La Cordiale Intesa tra Mosca e Pechino

Una foto di Putin e Xi Jinping, durante un meeting tra Russia e Cina
@ Kremlin.ru - Wikimedia Commons - License CC BY 4.0

L’aquila bicefala degli Zar sembra aver volto entrambi i suoi sguardi a Est; l’attuale confronto tra l’Occidente e l’Orso Russo, ha portato Mosca a rinsaldare i propri rapporti con la Repubblica Popolare Cinese al fine di spezzare l’isolamento scaturito in seguito all’annessione della Crimea del  2014. In settembre, i due Paesi hanno dato luogo al Joint-Sea 2016, una serie di esercitazioni militari congiunte nel Mar Cinese Meridionale che ha visto l’impiego di sottomarini, navi di superficie, elicotteri, veicoli anfibi e forze aeree. Joint-Sea 2016 è solo l’ultima edizione di una serie di esercitazioni navali che Cina e Russia mettono in atto annualmente dal 2012, ma il messaggio che le due potenze intendono dare è chiaro: Mosca e Pechino si trovano allineate nella necessità di arginare lo strapotere USA.

L’Occidente tende a guardare questo riavvicinamento forse con eccessivo scetticismo, considerandolo come una collaborazione determinata da obiettivi di breve periodo, ma incapace di concretizzarsi in una vera e propria alleanza in grado di sfidare le forze della NATO in un’ottica di lungo corso. Di fatto, nonostante sia Pechino che Mosca condividano una concezione multipolare del sistema mondiale (la quale si pone in rotta di collisione diretta con la realtà odierna che vedrebbe invece gli USA come unica potenza egemone), la collaborazione tra i due Paesi nel contesto internazionale costituisce a parere di molti esperti un allineamento innaturale. Questa concezione si basa su diverse considerazioni di carattere storico e geopolitico:

  1. Le relazioni tra Russia e Cina hanno un passato burrascoso. Nonostante l’iniziale rapporto di amicizia creatosi in seguito al 1949 con la vittoria dei comunisti in Cina, Pechino si è successivamente distanziata dall’Unione Sovietica sotto il piano ideologico. La Repubblica Popolare si poneva infatti come fautrice di una via alternativa al comunismo più confacente alle caratteristiche del proprio sistema economico. Nel 1960 queste divergenze ideologiche portarono ad una rottura con Mosca e ad un conseguente raffreddamento dei rapporti tra le due Potenze comuniste. La situazione degenerò ulteriormente quando nel 1969, ebbero luogo degli scontri armati tra truppe sovietiche e cinesi nei pressi del fiume Ussuri, una zona di confine contesa tra i due Paesi. Pur trattandosi di veri e propri scontri militari, le due potenze non arrivarono a dichiarasi guerra, cessando le ostilità quello stesso anno.
  2. Cina e Russia hanno entrambe un interesse nell’espandere la propria influenza economica all’interno dell’Asia Centrale. La Federazione Russa considera la regione come propria esclusiva zona d’ influenza, arrivando a costituire nel 2015 un Unione Economica Eurasiatica (UEE), della quale, oltre alla Russia, fanno parte Kazakistan, Kirghizistan, Armenia e Bielorussia (altri Paesi con lo stato di osservatore sono Tagikistan e Uzbekistan). D’altro canto, Pechino, tramite investimenti e accordi commerciali, mira a costituire una “Nuova Via della Seta” in Eurasia, ponendosi quindi in potenziale contrasto con Mosca, la quale potrebbe considerare tale iniziativa come una pericolosa ingerenza nella propria sfera.
  3. La Cina e la Russia condividono un confine altamente poroso e che è stato, come abbiamo visto, fonte di scontro in passato. In particolare, la Russia teme molto l’immigrazione illegale di cittadini cinesi all’interno del proprio confine. L’Estremo Oriente Russo ha una popolazione di soli 6,5 milioni di abitanti, rendendo il pericolo di uno schiacciamento demografico uno scenario da non trascurare agli occhi di Mosca in quanto capace di generare nuove tensioni territoriali col gigante orientale.

Gli ostacoli ad un’alleanza duratura tra Russia e Cina sono quindi tangibili, ma l’odierna congiuntura internazionale rende impossibile escludere del tutto questa eventualità. La Russia nel corso della storia si è sempre mostrata più propensa a sviluppare una politica di stampo europeo, una scelta che può essere ricondotta al periodo che va a cavallo tra il XVII e il XVIII secolo, quando Pietro il Grande diede inizio ad un processo di modernizzazione dello Stato volto a porre la Russia come potenza europea. Tutt’ora, il centro nevralgico della Russia si trova nella parte occidentale del Paese dove sono concentrate le città più importanti e gran parte della popolazione. I Paesi dell’Eurozona sono dei partner commerciali fondamentali per Mosca. La Germania è il principale consumatore di gas russo; con il gasdotto Nord Stream la Russia fa transitare direttamente in Germania 55 miliardi di metri cubi di gas all’anno, il 10% di tutto il fabbisogno europeo, ma partner commerciali importanti sono costituiti anche da Italia e Francia.

Questa propensione della Russia a proiettarsi economicamente verso l’Europa è stata tuttavia bruscamente interrotta dalle pessime relazioni sviluppate con tutto l’Occidente in seguito all’annessione della Crimea nel 2014. La Russia in occidente si trova ormai isolata, non solo diplomaticamente, ma anche economicamente a causa delle sanzioni economiche poste dagli USA e i suoi alleati, lasciando al Cremlino come unica alternativa esperibile quella di un ribilanciamento verso la Cina dei propri sforzi economici e diplomatici.

