Site icon Lo Spiegone

Plaid Cymru: il Galles indipendentista ed europeista

“Plaid Cymru – the Party of Wales” è un partito socialdemocratico e localista con una lunga storia, da sempre sostenitore dell’indipendenza del Galles. Negli ultimi anni il partito sta vivendo un discreto successo grazie alle sue posizioni europeiste e a favore dell’autogoverno regionale, che lo rendono un soggetto politico molto interessante nel Regno Unito del Brexit e delle elezioni 2017.

Plaid Cymru (si pronuncia plàid cùmrii) venne fondato nel 1925 ma riuscì ad accedere al Parlamento britannico solo molto più tardi, nel 1966. Da allora ha sempre avuto tra i 2 e i 4 seggi, ottenuti nelle sue roccaforti elettorali del Galles occidentale.

Da allora molte cose sono cambiate al livello politico-istituzionale, nel Regno Unito co, me in Galles, ma il partito ha sempre reagito prontamente. Le novità più evidenti sono sicuramente state l’ingresso insieme al resto del Regno nell’Unione Europea nel 1973 e il processo di devolution che ha portato il Galles ad una estesa forma di autogoverno.

Entrambe le revisioni istituzionali hanno cambiato profondamente l’identità e l’attività del partito, oltre che permettergli di estendere la sua rappresentanza nazionale e comunitaria. Oggi Plaid Cymru ha infatti rappresentanti in:

Consigli locali gallesi: 202 dei 1264 consiglieri delle varie giunte locali
Assemblea Nazionale Gallese: 11 dei 60 seggi del parlamento regionale
House of Commons: 3 dei 40 seggi di Westminster riservati al Galles
Parlamento Europeo: 1 dei 4 seggi del Galles (sono nel gruppo European Free Alliance)

Plaid Cymru correrà alle prossime elezioni con un programma fortemente incentrato sul Brexit e sull’autogoverno della nazione, in un periodo cruciale per il partito. Il referendum ha infatti rianimato un certo spirito localista nele nazioni del Regno Unito e nei prossimi anni Plaid Cymru potrebbe quindi seguire la parabola dello Scottish National Party: una forte espansione come sinistra alternativa a quella più vicina a Westminster, cioè Partito Laburista.

Plaid Cymru è un partito molto piccolo, è inutile negarlo, ma le sue posizioni radicali sulla politica locale gallese lo rendono in grado di dare voce a delle istanze che i partiti nazionali non vogliono o non possono supportare con forza. Al fianco degl ideali tipici di un partito socialdemocratico, base costante del partito fin dalla sua origine, Plaid Cymru porta avanti tre temi peculiari: indipedentismo, autogoverno ed europeismo.

Indipendentismo

Il percorso dell’indipendentismo gallese è molto diverso da quello seguito, ad esempo, dalla Scozia: qui il sentimento nazionale locale opposto a quello britannico più generale è meno forte e, nel tempo, ha spesso assunto un carattere più culturale che politico.

La politica di Londra è infatti spesso riuscita ad assecondare le richieste della popolazione gallese, ad esempio con il riconoscimento ufficiale della lingua gaelica nella regione o con la cessione di molta autonomia alle autorità locali. Va detto poi che il Galles è un’area povera del paese, molto dipendente dall’Ighilterra dal punto di vista economico, fatto che scoraggia molti dal rivendicare l’indipendenza data la convinzione che porterebbe ad un drastico peggioramento del loro tenore di vita.

La secessione del Galles come paese indipendente dal Regno Unito, di cui fa parte dalla conquista inglese del 1282, è un’idea nata sull’onda della “rivoluzione nazionale” del XIX secolo ma da sempre ha ottenuto un modesto successo. Oggi stesso, a seconda dei sondaggi, una percentuale compresa tra il 20 e il 25% dei gallesi è favorevole all’indipendenza mentre gli oppositori sono quasi il 55% (gli altri non rispondono o sono indecisi).

Plaid Cymru sostiene la costituzione del Galles come un paese indipendente, membro dell’UE e delle Nazioni Unite, ma vede questo progetto ancora in divenire, un impegno potrebbe portare dei frutti solo nel lungo periodo e dopo un duro lavoro.
Leanne Wood, attuale leader del partito, si è comunque detta pronta a chiedere ai gallesi di esprimersi in un referendum consultivo come quello tenuto dalla Scozia, soprattutto se questa decidesse di tenerne un secondo nei prossimi anni.

Autogoverno

Con il Government of Wales Act del 1998 il processo di devolution che ha portato alla formazione di organi di autogoverno anche nelle altre componenti del Regno Unito si compie finalmente anche in Galles.

L’Assemblea Nazionale Gallese è l’organo legislativo locale frutto di questo processo: composta da 60 membri e con sede a Cardiff, storicamente è stata dominata dal Partito Laburista. Plaid Cymru ha comunque un ruolo molto importante come secondo partito (circa 25% dei voti), tanto da aver partecipato anche ad un governo di coalizione nel 2007.

L’Assemblea negli anni è riuscita ad ampliare notevolmente i suoi poteri, prima nel 2006 e poi nel 2011, quando ha finalmente ottenuto il potere di legiferare direttamente sulle materie di sua competenza (prima doveva obbligatoriamente consultarsi con Londra).
L’obiettivo di Plaid Cymru è quello di potenziare gli organi di autogoverno del Galles, un obiettivo da ottenere facendo in modo che sempre più ambiti legislativi diventino competenza esclusiva delle autorità gallesi, soprattutto in materia economica, qualunque forma avrà la devolution in futuro.

