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Chi è Emmanuel Macron

Immagine generata con supporto AI © Lo Spiegone CC BY-NC

Emmanuel Macron è un ex banchiere, ministro dell’economia nel secondo governo Valls. Quando il 6 aprile di un anno fa, ancora titolare del Ministero dell’Economia, ha fondato il suo movimento “En Marche!” è risultato chiaro a tutti che il giovane ministro di lì a poco avrebbe formalizzato la sua candidatura.

Nato nel 1977 ad Amiens da genitori medici, Macron si è sempre distinto per il suo rendimento scolastico, tanto da frequentare gli studi presso le migliori istituzioni scolastiche di Parigi: il liceo Henri IV, Sciences Po (Istituto di studi politici) e l’Ena (Ecole Nationale de l’Administration).

Inizia la carriera presso l’Ispettorato delle Finanze e a 30 anni entra nella divisione francese della banca Rothschild dove in poco tempo riesce ad emergere. E’ sposato con la sua ex professoressa di francese, Brigitte Trogneux di 20 anni più anziana. Nel 2014 viene nominato da Hollande consigliere nel proprio staff, lo stesso anno a seguito della rottura tra sinistra e destra del Partito Socialista, sostituisce Arnaud Montebourg come ministro dell’economia nel neonato governo Valls II. Come ministro aderisce alla linea anti opposizione del Governo , promuovendo un’azione decisa del governo (anche a costo di saltare lo step parlamentare) pur di attuare riforme favorevoli al mercato.

Il 30 agosto 2016 Emmanuel Macron si dimette dall’incarico, il 16 novembre annuncia la sua candidatura alle presidenziali del 2017.

“Il sistema ha smesso di proteggere coloro che doveva proteggere. La politica vive ormai per sé stessa ed è più preoccupata della propria sopravvivenza che non degli interessi del paese. Il mio obiettivo non è quello di riunire la destra o la sinistra, ma di riunire i francesi”. Così Macron ha aperto la sua campagna elettorale, campagna che fino ad oggi sembra raccogliere sempre più successi.

Stando ai sondaggi Macron si posizionerebbe, con il 21-23% delle preferenze, al secondo posto nel primo turno. In un ipotetico secondo turno Macron risulterebbe vincitore sia contro Le Pen che contro Fillon, capitalizzando nel primo caso il 63-65%, mentre nel secondo il 52-58%.

A Macron è spesso mossa l’accusa di non avere alcuna esperienza, sottolineando soprattutto la mancanza di un programma, che sarà definito formalmente nel mese di febbraio. Possiamo intanto avanzare qualche punto che raccoglie le sue posizioni politiche, considerando che anche in mancanza di un programma Macron sta raccogliendo già enormi successi nell’elettorato.

Molte delle sue posizioni sono certamente di sinistra, una sinistra liberale svincolata da ideologie e su posizioni di “terza via” come ad esempio “proteggere non i posti di lavoro, ma i dipendenti”. Macron si rivolge ai progressisti, agli elettori che non si identificano più in modo definito né con la destra né con la sinistra: si rivolge a ecologisti, liberali, centristi, social-democratici, ma soprattutto a chi non sente di avere un’affiliazione politica precisa.

Ha posizioni contrarie allo strapotere della burocrazia, in favore dei lavoratori. Macron parla di semplificare il sistema, di decentralizzare e contemporaneamente proteggere i lavoratori, senza tuttavia dimenticarsi dello spirito imprenditoriale che va difeso con le adeguate misure, come ad esempio facilitando le decisione di prendersi dei rischi durante le proprie carriere lavorative e difendendo “un diritto universale alla mobilità professionale” a differenza della destra, non vuole la riduzione progressiva dei sussidi di disoccupazione.

