Elezioni francesi: i programmi in politica estera, difesa e sicurezza

Immagine generata con supporto AI © Lo Spiegone CC BY-NC

Le presidenziali francesi si avvicinano e, grazie agli eventi internazionali, la politica estera, la difesa e la sicurezza sono sempre di più al centro della campagna elettorale. Cerchiamo di analizzare quali sono le posizioni dei cinque candidati su 5 tematiche fondamentali: la politica estera, il terrorismo, la difesa, l’immigrazione e l’Europa.

Difesa

Francois Fillon: propone di allargare le spese della difesa portandole al 2% del PIL, cosa largamente richiesta dal Presidente degli Stati Uniti Donald Trump. Vuole mantenere il nucleare come deterrente, aumentare la capacità della marina militare di pattugliare le acque francesi e ingrandire il numero dei riservisti. L’ultima proposta prevede l’aumento degli operativi di 77.000 unità e il rilancio dell’industria pesante e della ricerca nel campo delle tecnologie militari.

Marine Le Pen: vorrebbe lasciare il comando centralizzato alla NATO, aumentare il budget della difesa al 2% e aumentare la partecipazione francese in interventi di lotta alle minacce mondiali. Prevede un aumento di 50.000 militari e l’inserimento di un servizio di leve a due anni, sul modello del vecchio sistema vigente in Francia fino al 1998.

Benoit Hamon: è un sostenitore della NATO, ma è contrario ad un qualsiasi allargamento dell’alleanza. Vuole aumentare il budget della difesa al 2%, ma gradualmente nei 5 anni di presidenza. Non prevede un aumento del numero dei militari, ma chiede un diverso utilizzo per le forze armate. Si sofferma molto sul miglioramenti delle condizioni sociali dei militari e sull’aiuto ai veterani.

Emmanuel Macron: propone di aumentare il budget della difesa al 2%, come richiesto dalla NATO, e inoltre vorrebbe aumentare il numero di effettivi delle armate francesi, ma non ha specificato né la tempistica né il numero. Vorrebbe creare un servizio militare obbligatorio e universale di un mese, per riunire il sentimento francese e preparare in modo migliore i riservisti.

Jean-Luc Mélenchon: vuole rilanciare il progetto di una difesa francese autonoma, ma non ha parlato ufficialmente di un’uscita dalla NATO. Porta avanti da tempo la proposta di ridare la difesa in mano alla nazione, di conseguenza chiede la nazionalizzazione delle industrie pesanti e la leva obbligatoria, anche se non parla di leva ma di “richiamo alla guardia nazionale“, per cercare di ricostruire il sentimento nazionale francese.

Terrorismo

Francois Fillon: chiede il totale rinnovamento dei servizi di sicurezza, militari e civili, e un aumento di fondi e uomini per quest’ultimi. Propone la privazione della nazionalità per coloro che sono andati a combattere in Siria per il sedicente Stato Islamico. Vuole fornire ai prefetti il potere di chiudere luoghi di culto che istigano all’odio. È convinto che lo stato di emergenza sia necessario e andrebbe inasprito.

Marine Le Pen: vuole lanciare una crociata contro “l’islamizzazione della Francia”, chiudendo le moschee irregolari e tutti i luoghi che possono essere ricondotte all’estremismo. Prevede la chiusura di tutte le organizzazioni che possano danneggiare in qualsivoglia modo la Francia, una definizione molto vaga. È sempre stata un’alfiere delle norme sulla perdita di cittadinanza per cittadini collegati al terrorismo islamico. Ritiene lo stato di emergenza una norma necessaria e che va aumentato il controllo statale.

Benoit Hamon: chiede più fondi e più operativi per i servizi di sicurezza. Vorrebbe il graduale termine dello stato di emergenza che, dagli attentati del Bataclan, è ancora in vigore. Si è sempre opposto alla misura della perdita della cittadinanza per i colpevoli di terrorismo, ma allo stesso tempo chiede la formazione di uno speciale reato di partecipazione ad organizzazione terroristica.

