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Lo Spiegante: Oscar Palma, le FARC e la Colombia

Immagine generata con supporto AI © Lo Spiegone CC BY-NC

Abbiamo già avuto modo di parlare della situazione in Colombia, sia prima sia dopo il referendum dello scorso ottobre che ha visto il 51.3% della popolazione colombiana bocciare l’accordo raggiunto tra il governo e le FARC (In fondo all’articolo potete trovare i link). Nelle scorse settimane abbiamo avuto l’occasione di entrare in contatto con Oscar Palma, professore al Colegio Mayor de Nuestra Señora del Rosario, in Colombia, che ci ha spiegato cosa sta accadendo nel Paese.

L’intervista originale, scritta in inglese, si trova qui.

1 . Qual’è l’attuale situazione in Colombia?

La situazione è complessa, il Presidente sta raggiungendo un accordo ma ha contro di sé una vasta opposizione e il suo indice di popolarità sta crollando precipitosamente. Probabilmente, ad ora, è il presidente meno popolare che abbiamo avuto negli ultimi anni e ciò non solo per l’accordo con le FARC ma anche per i diversi scandali di corruzione che si sono succeduti negli ultimi tempi e il modo in cui ha cercato di risolverli. Tutto ciò è stato logicamente sfruttato dall’opposizione, che ha creato un movimento contrario al presidente, come si è potuto vedere lo scorso Aprile nella grande dimostrazione che ha coinvolto diverse città del Paese. Il Paese è politicamente diviso e, anche tra chi supporta l’accordo, non tutti approvano l’amministrazione di Santos. Per quanto riguarda il lato economico, il Paese sta procedendo in modo positivo, anche se la crescita non è stata così alta come ci si aspettava. (1.5%-1.9% del PIL 2015-2016). Il vero problema, però, si può vedere quando si va ad analizzare il gap tra i ricchi e i poveri, che è molto vasto e, inoltre, ci sono aree del paese che sono pesantemente affette dalla povertà. Quindi se andiamo a guardare a livello macroeconomico potremmo pensare che vada tutto bene ma se andiamo ad analizzare altri indicatori come lo sviluppo e l’integrazione sociale la situazione è ancora drammatica.

2 . Potrebbe spiegarci i punti principali dell’accordo tra governo e FARC? Perché solo queste ultime sono state incluse nell’accordo?

Fondamentalmente vi erano altri gruppi all’inizio delle negoziazioni ma non si è riusciti ad arrivare a concordare un tavolo di negoziati con tutti. Per esempio l’ILN ha preferito portare avanti un proprio processo separato, che sta iniziando solo ora. Logicamente altri gruppi criminali non sono stati presi in considerazione e quindi si è giunti alla conclusione che una negoziazione fosse possibile solo con le FARC.
Parlando dell’accordo possiamo vedere come sia composto da sei punti, ognuno dei quali contiene clausole interne. Si tratta in tutto di 300 pagine di accordo contenenti moltissimi compromessi raggiunti tra governo e FARC.

Punto 1

Il primo punto riguarda la politica sullo sviluppo agricolo nelle aree periferiche che sono sempre state messe da parte nel corso della storia del Paese. In queste aree si è sviluppata, a causa dell’assenza delle istituzioni statali, una vasta economia illegale. L’obiettivo è di ridurre la povertà del 50% in dieci anni, principalmente ridistribuendo le terre alle persone che le hanno perse durante il conflitto. Dal momento che ci sono molte terre inutilizzate o senza un proprietario, l’idea è quella di creare un grande fondo e distribuirle tra la popolazione più povera. A ciò vengono aggiunte tutte quelle garanzie atte a far crescere l’economia in queste aree marginali, come la costruzione di diverse infrastrutture a partire dalle strade, la creazione di un’economia reale e di un sistema sanitario, la possibilità di accesso all’acqua e alla connessione internet. Insomma, tutto ciò che è attualmente inesistente in queste aree.

Punto 2

Guardando alla partecipazione politica, il principale obiettivo del punto due è la creazione del partito politico delle FARC, che smetteranno di essere una forza rivoluzionaria. Viene qui inclusa la creazione di tutti i dispositivi utili a garantire lo svolgimento di elezioni imparziali, sia per le FARC sia per tutti i piccoli movimenti, incluse la trasparenza e l’uguaglianza tra i partiti. Vi sono riportate anche le disposizioni riguardanti il finanziamento pubblico dei partiti politici e la creazione di speciali circoscrizioni transitorie per la partecipazione della popolazione rurale al sistema politico.

Punto 3

In questo punto è possibile osservare tutto il processo attraverso cui le FARC consegneranno le armi, incluse le disposizioni tecniche, il cessate il fuoco e i protocolli grazie ai quali l’ONU potrà ricevere, registrare, distruggere e trasformare le armi,  facendone dei monumenti.

Punto 4

Il quarto punto include il meccanismo attraverso il quale l’economia basata sulla cocaina di diverse aree del Paese verrà sostituita con un’economia legale. L’obiettivo è di arrivare ad una discussione tra Stato e la comunità per giungere a soluzioni condivise sull’opportunità di sostituire la produzione di cocaina con altri prodotti coltivabili nelle diverse regioni. Tutto ciò richiede ovviamente la costruzione di un sistema economico legale parallelo e di varie infrastrutture. Questo è, a mio parere, uno dei punti più ardui da soddisfare  in quanto presuppone la costruzione di ciò che è stato a lungo tempo inesistente in queste aree.

Punto 5

Riguardante la riparazione spettante alle vittime, il quinto punto attiene al sistema di giustizia. Qui viene creato il sistema di giustizia transitoria. Attraverso questo punto si stabilirà come verranno distribuite le sanzioni a chi è accusato di aver commesso crimini.