Secondo Macron le classi medie dei paesi sviluppati si sono drasticamente indebolite, bisogna pertanto intervenire: “Le classi medie si sono costruite socialmente, politicamente, ideologicamente sul concetto di progresso e sulla convinzione che i loro figli avrebbero vissuto meglio dei loro genitori. Questo non è più vero”. Per quanto riguarda le pensioni, Macron propone un pensionamento differenziato in base alle carriere lavorative. L’istruzione per il candidato ha bisogno di investimenti e soprattutto di autonomia, soprattutto per le università. La sicurezza inoltre va aumentata, Macron ha promesso diecimila nuove assunzioni nella polizia.

Il grande merito di Macron è quello di parlare con entusiasmo di Europa e di riscuotere consensi su questo punto. Le sue posizioni a riguardo sono apertamente filoeuropeiste, in campo economico l’Europa “è la nostra migliore protezione, di fronte alla concorrenza sleale di cinesi e indiani” ma soprattutto “è la nostra identità, il nostro sogno“. Chiudere le frontiere per lui è sbagliato, invece la cooperazione va aumentata perché attualmente inesistente. La sovranità secondo Macron è europea e non più nazionale, la contrapposizione con la Le Pen su questi temi è particolarmente sottolineata dalle accuse forti mosse dall’ultradestra contro Macron, definito “il candidato di Bruxelles”.

I risultati delle primarie a destra e a sinistra hanno semplificato la vita a al candidato indipendente. Da un lato la scelta di Fillon lascia libero uno buon numero di votanti centristi, questo bacino di votanti si è allargato grazie alla vittoria di Hamon nelle primarie dei socialisti. Hamon oltre ad aver lasciato senza candidato molti elettori centristi, ha inoltre un rapporto conflittuale con molti ex membri di governo e parti del partito rappresentanti la linea destra, ciò potrebbe portare a defezioni all’interno del partito verso il candidato ufficiale. Macron può contare inoltre su personaggi di alto profilo del governo, come l’ex candidato presidente Segolene Royal, supporter della sua campagna.

Gli eventi recenti sembrano inoltre aver apportato benefici a Macron. Fillon, la cui popolarità cominciava già ad inclinarsi è stato travolto dal “Penelope Gate”. Ciò potrebbe aprire nuovi scenari in un contesto di diffuso scetticismo verso i politici dell'”establishment”: saranno beneficiati i candidati come Macron che hanno costruito il loro successo sulla loro provenienza extra-politica.

Al fianco del candidato c’è un movimento: “En Marche!“. Macron ha annunciato che il movimento sarà presente anche nelle prossime legislative, la composizione del movimento corrisponde alle posizioni del suo leader, essendo un movimento che per ora è caratterizzato dal compito di promuovere il suo volto, il suo candidato che lo tiene in piedi. Coloro che vorranno candidarsi con En Marche dovranno farlo on-line, dovranno aderire al “contratto con la nazione”. Saranno importanti nella composizione delle future liste a)la parità tra sessi. b)la mancanza di condanne giudiziarie. c) pluralismo politico, il movimento, come già sta facendo per gli elettori, conterà su candidati progressisti da tutte le posizioni politiche.

Fino a qualche mese fa, la maggior parte degli elettori si aspettava un replay delle elezioni del 2012: una corsa a tre fra Sarkozy, Le Pen e Hollande. Le condizioni sono cambiate con la sconfitta di Sarkozy al primo turno delle primarie, vinte da Fillon. Hollande ha annunciato che non avrebbe preso parte alle elezioni, Valls ha però perso contro Hamon. Marine Le Pen si aggira costantemente intorno al 25-26%, e i sondaggi dicono che potrebbe perdere contro Macron al secondo turno. Il nuovo bersaglio del Front National, da qualche settimana, non è più Fillon, ma proprio Macron, dunque certamente è quasi sicuro uno scontro Macron Le Pen al secondo turno. Riuscirà Emmanuel Macron a vincere? Sarà certamente un’impresa difficile e per una tale ipotetica battaglia è ancora troppo presto per fare previsioni.

 

Fonti e approfondimenti:

En Marche? Who is Emmanuel Macron and why he stands a chance to win the French presidency

Emmanuel Macron and the building of a new liberal-centrist movement

https://www.theguardian.com/commentisfree/2017/jan/18/emmanuel-macron-anti-system-french-presidency

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