Russia Unita e il sistema politico della Federazione

Elezioni Russia
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Il sistema politico dell’odierna Federazione Russa è determinato dalla Costituzione approvata dal plebiscito tenutosi il 12 Dicembre dell’anno 1993. Da quel momento la Russia ha affrontato varie difficoltà nel creare un sistema politico che riuscisse a funzionare democraticamente dopo settantacinque anni di governo sovietico.

La Costituzione stabilisce il principio della separazione dei poteri tra il legislativo, l’esecutivo e il giudiziario. In Russia vige il regime di Repubblica semipresidenziale, in cui il il ruolo centrale della Federazione è affidato alla Presidenza. Il potere legislativo appartiene all’Assemblea Federale, che è l’organo rappresentativo e legislativo della Federazione Russa.
Questa è formata da due camere: consiglio della Federazione e la Duma di Stato. La Costituzione della Federazione Russa all’Art. 96/1, stabilisce che “la Duma di Stato è eletta per un periodo di quattro anni” e difatti dalla caduta dell’URSS hanno avuto luogo cinque elezioni per il Parlamento. Altrettante sono state le elezioni Presidenziali.

Il Regolamento per le elezioni della Duma di Stato stabilì un sistema elettorale di tipo misto, ovvero: 225 deputati da eleggere con il sistema elettorale proporzionale, sulla base di liste elettorali federali bloccate, con una soglia di sbarramento elettorale del 5%, gli altri 225 deputati invece da eleggere con un sistema maggioritario in collegi uninominali.

Nel 2006 è stata approvata la Legge Federale sulle elezioni dei deputati della Duma di Stato, ma già l’anno successivo sono state approvate sostanziali modifiche alla legislazione allora vigente. Esse prevedono il passaggio da un sistema misto proporzionale-maggioritario ad un sistema unicamente proporzionale sulla base di liste federali bloccate. Inoltre è stata elevata la soglia di sbarramento dal 5% al 7% (che è stato introdotto nelle elezioni del 2007). Questo approccio ha portato molti a considerarlo come la pietrificazione del sistema partitico russo.

In vista delle elezioni parlamentari tenutesi nel settembre del 2016 è stata nuovamente riformata la legislazione elettorale. Per entrare nella Duma, le formazioni politiche devono oggi superare una soglia di sbarramento, che scende dal 7 al 5%, ed è stata reintrodotta la formula mista. Gli aventi diritto al voto nel 2016  (contando la Crimea e Sebastopoli) sono divenuti 109 milioni, oltre 111 milioni comprendendo gli abitanti all’estero).

Bisogna rimarcare che i partiti hanno il diritto di partecipare alle elezioni solo se sono presenti in una sede certificata dal ministero della Giustizia in almeno 43 regioni della Russia. Inoltre se il partito non ha partecipato alle elezioni almeno una volta negli ultimi 7 anni viene escluso. I partiti possono presentarsi alle elezioni senza l’obbligo di raccolta di firme se hanno avuto almeno il 3% dei voti alle elezioni precedenti. In caso contrario è necessaria la raccolta di 200 mila firme – che devono essere certificate dalle autorità della della CEC (Central Election Commission).

Sono stati 14 i partiti che vi hanno partecipato, solo un terzo di quelli presenti sul campo hanno avuto l’autorizazzione della CEC: Partito Liberal-Democratico, “Russia Giusta”, “Patrioti della Russia”, “Piattaforma Civica”, Verdi, il Partito della crescita, il Partito Comunista, PARNAS, “Forza Civile”, “Comunisti della Russia”, “Jabloko”, “Patria”, “Russia Unita” e il Partito russo dei pensionati per la giustizia.

Il partito presidenziale “Russia Unita” è stato l’unico ad organizzare le primarie per formare la sua lista dei candidati nelle elezioni della Duma. L’attuale leader del partito è il Primo Ministro, Dmitrij Medvedev. Circa il 60% della membership partitica è stato rinnovato prima delle elezioni del 2016. Tutta la campagna elettorale del partito, come in passato, si basava sul sostegno alla politica del Presidente, che apertamente sostiene l’attività del partito. Dopo il suo indefettibile successo nelle elezioni parlamentari il 24 settembre “Russia Unita” ha ottenuto 343 seggi dei 450 totali.

A seguire con soltanto 42 seggi si posiziona il Partito Comunista della Federazione Russa (da alcuni individuato come il successore del PCUS (Partito Comunista dell’Unione Sovietica). Il partito Liberal-Democratico (di ispirazione populista) e Russia Giusta (partito di centrosinistra) hanno avuto pressoché lo stesso ammontare dei seggi. Invece, i partiti di opposizione extraparlamentare non hanno superato né la soglia di sbarramento del 5% né quella del 3% (che dà accesso al finanziamento pubblico). Questo risultato ha garantito al partito “del potere” la maggioranza costituzionale, che permette a “Russia Unita” di adottare le leggi costituzionali senza alcun vincolo da parte degli altri gruppi parlamentari della Duma di Stato.

I partiti di opposizione parlamentare vengono spesso definiti come “partiti golem“, cioè partiti in realtà non puntati a vincere ma a creare semplicemente un’immagine di democrazia in Russia. Molti analisti occidentali e molti oppositori politici portano avanti questa definizione, sottolineando i continui rapporti che i leader politici di questi partiti minori hanno con il presidente Vladimir Putin. Un esempio lampante è la figura di Gennadij Andreevič Zjuganov, leader del Partito comunista della Federazione Russa, che si dovrebbe opporre a Russia Unita, ma che allo stesso tempo ha continui rapporti con il presidente anche di natura economica.

Le ultime elezioni non hanno portato grandi successi per i partiti dell’opposizione. In termini di voti in quanto la maggior parte di essi ha peggiorato i risultati, con l’eccezione dei liberal democratici che hanno ottenuto l’1,47 % dei voti in più rispetto il 2011.

Dopo il fallimento del tentativo di formare un unica lista di partiti liberali extraparlamentari del opposizione (Demkoalizia), i politici che apertamente criticavano “il regime” hanno deciso di presentarsi alle elezioni nelle liste separate come candidati dai partiti “Jabloko” e PARNAS, oppure individualmente nei collegi uninominali con il sostegno di “Russia Aperta” di Khodorkovsky.

È stata l’incapacità cronica di mettersi d’accordo a portare i “liberali” ad una debacle nelle elezioni della Duma, tanto che in seguito alle elezioni, il partito “Jabloko” è stato privato anche dei fondi pubblici.

Il fatto che le elezioni della Duma si siano tenute per la prima volta nella penisola di Crimea ha segnato il completamento dell’integrazione dei nuovi territori nel sistema politico russo. L’elevato astensionismo elettorale dei cittadini, legato alla scarsa fiducia nello stesso procedimento elettorale adottato nel Paese. Il rinnovo della Duma di Stato, costituzionalmente stabilito ogni cinque anni, è stato appositamente anticipato da dicembre a settembre del 2016 attraverso la  Legge federale con lo scopo di sincronizzare le elezioni nazionali e quelle regionali, che in tal modo si sono state svolte nel Giorno Unico delle Elezioni.

 

 

Fonti e approfondimenti

http://government.ru/

Indice numero in corso

http://www.osce.org/odihr/elections/russia/265186?download=true

http://www.duma.gov.ru/

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