La disarmonia della classe media cinese

classe media
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Una della grandi domande che vengono fatte quando si cerca di capire la società cinese è come definire in maniera appropriata la classe media. Essendo un Paese a vocazione socialista questa definizione è molto spesso difficile da dare e sopratutto i parametri che vengono usati per definire la classe media Occidentale spesso risultano poco precisi. L’obiettivo principale di questo articolo è quello di definire la classe media cinese, spiegare i conflitti con le altre classi sociali e analizzare come il governo di Pechino interagisce con la più grande fascia sociale del mondo.

Qual è la classe media cinese?

Possiamo individuare 4 maggiori definizioni di classe media cinese. La prima a cui facciamo riferimento è quella data dal McKinsey Global Institute che definisce la classe media cinese come quella fascia di popolazione che ha un potere d’acquisto compreso tra i 13,500$ e i 53,900$ annui. La seconda definizione invece è data dalla Chinese Academy of Social Science (CASS) che non si focalizza sulla capacità economica dei singoli cittadini ma sulla capacità economica familiare. Secondo il CASS quindi il potere economico familiare deve essere compreso tra i 18,100$ e i 36,200$ per la classe media. Stesso tipo di parametri anche per il China’s National Bureau of Statistics (CNBS), terza definizione, che però allarga la fascia in maniera molto netta. Infatti le famiglie appartenenti alla classe media sono coloro le quali percepiscono tra i 7,250$ e i 62,500$ annui. Tutte queste definizioni però non sembrano essere in grado di cogliere veramente l’essenza della classe media cinese, utilizzando parametri che possono essere applicati per il mondo Occidentale.

A questo proposito il professore Zhou Xiaohong ha dato una definizione profondamente diversa che non si riferisce alle entrate dei singoli cittadini ma che guarda agli impieghi dei cinesi. La classe media cinese è rappresentata da coloro che hanno lavori di management o tecnologici, imprenditori, detentori di attività private o coloro che lavorano all’interno degli uffici pubblici (ovvero del governo centrale). Quello che aggiunge il professore è che, diversamente dalla classe media statunitense, quella cinese si è concentrata maggiormente nelle grandi città e sulla costa.

Volendo sintetizzare e cercare di dare una definizione più precisa possibile di classe media cinese possiamo definirla come una categoria sociale composta da imprenditori o professionisti che hanno un’istruzione adeguata e che guadagnano un corrispettivo in dollari compreso tra i 10,000$ e i 60,000$ l’anno. Secondo questa definizione appartengono alla classe media cinese circa 300 milioni di cinesi (pari a circa l’intera popolazione statunitense), circa il 25% della popolazione.

Il contrasto sociale

Il grande problema della classe media cinese si sviluppa osservando maggiormente due grandi temi: il sistema sanitario e l’educazione. Entrambi non sono garantiti dallo Stato e questo porta a quella che potremmo definire una tassazione indiretta nei confronti della classe media. Infatti, la necessità di ricorrere alla sanità e la voglia di investire nell’educazione sono due pilastri centrali per la fascia sociale più diffusa in tutti i Paesi del mondo. Mentre l’educazione è un tema che sempre di più si sta sviluppando sia all’interno dei confini della Repubblica del Popolo della Cina sia all’estero (il numero di cinesi che studiano all’estero è sempre più alto, grazie anche alle concessioni che il governo di Pechino permette), la sanità è fonte di grandi contrasti sociali.

Attorno alla sanità infatti esiste un grande conflitto sociale che porta sempre maggiori tensioni tra la fascia di popolazione più bassa e la classe media. I poveri o coloro che vivono sulla soglia della povertà sono spinti, maggiormente per sopravvivenza, a lavorare all’intero di ambienti che producono la più grande fetta di inquinamento in termini percentuali. Questo ha portato, così come si legge su qualsiasi tipo di notizia riguardante l’inquinamento, a un livello record di smog nelle città cinesi tanto che tra le prime 20 città più inquinate al mondo la maggior parte sono cinesi. Per questo motivo il costo delle spese sanitarie da parte della classe media si è innalzato notevolmente, creando quindi, inevitabilmente, un contrasto molto forte tra le due classi.

Da questa situazione i ricchi sono gli unici che possono realmente cercare delle soluzioni alternative di vita, soprattutto all’estero, mentre la classe più bassa è costretta a vivere imprigionata all’interno della società cinese, senza la minima possibilità  di evadere. Oltre a questo fortissimo peso sulle spalle della classe povera c’è da evidenziare come il “comparative advantage” (ovvero la teoria economica per cui un paese tenderà a specializzarsi nella produzione del bene su cui ha un vantaggio comparato rispetto agli altri, in questo caso il costo dei salari dei lavoratori non specializzati), che una volta era nelle mani della Cina oggi sta sempre di più slittando verso altri Paesi quali l’Etiopia o il Bangladesh.

La classe media si incastra tra queste due classi sociali andando a costituire la fetta maggiore della popolazione cinese. Il risultato di questo confronto sociale non facile da comprendere è un movimento ambiguo della classe media che non ha una chiara linea di sviluppo, ma che ha differenti soluzioni per cercare di affermarsi nel proprio Paese.

