Corsa a due per Londra

Oggi si celebra l’Election Day per la nomina del nuovo sindaco di Londra, successore dei due mandati del conservatore Boris Johnson. Tra i candidati spiccano i due nomi dei grandi partiti: Zac Goldsmith per il partito Conservatore e Sadiq Khan per il partito Laburista. In attesa dei risultati vi proponiamo il ritratto dei due candidati e i punti salienti dei loro manifesti elettorali.

Zac Goldsmith è figlio di Sir James Goldsmith, milionario squalo della finanza poi passato all’editoria e alla politica. Ha studiato nei prestigiosi college di Eton e Cambridge ed è entrato in politica nel Partito Conservatore dopo aver lavorato in vari think-tank ed essere stato l’editore dell’Ecologist. Viene eletto alla Camera dei Comuni nel 2010 e nel 2015 nella circoscrizione londinese di Richmond Park, storicamente liberaldemocratica ma ora sua solida sostenitrice.

Goldsmith è un liberale, sia nell’approccio ai temi sociali che a quelli economici, ed un euroscettico. Se è stato un gran promotore della permanenza della Gran Bretagna nell’UE a patto di una rinegoziazione dei termini del loro rapporto, una volta che David Cameron ha ottenuto ciò ha ufficialmente supportato la campagna in favore del Brexit iniziata lo scorso Febbraio. Molti analisti hanno bollato questa posizione come un suicidio politico: Goldsmith si candida alla guida di una città che, conscia o meno, è quello che è grazie anche al flusso ininterrotto di persone e denaro da e verso il resto d’Europa. Complicare questo scambio potrebbe costare molto alla metropoli e questo molti londinesi lo sanno.

Da convinto liberale, Goldsmith promette di continuare la politica di Boris Johnson di non aumento della “Council Tax” durante il suo mandato, la tassa municipale con cui i distretti della città pagano la nettezza urbana, la manutenzione e la sicurezza. A parità di imposte promette comunque nuove assunzioni nella polizia cittadina e garantisce che provvederà ai fondi che la Transport For London (azienda cittadina del trasporto pubblico) necessita per ultimare i lavori della nuova Elizabeth Line della metropolitana.

Il suo manifesto è molto concentrato sulle materie economiche, focalizzato sul potenziare la capacità di Londra di attirare capitali e fornire posti di lavoro. Promette la consegna di 50.000 nuovi alloggi entro il 2020, focalizzando queste politiche di “housing”, oltre che per garantire nuove sistemazioni, verso la creazione quelli che stima in 500.000 posti di lavoro tra costruzione, gestione e nuovi servizi relativi ai piani di edilizia.

Come tutti i candidati hanno fatto, promette politiche che favoriscano il calo dell’inquinamento nella città, scoraggiando il trasporto privato rispetto a quello pubblico e incentivando l’acquisto di auto elettriche rispetto a quelle a benzina. Promette di preservare le vaste aree verdi cittadine nei processi di edilizia, conscio di quanto esse siano care ai londinesi. Intaccare queste aree è un vero e proprio tabù politico per tutti gli amministratori che si sono avvicendati alla guida della metropoli sin dall’istituzione del sistema dei “Royal Parks” a fine ‘800.

Sadiq Khan è figlio di un autista impiegato nel trasporto pubblico londinese, è cresciuto in un programma di alloggio popolare con i suoi sette fratelli e ha origini pakistane. Ha studiato fino a diventare un avvocato per i diritti umani e solo in seguito ha iniziato una carriera politica nel Partito Laburista. Nel 2008 viene letto alla Camera dei Comuni della circoscrizione londinese di Tooting, e negli anni ha ricoperto importanti ruoli come segretario personale del capogruppo laburista Jack Straw e quello di Ministro prima al dipartimento per le Comunità e poi in quello per i Trasporti.

Durante la sua carriera tra i laburisti Khan si è sempre tenuto molto lontano dalla corrente leale alle idee di Tony Blair ma anche da quella più propriamente socialista, motivo per cui è stato un acceso sostenitore di Ed Miliband alla guida del partito, poi sconfitto con margine da Carbyn. Nonostante ciò ha ottenuto il 59% delle preferenze come candidato sindaco alla convention laburista e intrattiene buoni rapporti con l’attuale dirigenza del partito.

Khan è musulmano, cosa che ha attirato grottesche critiche dalle frange più xenofobe del partito Conservatore e dagli estremisti dell’UKIP e della galassia delle destre radicali, culminate in insulti razziali e assurdi accostamenti al terrorismo, nonostante nel 2013 Khan fu minacciato di morte da un gruppo salafita per il suo appoggio ai matrimoni gay. La maggior parte dei londinesi ritiene tuttavia il candidato giusto per combattere l’estremismo religioso: il suo progetto di una Londra inclusiva e lo stesso Khan sono visti come un simboli della possibilità di integrazione tra le comunità della metropoli, ritenuta la chiave per impedire la radicalizzazione dei soggetti socialmente marginalizzati.

Ribatte alle proposte di Goldsmith in termini di “housing” segnalando come Londra necessiti di almeno 80.000 nuovi alloggi, di cui almeno la metà da costruire su terreni pubblici, riservandone l’acquisto ai londinesi piuttosto che agli speculatori esteri. Il centro del discorso non è solo favorire la piccola proprietà ma, spiega Khan, rendere i prezzi di case e affiti più accessibili per tutti.

Il suo progetto prevede di fissare, dove possibile per l’amministrazione, un tetto per il prezzo dell’affitto ad un terzo del reddito medio nella zona, evitando così che il mercato faccia aumentare i prezzi in modo non proporzionale alla variazione dei redditi dei cittadini. Ha proposto inoltre di creare un registro pubblico dei padroni di casa condannati per accuse legate alla proprietà, come illeciti nei contratti o cattiva gestione.

A fianco del grande tema dell'”housing” Khan promette di congelare le tariffe dei mezzi pubblici nei prossimi 4 anni, seppur fornerndo alla Transport For London i fondi necessari all’adeguamento delle infrastrutture e alla costruzione di nuove. Khan ritiene la gestione del trasporto strategica per la politica ambientale, proponendo il progressivo potenziaento e ricambio dei mezzi pubblici e privati verso modelli meno inquinanti. Per fare questo intende studiare un ampliamento dell’area in cui sono vietate le auto ad alte emissioni, oltre che incentivare l’uso dei mezzi pubblici attraverso il contenimento delle tariffe.

Assicura inoltre politiche riduttive delle disuguaglianze di genere, garantendo una miglior persecuzione penale dei reati di violenza domestica, uno sforzo diretto verso la parità di stipendio e un ridotto prezzo degli asili per renderli accessibili a tutte le famiglie.

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