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L’Europa è più russa dopo Brexit?

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Il 23 giugno la Gran Bretagna ha votato di uscire dall’Unione Europea, questo porta dei cambiamenti nella politica europea verso la Russia e il suo presidente Vladimir Putin. Le reazioni al Brexit sono state tutte molto concise ma gli scenari che si aprono sono molti e vari.

Mentre in Inghilterra si votava, il Presidente russo stava volando verso una riunione della Shanghai Cooperation Organization, e ha parlato del risultato solo al suo atterraggio. Le sue parole sono state molto neutre, ricordando che questo risultato non cambia la situazione e non spera neanche in una modifica delle sanzioni economiche contro la Russia.

Dichiarazioni formali per un risultato che forse neanche il presidente si aspettava. Nelle ultime settimane però il premier Cameron e il presidente russo si erano punzecchiati vivacemente. L’ormai ex Primo Ministro inglese aveva accusato la Russia di finanziare i movimenti nazionalisti britannici e la campagna del Leave, mentre Putin aveva risposto ricordando che la Russia non si permetterebbe mai di inserirsi nella politica nazionale britannica e che Cameron stava cercando, di nuovo, di trovare nella Russia le cause dei suoi fallimenti

Le parole non sono state leggere, ma cerchiamo di capire perché il BREXIT è un punto a favore della Russia. Molti analisti affermano, tra le righe, che in Europa gli Stati Uniti hanno dei rappresentanti che sono le Repubbliche Baltiche, la Polonia e la Gran Bretagna. Questi sono i paesi che hanno sempre appoggiato le politiche e le linee di politica internazionale americana contro la Russia.

Se torniamo allo scoppio della guerra in Ucraina e andiamo a riguardare i dati dei Consigli europei, notiamo che sono proprio questi i paesi che si erano schierati fortemente per le sanzioni. La Gran Bretagna si è sempre opposta al ritiro delle sanzioni sia in Parlamento, dove i 73 deputati della Gran Bretagna hanno sempre votato in modo coeso per non revocare le sanzioni, sia con il suo peso diplomatico.

I costi delle sanzioni infatti hanno sempre colpito molto di più gli altri paesi europei, in particolare Francia, Germania e Italia. Secondo uno studio del WIFO (istituto di ricerca economica austriaco), commissionato dalla Germania, il peso delle sanzioni si assesterebbe intorno ai cento miliardi l’anno per i tre grandi paesi europei, mentre per la Gran Bretagna si fermerebbe a 1/4 di questa stima.

Dopo che la Gran Bretagna ha rotto i suoi legami con l’Unione Europea il peso diplomatico cambierà molto e queste sanzioni potranno presto essere addolcite. Gli unici oppositori saranno le Repubbliche Baltiche e la Polonia, che però sono molto legate all’economia tedesca e non vorranno fare uno sgarbo alla Cancelliera Merkel.

Il tema energetico occupa una sezione fondamentale. I dati parlano chiaro tutti gli Stati europei sono legati alla Russia per le forniture di gas e greggio, tranne la Gran Bretagna che invece è legata alla Norvegia e ad altre forniture extracontinentali.

La Russia resterà a guardare anche su altri temi. L’Europa senza la Gran Bretagna potrebbe prendere anche una nuova posizione sulla NATO. Proprio in questi giorni è in atto la più grande esercitazione NATO ai confini russi con impegnati tutte le forze armate dei paesi NATO europei e in particolare dell’Europa dell’Est. Resta una prova di forza per mandare un messaggio a Putin, ma adesso con un Europa più indipendente cosa succederà?

L’Europa sarà più russa o sarà meno targata USA? La risposta non potremo che averla nei prossimi mesi e nei prossimi anni, il presidente Putin intanto rimarrà alla finestra a vedere cosa succederà e l’Europa dovrà capire quale sarà il suo ruolo.

 

Fonti e approfondimenti

http://www.bbc.com/news/world-europe-36629146

https://www.theguardian.com/commentisfree/2016/jan/05/putin-rubbing-hands-brexit-david-cameron-eu

https://www.rt.com/news/348201-putin-brexit-weak-economies/

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