla che ha reso i prezzi altissimi e totalmente non proporzionali ala qualità e alla posizione geografica degli alloggi. Per questo sarà importante per i candidati proporre una stretta sulle agenzie, capace di obbligarle ad essere buoni padroni di casa attraverso dei pezzi guida per gli affitti e degli accertamenti sulla giustificatezza del prezzo degli immobili.

Ogni candidato sindaco ha una visione diversa delle priorità e delle strategie utili ad affrontare il problema ma un aspetto della faccenda mette tutti i candidati d’accordo: favorire i piccoli compratori cittadini, dando loro la precedenza per l’acquisto delle nuove case sui grandi gruppi e i fondi di investimento, in modo da favorire la proprietà individuale a scapito della speculazione. Questo renderebbe proprietà e affitti accessibili e aiuterebbe ad arginare alcuni processi di gentrificazione forzata delle aree in cui aumentano artificialmente gli affitti e l’impoverimento progressivo di tutti quelli che hanno visto crescere il proprio canone d’affitto negli ultimi anni.

Tutti i candidati si sono inoltre detti contrari all’ampliamento dell’aeroporto di Heathrow, opera suggerita dieci anni fa da una commissione apposita ma congelata da tutti i governi nazionali e le giunta fino ad ora. Tutti concordano sulla necessità di dirigere quegli investimenti nel settore del trasorto pubblico, spina dorsale dell’efficenza cittadina  ma ultimamente anch’esso nella bufera visto un leggero aumento delle già alte tariffe.

La gestione della Transports For London (TFL), un’ente di trsporto pubblico che sposta 3,67 milioni di passeggeri al giorno, è un’aspetto fondamentale dell’amministrazione della città. I problemi relativi alla gestione dei trasporti sono fondamentalmente tre: l’adeguamento delle infrastrutture, i nuovi investimenti e le tariffe al pubblico, tre aspetti che interagiscono gli uni con gli altri.

La politica di riduzione del traffico sulle strade della metropoli, compresa nel piano bipartisan per una Londra meno inquinata, passa per il potenziamento dei mezzi pubblici, che dovranno tra l’altro servire le aree di prossima costruzione. A questi potenziamenti e ampliamenti si aggiunge la già iniziata costruzione della Elizabeth Line, la nuova linea di metropolitana, e la prosecuzione del programma che tiene attive le altre linee 24 ore su 24 nei week-end.

Queste opere necessitano di fondi ingenti, che nel momento in cui non venissero sbloccati dovrebbero essere riavati da un aumento delle tariffe pagate dagli utenti per il trasporto. Queste sono già molto alte, seppur bilanciate da un buon sistema di sgravi per studenti e persone in difficoltà, ma e negli ultimi due anni sono cresciute del 4%. impedire questo aumento e al contempo mantenere il servizio all’attuale standard di qualità èuna sfida ardua ma non impossibile, e una responsabilità primaria di qualsiasi futura amministrazione.

Al momento secondo l’ultimo sondaggio della piattaforma istituzionale YouGov nella corsa per la città sarebbe in testa Sadiq Khan, con il 48% di intenzioni di voto come prima preferenza contro il 32% di Zac Goldsmith, mentre i candidati minori non sperano i 7 punti percentuali. L’appuntamento è per giovedì 5 Maggio, giorno n cui orniremo un ritratto dei due principli candidati sindaco e monitoreremo l’andamento delle elezioni.

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