La “Società Armoniosa”

Nel 2002 il Presidente della Repubblica del Popolo della Cina, Hu Jintao, iniziò un processo di sviluppo per diminuire le fratture sociali consolidatesi all’interno della Cina. Il concetto della Società Armoniosa fu il grande cavallo di battaglia del predecessore di Xi Jinping. E’ necessario sviluppare una “società che è democratica e governata dalla legge, solidale e giusta, fraterna, piena di vitalità, stabile e ordinata, che mantenga armonia tra la natura e l’uomo” così il presidente Hu spiegava la sua idea nel 2002. Lo sviluppo di questa politica innovativa si basava sulla necessità di compensare quello che lo sviluppo economico aveva creato tra il 1978 (anno di apertura della Cina al mondo globalizzato) e il 2001: disparità. Secondo questa visione le riforme economiche di Deng Xiaoping avevano portato a politiche economiche che avevano favorito alcuni settori, ovvero la classe media (sia quella alta che quella bassa) e alcune regioni (ovvero quelle costiere) e le città (anziché campagne e la zona della Cina centrale. In questo modo il Paese aver lasciato che “alcune persone diventassero ricche per prime”.

Introduzione delle “cinque paia di coordinate” era la nuova sfida della Cina, i quali possono essere riassunti in:

  • campagne contro città
  • costa contro centro e occidente
  • economia contro società
  • uomo contro natura
  • sviluppo interno contro apertura al mondo

Vincendo queste cinque sfide la Cina sarebbe tornata ad essere una società giusta ed eguale.

Dove va la classe media oggi?

Come già accennato prima la classe media può essere divisa in classe media alta e classe media bassa. Le analisi portate avanti dal McKinsey Institute dimostrano che nel 2022 l’alta classe media diventerà la fascia di popolazione più numerosa della Cina. Circa il 54% della classe media deterrà proprietà all’interno delle città, con una crescita del consumo privato di circa il 22,4% rispetto ai dati del 2012. Questo aumento notevole porterà alla diminuzione della detenzione di proprietà urbane alle fasce più povere e alla classe media inferiore. In controtendenza invece la classe ricca, la quale vedrà un incremento sostanziale della detenzione di proprietà urbane.

Nel 2002 il 40% della classe media appartenente alle piccole città viveva all’interno delle 4 megalopoli cinesi: Beijing, Shanghai, Guangzhou e Shenzhen. Dal 2022 questa percentuale potrebbe cascare vertiginosamente al 16%. Questo è dato dallo slittamento della classe media verso l’entroterra, che potrebbe registrare un incremento del 50% della popolazione borghese. Le città che maggiormente accoglieranno questo massiccio spostamento saranno Leshan e Ziyang, nel sud invece Yongzhou, mentre nel nord Yulin.

Circa il 40% della classe media quindi dal 2022 potrebbe popolare la Cina interna, lasciando “solo” il 60% della restante classe media nella zona costiera. Questo spostamento deriva dal grande sviluppo che la Cina sta portando avanti riguardo a materie molto diverse tra di loro, dalla produzione di vino all’ampliamento delle zone industriali. Progressivamente queste zone quindi saranno il centro di connessione tra la periferia e il centro grazie anche alla loro già forte connessione sia su rotaia che su gomma. Questo spostamento della classe media verso il centro sta simulando l’economia cinese non solo dal punto di vista della produzione verso l’esterno ma anche del mercato domestico.

Un altro dato interessante da notare all’interno della classe media è l’ascesa di quella che viene definita la Generazione 2 (G2), ovvero una “nuova” classe media. Questa classe media è molto giovane, nata dopo la metà degli anni ’80 dello scorso secolo e che oggi comprende circa 200 milioni di persone, rappresentando il 15% della spesa privata all’interno delle grandi città. Questa G2 a volte è stata paragonata al fenomeno del baby-boom statunitense ma in verità i numeri sono molto maggiori, si parla di almeno 3 volte la grandezza del fenomeno USA. Questa nuova generazione è cruciale per un altro motivo: l’utilizzo di Internet come mezzo di informazione e, più in generale, per qualsiasi tipo di attività. La G2 sta portando la Cina a un’apertura, dall’interno, verso il mondo del web, nonostante le restrizione imposte dal governo centrale.

Possiamo concludere quindi che, nonostante esista una forte differenza di leadership tra Hu Jintao e Xi Jinping, la classe media cinese sta continuando a muoversi e a svilupparsi secondo delle direttive che Pechino ha costruito già nel 2002. Le politiche di forte accentramento attuate da Xi, facendo rivivere anni oramai dimenticati, creano una destabilizzazione interna da non sottovalutare. La classe media cinese, come detto, è la fascia di popolazione più vasta all’interno del colosso asiatico e le tensioni che si inaspriscono sempre più con Pechino non aiutano il pieno raggiungimento della società armonica. Lo Stato cinese, continuando sui binari impostati da Xi, si dirige sempre più verso un sistema disarmonico che potrebbe rompersi da un momento all’altro.

Fonti e Approfondimenti:

http://www.limesonline.com/en/chinas-middle-class-dilemma

https://www.forbes.com/sites/helenwang/2010/11/24/defining-the-chinese-middle-class/#638e2e056676

http://www.mckinsey.com/industries/retail/our-insights/mapping-chinas-middle-class

Kanbur, R, Wang, Y., Zhang, X., “The Great Inequality Turnaround”, 2017

 

 

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