Emmanuel Macron: è l’unico candidato che parla dei problemi sociali ed economici francesi come di una causa all’aumento di rischio di radicalizzazione, di conseguenza vorrebbe una maggiore attenzione verso alcune fasce di popolazione più fragili. Prevede di terminare al più presto lo stato di emergenza, che comunque ritiene necessario, e la missione Sentinella, la quale prevede il pattugliamento militare di obiettivi sensibili. Crede che i candidati, non avendo report dei servizi di sicurezza, non possano realmente essere consci del rischio terroristico.

Jean-Luc Mélenchon: propone la lotta al fondamentalismo islamico e al terrorismo andando a toccare maggiormente le fonti di finanziamento, come i fondi delle monarchie del Golfo. Vuole l’immediato ritiro dello stato di emergenza e della legge Sentinella, che a suo parere hanno creato solo danni.

Europa

Francois Fillon: chiede un aumento del peso dell’Europa, con una governance anche politica e non solo economica militare. Inoltre vorrebbe la formazione di un esercito europeo forte, con un comando condiviso, e un maggiore controllo di agenzie europee sui confini dell’Unione. L’ultima proposta è quella di mettere fine alla politica dell’allargamento, sia a Est e sia alla Turchia.

Marine Le Pen: è la paladina dell’ euro-scetticismo in Francia, ma le sue posizioni sono però più morbide di quelle del padre. Vuole infatti un ritiro temporaneo dai trattati europei e nel frattempo l’organizzazione del referendum sull’Euro. Non prevede un totale abbandono della moneta comune ma aspirerebbe ad una doppia moneta in cui l’euro è soltanto una moneta da usare fuori dai confini.

Benoit Hamon: chiede un rinnovamento delle istituzioni europee in salsa social democratica europeista. Chiede una maggiore democrazia del sistema facendo passare il potere decisionale dall’Euro-gruppo al Parlamento europeo, inoltre chiede la fine dell’economicismo europeo e una maggiore volontà politica. Vorrebbe la formazione di un esercito europeo, a comando condiviso, e un aggiustamento ambientalista della politica energetica europea.

Emmanuel Macron: ritiene l’Europa un processo indissolubile e irreversibile. Vuole rafforzare ogni aspetto dell’Unione Europea attraverso la formazione di un esercito europeo, la democratizzazione delle istituzioni e la creazione di un sistema di diritti sociali europei. Non crede nell’Europa a due velocità ma vorrebbe un’Europa unita e unica ma con differenti tempistiche nel raggiungimento dei risultati.

Jean-Luc Mélenchon: è disposto a rimanere nell’Unione Europea solo davanti ad un cambiamento radicale. Chiede il cambiamento dell’intera politica economica, a suo parere estremamente liberale, vorrebbe dazi doganali e maggior indipendenza. Per ottenere tutto questo vorrebbe rinegoziare i trattati europei, nel caso di fallimento prevede un referendum per uscire dall’Euro.

Politica Estera

Francois Fillon: Chiede un avvicinamento e un dialogo con la Russia di Putin su molteplici temi dalla Siria, situazione in cui non pretende l’uscita di scena di Assad a tutti i costi, all’Ucraina, in cui ammette l’errore dell’allargamento NATO. Propone un nuovo sistema per la cooperazione internazionale, verso paesi che hanno immigrati in Francia, che legherebbe l’ammontare di fondi inviato ad un paese a quanto esso si occupa di riprendersi parte dei suoi cittadini immigrati clandestinamente.

Marine Le Pen: Propone una politica estera molto programmatica e realista, pochi valori e principi da difendere, vuole solamente la difesa strenua degli interessi francesi. Chiede una forte cooperazione con i paesi francofoni, l’apertura di un dialogo alla pari con la Russia e sulla Siria non si espone, ma è disposta a dialogare con tutti coloro che combattono il terrorismo islamico, compreso il regime siriano.

Benoit Hamon: Mantiene il programma tipico del partito socialista francese. È un grande sostenitore dell’ONU, essendo grande amico dell’attuale segretario generale, anche se vorrebbe in parte riformare l’organizzazione. Ha molto a cuore il riconoscimento dello Stato Palestinese e la difesa delle zone francofone nel mondo. Chiede una politica estera più dolce e lontana il più possibile dai decisionismi di Trump, Putin e della Cina, che,  a suo parere, sono tutti e tre degli interlocutori ma che devono essere anche criticati e non solo seguiti.