La Cina, come la Russia nel Vecchio Continente, si trova a fronteggiare una vasta azione di contenimento portata avanti dagli Stati Uniti e i suoi alleati nella Regione del Pacifico. Con la politica del Pivot to Asia promossa da Obama, gli USA hanno rafforzato le proprie relazioni militari con i Paesi dell’Asia Pacifica al fine di arginare l’espansione Cinese nella regione, mentre con l’esclusione della Repubblica Popolare dal  Trans-Pacific Partnership (TPP), Washington mira a ridurre il ruolo economico del gigante asiatico nel Pacifico.

Sia Russia che Cina si sentono quindi in un certo modo tradite dall’Occidente. Washington è il primo partner commerciale di Pechino, ma gli americani si mostrano risoluti nell’impedire alla Repubblica Popolare di affermarsi come grande potenza mondiale insieme agli Stati Uniti, mentre Mosca si sente deprivata del ruolo che le spetta nell’Europa dell’Est e minacciata dall’espansione della Nato iniziata in seguito al crollo dell’URSS nel 1991, quando l’Alleanza Atlantica iniziò ad accogliere tra le proprie braccia diversi paesi che facevano parte del Patto di Varsavia (Estonia, Lettonia, Lituania, Polonia, Romania, Ungheria, Slovacchia, Repubblica Ceca e Bulgaria) con il fine, ovviamente, di ostacolare un possibile ritorno della Russia come grande potenza europea.

Tale condivisa percezione dell’occidente ha portato i due Paesi a sviluppare relazioni amichevoli nel corso degli ultimi anni. Dal 2011 la Cina è il più grande partner commerciale della Russia, con un volume di scambi che ammonta a 100 miliardi l’anno. Nel 2014 Mosca e Pechino hanno stipulato un accordo commerciale con il quale si prevede che la Russia fornirà alla Cina ogni anno per trent’anni 38 miliardi di metri cubi di gas naturale per un valore di 400 miliardi di dollari.

Le due potenze sembrano anche aver risolto le proprie divergenze concernenti i loro interessi nella regione dell’Asia Centrale. L’8 Maggio 2015 durante un incontro tra il Presidente russo Vladimir Putin e il Segretario Generale del Partito Comunista Cinese Xi Jinping, è stato siglato un accordo con il quale i due paesi si impegnano a coordinare lo sviluppo dell’UEE e della Silk Road Economic Belt (la nuova Via della Seta promossa da Pechino) e a creare una libera area di scambio tra UEE e Cina.

Grandi passi avanti sono stati raggiunti anche dal punto di vista diplomatico. In sede ONU, dal 2012 sia Cina che Russia hanno posto il loro veto a ben 4 risoluzioni concernenti la Siria. Inoltre, Pechino ha evitato di criticare apertamente l’annessione della Crimea da parte della Russia, mentre Mosca si è astenuta dal condannare le pretese territoriali della Repubblica Popolare nel Mar Cinese Meridionale. Questa convergenza della diplomazia delle due potenza è stata anche espressa simbolicamente nel 2015, quando Xi Jinping ha presenziato come ospite d’onore alle celebrazioni del Victory Day a Mosca (l’annuale commemorazione della sconfitta del Nazismo da parte delle Forze Alleate) proprio quando i leader occidentali avevano deciso di boicottare l’evento per protestare contro l’annessione della Crimea. Putin ha in seguito ricambiato il favore assistendo il 3 settembre 2015 alla Parata commemorativa della vittoria delle forze comuniste cinesi sul Giappone.

Bisogna quindi essere molto cauti nel bollare l’allineamento di Cina e Russia come innaturale e poco credibile. La volontà degli Usa di ostacolare entrambi i paesi nel ritagliarsi il proprio ruolo di potenza ha spinto Pechino e Mosca verso un inevitabile riavvicinamento. Sicuramente la Cina non può fare a meno degli Usa come partner commerciale e la Russia non può di certo considerarsi al pari della Cina per peso economico, ma gli sforzi diplomatici di entrambi i paesi per rafforzare la loro cooperazione parlano chiaro. Dopotutto, non è la prima volta che nella storia delle relazioni internazionali si è giunti ad un allineamento tra forze potenzialmente rivali. Alla fine del XIX secolo, Francia e Gran Bretagna avevano espanso a tal punto i loro imperi coloniali da arrivare a sfiorare il conflitto aperto. I due paesi avevano intrattenuto relazioni a dir poco pessime nei secoli precedenti, affrontandosi in numerose guerre (Guerra dei cento anni, Guerra dei 7 anni, Guerre Napoleoniche), eppure le due potenze seppero mettere da parte le loro divergenze per bilanciare il rapporto di forze in Europa a sfavore della Germania. Forse Russia e Cina non arriveranno mai a stipulare un vera e propria alleanza, ma l’occidente si trova, se non altro, alle prese con una Cordiale Intesa tra Mosca e Pechino.

Fonti e approfondimenti:

http://nationalinterest.org/feature/should-america-fear-the-china-russia-relationship-15075

http://thediplomat.com/2016/09/chinese-russian-navies-to-hold-8-days-of-naval-exercises-in-the-south-china-sea/

https://www.rt.com/news/345007-china-russia-relations-sanctions/

https://www.foreignaffairs.com/reviews/review-essay/unbalanced-triangle

http://carnegieendowment.org/2016/06/29/friends-with-benefits-russian-chinese-relations-after-ukraine-crisis-pub-63953

http://www.cnbc.com/2016/07/27/china-trade-relations-russias-pivot-east-has-more-political-substance-than-economic.html

http://thediplomat.com/2015/06/eurasian-silk-road-union-towards-a-russia-china-consensus/

http://nationalinterest.org/feature/the-russia-china-gas-deal-400-billion-mirage-10556

http://thediplomat.com/2016/01/russia-china-and-the-far-east-question/

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