Punto 6

Questo punto riguarda semplicemente l’implementazione e la verifica dell’accordo, andando inoltre a creare una “Commissione per l’implementazione e verifica del documento finale”. Praticamente si va a stabilire come si garantirà l’applicazione di tutti i vari punti dell’accordo.

3 . Quali saranno le conseguenze dell’armistizio?

La conseguenza più ovvia è che le FARC abbandoneranno le armi e diventeranno un partito politico. Questo è ciò che ci aspettiamo ma non sappiamo se sarà realmente così. Un’altra conseguenza riguarda l’inizio delle negoziazioni con l’ILN, dato che l’accordo con le FARC è servito da motivazione per il secondo gruppo per iniziare i negoziati con il Governo. Ci sono, comunque, anche conseguenze negative, come il fatto che la smobilitazione delle FARC e la loro trasformazione in un partito politico ha lasciato un vuoto di potere nelle aree che prima erano sotto la loro influenza e che ora saranno nelle mani dei diversi gruppi criminali. Ciò ha portato ad un incremento generale della violenza in diverse regioni. Un’altra preoccupazione riguarda le possibili violenze che potrebbero scatenarsi contro le FARC o i gruppi di sinistra: ci sono già stati vari omicidi di esponenti socialisti da parte di figure di destra. La nostra speranza comunque è che l’accordo porti ad una riduzione dei conflitti e della violenza.

4. Per quanto riguarda invece la consegna delle armi prevista al punto tre, potrebbe spiegarci di più?

Allora, le Nazioni Unite sono il garante dell’intero processo, responsabili di registrare e distruggere le armi. La cosa che non sappiamo è se le FARC terranno o nasconderanno parte delle armi perché non siamo a conoscenza i numeri esatti dell’arsenale che possiedono. Sulla carta l’accordo è chiaro, il problema è vedere come verrà applicato nella pratica, dato che c’è il serio rischio che parte delle armi possa entrare nel mercato nero. Staremo a vedere alla fine del primo periodo di applicazione dell’accordo quante armi verranno consegnate.

5. Crede che sia possibile, quindi, la creazione di un partito delle FARC?

Si, non è solo possibile ma è anche uno degli obiettivi principali dell’accordo. Riusciranno sicuramente a creare un partito senza problemi né opposizioni ma la vera domanda da porsi è se ciò si tradurrà in un successo a livello politico. Non credo che il partito delle FARC riuscirà ad acquisire forza nel breve periodo: potrebbe vincere delle elezioni locali, ma sicuramente nulla di rilevante a livello nazionale. Potrebbero però diventare forti nel medio-lungo periodo, dipende da come gestiranno la cosa, visto che e la Colombia percepirà il gruppo ancora in connessione alle violenze perpetrate, allora non ha alcuna possibilità. Dobbiamo aspettare di vedere come sceglieranno di agire nel primo anno per consolidarsi come una forza reale nell’ala sinistra dello spettro politico.

6. Sono passati mesi dal referendum in cui la popolazione si è espressa contro l’accordo, come è cambiata la situazione negli ultimi tempi?

Prima di tutto possiamo dire che non è stata la popolazione in generale ad esprimersi contro l’accordo, in quanto si è trattato di un 50% contro 50%. Il governo ha giustificato la decisione di non sottomettere a referendum il secondo accordo affermando di aver incluso in quest’ultimo molti dei punti proposti dall’opposizione e di aver incluso nei negoziati alcuni esponenti del “no“. Il secondo accordo è stato così presentato solo al Congresso ma comunque rimane un argomento caldo in Colombia perché, per molti, l’accordo non è legittimo in quanto non approvato dalla popolazione. Molti hanno l’impressione che il proprio voto sia stato ignorato e ciò ha portato alle manifestazioni di Aprile. E’ arduo, ad oggi, risolvere le divisioni interne nel paese e ciò sarà uno degli obiettivi cardine che il governo dovrà perseguire.

7. Ci può parlare della situazione riguardante l’immunità per i membri delle FARC?

A dire il vero preferirei non commentare perché non sono tra gli esperti del settore. L’opinione comune tra questi è che l’accordo non contiene in sé l’immunità, quindi il tutto si riconduce alla mera sfera della soggettività, di come si vuole interpretare l’accordo stesso. Oggettivamente comunque si può notare come vengano previste sanzioni alternative alla prigione e come l’accordo dia la priorità a tipi differenti di giustizia, incentrati più su come restituire alla popolazione ciò che le è stato sottratto rispetto a punire chi ha commesso il crimine.

8. Come ultima domanda volevamo chiederle se crede che il processo che ha portato all’accordo potesse essere gestito in modo diverso e se crede che ci saranno dei miglioramenti nella situazione colombiana nei prossimi anni.

Non credo che ci possano essere altri modi di portare a compimento questo accordo rispetto a come è stato gestito nella realtà, anche se ovviamente ci sarà sempre chi sarà contrario o proporrà strade differenti. L’opposizione attualmente afferma che è stato concesso troppo alle FARC ma, probabilmente, senza queste concessioni non si sarebbe mai  arrivati ad un accordo. Il gruppo che ha gestito i lavori era composto in modo saggio, con accademici e militari inclusi nel processo, non posso immaginare uno scenario migliore. Riguardo invece ai miglioramenti, staremo a vedere nei prossimi mesi. La gente ha bisogno di vedere se le FARC sono realmente determinate nel costruire la pace e terminare i conflitti, quindi sì, ci saranno dei miglioramenti, ma tutto dipenderà da come la situazione sarà gestita da FARC e governo. Se falliranno nell’implementazione dell’accordo tutto sarà stato vano. Staremo a vedere.

 

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