Emmanuel Macron: È un grande sostenitore delle istituzioni e delle organizzazioni internazionali, anche se vorrebbe aumentare i membri permanenti del Consiglio di Sicurezza dell’ONU, è un forte sostenitore dell’entrata della Germania, e in minima parte anche dell’Italia. È disposto ad un compromesso con la Russia in Siria, ma non accetterebbe nessun compromesso sull’Ucraina, su cui chiede il pieno rispetto degli accordi di Minsk.

Jean-Luc Mélenchon: Non riconosce il Fondo Monetario Internazionale, la NATO e la Banca Mondiale come istituzioni valide e vuole disimpegnarsi da esse, dall’altra parte vuole un rilancio della figura delle Nazioni Unite, che vorrebbe anch’esse riformare. Non è contrario ad un accordo con la Russia in tema di guerra in Siria e di Ucraina. Crede che la cooperazione allo sviluppo, anche se la definisce cooperazione termondista, sia centrale nel sistema internazionale francese e che debba puntare su temi ambientali e di sviluppo sostenibileInoltre vuole riconoscere lo Stato Palestinese e difendere il Diritto Internazionale in tutti gli scenari

Immigrazione

Francois Fillon: Propone di inserire il sistema di quote europeo in costituzione, ma lo vincolerebbe alla capacità della Francia di accogliere, con un calcolo tra popolazione e migranti accolti, e alla capacità dei migranti di integrarsi. Chiede la formazione di un reato di immigrazione clandestina, citando il modello italiano, vuole regole più severe per avere la cittadinanza e l’accesso a qualsiasi sussidio deve essere vincolato alla presenza da almeno due anni sul territorio francese. La proposta più controversa è quella del rifiuto di un completo accesso al sistema sanitario per i migranti, chiede invece un limitato numero di interventi e inoltre vorrebbe permettere ai medici la possibilità di interrogare l’eventuale migrante per capire la sua posizione giuridica e eventualmente denunciarlo alle autorità.

Marine Le Pen: propone le misure più drastiche contro l’immigrazione, vuole la soppressione dello Ius Soli e l’inserimento di un tetto annuale massimo di 10000 migranti. Le sue altre proposte prevedono una stretta ai parametri per l’asilo, la totale proibizione alla regolamentazione degli immigrati irregolari e la negazione del ricongiungimento familiare e del passaggio della cittadinanza per via matrimoniale.

Benoit Hamon: non ritiene l’immigrazione un reale problema essendo da sempre uno dei sostenitori della normalità dello spostamento degli uomini. Crede che sia necessario  trovare delle soluzioni alle crisi dei paesi del Maghreb e dell’Africa sub sahariana non per limitare il flusso ma per concedere alla popolazione una scelta tra venire in Europa e rimanere nel proprio paese, credendo che in questo momento non ne abbiano. Vuole semplificare le procedure di asilo e si oppone fermamente al reato di immigrazione clandestina.

Emmanuel Macron: vuole mantenere tutte le attuali politiche sull’immigrazione, che ha contribuito a scrivere, e inoltre vorrebbe un accorciamento dei tempi per l’analisi delle domande d’asilo. Chiede che il primo criterio per dare la cittadinanza, oltre al periodo di vita in Francia, sia la lingua francese, per questo vuole fornire corsi di lingua a tutti i migranti arrivati.

Jean-Luc Mélenchon: chiede la demilitarizzazione degli interventi europei in fatto di migrazione e accetta un maggiore flusso di migranti verso la Francia. La sua proposta è quella di mantenere tutte le attuali misure per l’immigrazione e facilitare la richiesta di asilo. Crede che l’immigrazione con integrazione e benessere sociale non sia un problema, ma un aiuto per la Francia.

 

 

Fonti e Approfondimenti:

Fai clic per accedere a Programme-Emmanuel-Macron.pdf

Fai clic per accedere a projet-presidentiel-marine-le-pen.pdf

Le projet et programme de Benoit Hamon 2017 (également format pdf)

https://avenirencommun.fr/sommaire-du-programme/

https://www.fillon2017.fr/projet/

http://www.internazionale.it/notizie/2017/03/21/programmi-candidati-francia

 

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