Chi è François Fillon?

Immagine generata con supporto AI © Lo Spiegone CC BY-NC

Di Francesco Frisone

François Fillon ha vinto le primarie del centro destra francese e con grande probabilità sarà il prossimo presidente dell’Exagon.

Il secondo turno delle primarie ouverte ha confermato i risultati del primo. Alain Juppe, navigato ma anche stagionato politico repubblicano (71 anni), non è riuscito a recuperare lo svantaggio su Francois Fillon, 62 anni, che si è aggiudicato la guida dei Républicains con oltre il 65% delle preferenze dei quasi 4 milioni di francesi che si sono recati ai seggi domenica.

Un successo davvero abbondante: dopo la sorpresa del primo turno, Fillon si è imposto ieri come il candidato di “rottura” della destra francese dopo quarant’anni di carriera politica.

Chi è Francois Fillon?

Avvocato, appassionato di corse automobilistiche, ex ministro dell’istruzione ma soprattutto ex premier sotto Sarkozy, Fillon incarna il volto della destra dura francese, quella della provincia cattolica, borghese e conservatrice. Dalla provincia Fillon ha iniziato la sua carriera politica ricoprendo il ruolo di Sindaco di Sablé-sur-Sarthe, sua città natale, e poi di presidente del consiglio generale della Sarthe e dei Paesi della Loira. Tagliato fuori dal governo Villepin nel 2005, Fillon viene nominato primo ministro da Sarkozy nel 2007 e rimane in carica fino al 2012.

Il programma di Fillon ha uno stampo conservatore per quanto riguarda il sociale, mentre si rivela marcatamente liberista in economia, rimanendo nel solco della tradizione gollista.

La priorità assoluta dell’ex primo ministro è la liberalizzazione dell’economia francese. 100 miliardi di euro di tagli nella pubblica amministrazione in 5 anni, 50 miliardi di sgravi fiscali per le imprese, ritorno alle 39 ore lavorative per il settore pubblico e a 35 per quello privato, innalzamento dell’età pensionabile a 65 anni. Queste alcune delle proposte programmatiche in campo economico.

Le successive priorità di un futuro governo Fillon sarebbero poi: la sicurezza dei cittadini francesi, con un finanziamento di 12 miliardi, e l’affermazione dei nos valeurs, espressione ambigua che lascia spazio a molteplici interpretazioni. Senza dubbio con la sua visione tradizionalista della società e della famiglia, contro le unioni civili e l’adozione da parte delle coppie omosessuali, Fillon ha conquistato i voti dell’elettorato cattolico che in Francia ha conosciuto un nuovo engagement dopo le proteste per il marriage pour tout.

Ma in campagna elettorale quello che farà davvero la differenza saranno le posizioni di Fillon sul tema dell’immigrazione, che l’ex primo ministro ha dichiarato di voler combattere e ridurre, iniziando dall’introduzione in Costituzione del principio secondo il quale l’immigrazione dipende dalla capacità di accoglienza e di integrazione della Francia.

Altro tema che peserà in campagna sarà l’Unione Europea. Fillon parla di un’Europa nuova, più politica, ma anche di una Francia più sovrana e più attenta al proprio interesse nazionale. Schizofrenico su questo tema, Fillon rischia di dividere anche l’elettorato repubblicano.

Per quanto riguarda la politica estera, Fillon ha dimostrato in più occasioni una certa apertura nei confronti di Putin, che in Francia può già contare sul dichiarato appoggio di Marine Le Pen. Questo è un dettaglio da non trascurare perché lo spostamento della Francia verso la Russia potrebbe avere ripercussioni rilevanti per gli equilibri dell’UE.

Che succederà nei prossimi mesi?

Fillon rappresenta quella parte della destra moderata più vicina al Front National. Questa non è una buona notizia per Marine Le Pen, che, come tanti in Francia, non si aspettava la vittoria di Fillon. Il FN aveva già impostato la sua campagna elettorale contro il vecchio eurocrate multi-culturalista Alain Juppe. Quel piano di campagna oggi è da buttare dalla finestra. Per questo il FN ha iniziato sin da subito a demonizzare il futuro avversario, cercando di marcarne i tratti più filo-europeisti e multi-culturalisti e ricordando soprattutto la sua esperienza come primo ministro di Sarkozy. É quello che vedremmo fino al 23 aprile, data del primo turno dell’elezione presidenziale.

I Socialisti sono al capolinea, un partito debole con una leadership la cui popolarità è ai minimi storici. Le candidature di François Hollande e Manuel Valls sono ancora in dubbio. Di conseguenza la sinistra si sta organizzando intorno al nuovo fenomeno En Marche, movimento fondato da Emmanuel Macron, ex ministro dell’economia di Hollande, che correrà come candidato indipendente.

Che succederà ad Aprile-Maggio 2017?

La sfera di cristallo non ce l’abbiamo però si può fare qualche speculazione. Due scenari si profilano all’orizzonte. Iniziamo con quello meno probabile: l’elettorato lepenista potrebbe preferire Fillon già dal primo turno. L’osmosi elettorale tra le  destre francesi comprometterebbe l’accesso al secondo turno di Marine Le Pen, e ci ritroveremmo con un ballottaggio tra Repubblicani e una non meglio identificata sinistra, con i Repubblicani nettamente favoriti.

Nel secondo scenario, al contrario, l’elettorato lepenista potrebbe rimanere fedele al partito, quindi il FN potrebbe battere le sinistre, divise e deboli secondo i sondaggi, e accedere al secondo turno. A quel punto, dati i punti di contatto tra Fillon e Le Pen, c’è da chiedersi se i socialisti faranno scattare il classico cordone sanitario intorno al FN, turandosi il naso e votando il candidato repubblicano, oppure si asterranno. Allora Fillon-Le Pen sarà un duello all’ultimo voto.

Leave a comment

Your email address will not be published.


*