Il Brunei tra Offshore e Islam

Un castello nel Brunei
@Dennis Sylvester Hurd - Flickr - License CC0 1.0

Il Brunei è uno Stato indipendente situato sulla costa nord dell’isola del Borneo nel Sud Est Asiatico. Ha una popolazione inferiore al mezzo milione  e uno dei più alti standard di vita in tutto il mondo, grazie alle sue grandi riserve di petrolio e gas. Il Paese è governato da una monarchia assoluta, di stampo islamico, e non ci sono state elezioni legislative dirette in Brunei dal 1962.

Mentre la Costituzione del Brunei afferma che “tutte le […] le religioni possono essere praticate in pace e armonia”, stabilisce anche che “la religione musulmana della setta Shafi’i” è quella ufficiale dello Stato. Chiunque insegni o promuova credenze “devianti” o pratiche in pubblico può essere addebitato a pagare una multa di 2.000 BND (US $ 1,550) e, ai sensi della legge del Consiglio religioso islamico, punito con tre mesi di carcere. Tutte le riunioni del governo e cerimonie iniziano con una preghiera musulmana.


Il Brunei ha adottato un nuovo codice penale della Sharia nel 2013,
il quale è stato profondamente dannoso nei confronti dello Stato di diritto nel Paese. Esso contiene una serie di disposizioni che limitano il diritto alla libertà di pensiero, di coscienza e di religione. Essi comprendono pene severe se non viene eseguita la preghiera del venerdì o se non si osservan il Ramadan, ed esistono restrizioni al diritto di parlare liberamente di certe credenze. Gli articoli 213, 214 e 215 del nuovo codice penale criminalizzano la stampa, la diffusione, l’importazione, la trasmissione e la distribuzione di pubblicazioni considerate in contrasto con la Sharia per i musulmani e non musulmani. I non musulmani non possono pronunciare la parola ‘Allah‘.

Secondo il Freedom of Thought Report, in futuro le leggi includeranno sanzioni più severe, tra cui la pena di morte per blasfemia, per la satira contro il profeta Maometto e contro versetti del Corano. “L’applicazione della pena di morte per una così ampia gamma di reati contravviene al diritto internazionale”, spiega il rapporto. Gli apostati sono passibili di perdere tutti i diritti alla proprietà che possiedono e per la custodia dei loro figli. Nel 2014, il Brunei, ha dichiarato l’apostasia (l’abbandono formale e volontario dalla propria religione) un reato punibile con la morte per tutti i musulmani che scelgono di dissociarsi dalla fede. Il più alto ufficiale della legge religiosa islamica sunnita  di un paese musulmano, ovvero Gran Mufti, ha detto che coloro che avevano fatto dichiarazioni blasfeme o eseguito azioni sacrileghe e non si erano pentiti dovrebbero essere punibili con la morte. Resta da vedere se questo formerà un precedente per l’attuazione del nuovo codice penale della Sharia. Il diritto di essere media indipendenti in Brunei è estremamente limitato. Un emendamento alla legge nazionale ha rafforzato i divieti a criticare il sultano e l’ideologia nazionale “della Monarchia musulmana malese” del Brunei.

La promozione del governo della scuola Shafi dell’Islam sunnita è attuata all’interno del sistema educativo. L’atto del Consiglio Religioso Islamico prevede il divieto di insegnamento pubblico o promozione di credenze “devianti”. La pena può includere tre mesi di reclusione e una multa di 2.000 BND. L’abito nazionale,  è obbligatorio per tutti, indipendentemente dalla fede quando si partecipa a cerimonie ufficiali. Le donne che non indossano l’hijab in luogo pubblico rischiano fino a 6 mesi di carcere e una multa di $1600.

Anche se il Brunei è un piccolo giocatore nello spazio offshore (è stato trovato nei Panama Papers) tuttavia è al centro dei regolatori internazionali in quanto non ha condivisione delle informazioni fiscali conformi agli standard internazionali. È stato inserito nella lista dei paradisi fiscali per il suo approccio lassista a prevenire il riciclaggio di denaro. È anche difficile, se non impossibile, ottenere informazioni sulle proprietà di società con sede in Brunei.

L’assenza di imposte sul reddito e l’alto livello del segreto bancario del Sultanato, attrae coloro che vogliono “parcheggiare” i soldi fuori dalla loro giurisdizione. Anche se può risultare difficile per un non residente aprire un conto in banca in Brunei, queste cose possono essere organizzate tramite un rappresentante legale. La legislazione offshore è stata introdotta nel Brunei nel 2000 per  cercare di attirare fondi esteri da mercati monetari convenzionali. Il Brunei International Finance Center è stato inaugurato per competere con gli altri centri finanziari offshore internazionali.

Per le società offshore, il Brunei ha un canone annuale fisso per ogni quota di capitale autorizzato. Questo lo rende ideale per la raccolta di fondi o di altri tipi di imprese che hanno un gran numero di azionisti. Il capitale sociale non può essere inserito nella valuta locale, ma questo non importa molto in quanto gli azionisti possono utilizzare il dollaro di Singapore, che è standardizzato al Dollaro del Brunei (ovvero ha un valore di 1:1). Il segreto bancario per i non residenti è concesso dalla legge, e sanzioni per rompere il segreto bancario del Brunei sono dure: carcere per un massimo di due anni e una multa fino a $100.000. Tuttavia, il Brunei  ha più volte affermato che i suoi tribunali forzeranno l’informativa nei casi di riciclaggio di denaro o di altri reati finanziari gravi.

Il Brunei quindi è uno Stato che compete in vari ambiti, rispettivamente politico ed economico. E’ allo stesso tempo sia baluardo dell’estremismo musulmano nel Sud-Est Asiatico, differenziandosi dalle esperienze malese e indonesiana, sia Paese strategico per le compagnie offshore di tutto il mondo. Questo lo rende uno Stato molto importante, seppur molto piccolo, ma anche esposto a molti pericoli di legislazione internazionale. Il Sultanato del Brunei rimarrà sotto la lente d’ingrandimento mondiale, annotato sulla Black Note dell’ONU, se continuerà ad attuare le sue politiche estremiste e corrotte.

 

Fonti e Approfondimenti:

http://freethoughtreport.com/countries/asia-south-eastern-asia/brunei-darussalam/

http://www.heritage.org/index/country/brunei

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