Al momento è infatti in discussione un progetto per “invertire” il senso della devolution: dal governo di Westminster con alcune materie legislative attribuite a Cardiff ad uno in cui il Galles è il legislatore primario, mentre alcune materie sono “riservate” al governo del Regno Unito.

Europeismo

La rappresentanza nel’Unione Europea, sia all’interno della delegazione britannica che autonomamente come regione, ha offerto alle autorità gallesi una partecpazione diretta alle politiche che poi avrebbero riguardato direttamente il loro paese, soprattutto negli organi comunitari che rappresentanoi territori. L’aspetto più importante dell’ormai conclusa partecipazione al’UE, però, è stato di natura economica.

L’area occidentale del Galles (quella in cui è più popolare Plaid Cymru) è una regione molto povera, tanto che insieme alla Cornovaglia rientra nel cosiddetto “Obiettivo Convergenza” dell’Unione Europea. Questo è rivolto alle regioni in cui il PIL pro capite è inferiore all’80% di quello medio dell’Unione e prevede corposi finanziamenti per lo sviluppo economico nell’ottica di ridurre il divario con le regioni più ricche.

Sommando questi ai finanziamenti ricevuti dalle altre zone del paese, il governo locale stima che la politica regionale europea porti in Galles oltre 680 milioni di £ di fondi strutturali europei per lo sviluppo ogni anno, ai quali vanno aggiunti 200 milioni di £ annuali di sovvenzioni all’interno della Politica Agricola Comune.

L’ammontare di fondi europei ricevuti dal Galles dal 2000 supera quindi i 4 miliardi di £ ed è interesse particolare di Plaid Cymru mantenere attivo questo flusso di denaro. Mentre i partiti nazionali hanno discusso del Brexit in termini più generali, infatti, per i partiti localisti questo aspetto è stato fondamentale, visto che anche grazie ai finanziamenti la regione stava riducendo il suo ritardo economico con il resto del paese, da sempre concausa della sua marginalizzazione e subordinazione politica.

L’attenzione posta dall’Unione Europee nell’aiutare economicamente le regioni più “arretrate” del continente ha amaramente superato quella storicamente riservata al Galles  regione da Westminster, generando un consenso che era andato oltre la semplice convenienza economica.

Elezioni 2017

Alle elezioni del prossimo 8 giugno il partito si presenta con un manifesto basato sull’allargamento dell’autonomia gallese, in cui si impegnano ad accrescere i poteri devoluti alle autorità locali da Westminster e a proteggere l’interesse nazionale dal Brexit. Il messaggio veicolato dall’intera campagna elettorale è infatti chiarissimo: il comportamento avventato dei Conservatori ha messo in pericolo il Galles dal punto di vista economico, politico e identitario.

La leader del partito, Leanne Wood, ha infatti definito la sfida elettorale del suo partito come “Plaid contro i tories, rimarcando l’aspra critica rivolta da sempre contro le ali enti-europeiste dei Conservatori e contro l’intera gestione dell’affaire Brexit. Non sono mancate nemmeno delle dure critiche al Partito Laburista, definito dalla Wood un “muro che sta crollando” e che non può più proteggere l’interesse gallese.

Nel documento di 51 pagine chiamato Action Plan 2017 il partito basa quindi la sua strategia principalmente sul proporre una gestione vantaggiosa del Brexit, un progetto ambizioso e di difficile realizzazione. Plaid Cymru promette di portare due forti istanze nel negoziato del Brexit:

Innanzitutto l’ottenimento di garanzie sui 680 milioni di £ di contributi che la regione oggi riceve dall’Europa in fondi per lo sviluppo, che in forme diverse di finanziamento o esenzioni dovrebbero continuare fluire nel paese. Questo dovrebbe avvenire attraverso  fondi promessi al Galles durante la campagna per “leave” del referendum sull’UE, una distribuzione più vantaggiosa dei fondi regionali britannici e una migliore autonomia fiscale.

In seconda istanza, poi, il partito desidera ottenere la possibilità per il Galles di gestire autonomamente alcuni aspetti del Brexit. Questo comprende garantire unilateralmente tutti i diritti dei cittadini europei nel suo territorio e chiedendo di rimanere nell’area di libero scambio, indipendentemente da quale sarà il percorso del resto del Regno.

Altri punti salienti del manifesto riguardano il welfare e le infrastrutture ma non rappresentano nulla di radicalmente diverso rispetto alle politiche sociali promosse dai Laburisti o dai Liberaldemocratici.

Il partito ha sempre avuto risultati elettorali diversi alle elezioni nazionali, con una grande forza a livello locale e solo una manciata di seggi a Londra, ovvia conseguenza del suo impegno nazionalista. Secondo gli analisti questo trend non sarà diverso alle prossime elezioni ma il contesto potrebbe penalizzare il partito: il clima politico che si sta creando, incentrato sul duello May-Corbyn potrebbe ridurre drasticamente i voti affidati ai partiti che non siano i due maggiori, togliendo rappresentanza a quelli più piccoli.

In un contesto come quello attuale gli elettori potrebbero non avere sufficiente fiducia in un partito localista come Plaid Cymru come loro rappresentante in un Parlamento che negozierà con l’Unione Europea, mirando magari a legittimare maggiormente una grande forza che potrebbe farlo con risultati migliori. Il voto identitario verrebbe quindi privilegiato nel parlamento locale, dove una forte rappresentanza di Plaid Cymru lo renderebbe determinato a negoziare con forza con Londra all’interno della devolution.

Se nel futuro del Galles ci sia l’indipendenza nell’Unione Europea è assolutamente incerto e improbabile, ma il bilanciamento dei poteri tra Londra e Cardiff è destinato sicuramente a cambiare dopo il Brexit. Plaid Cymru lo sa, e vuole essere protagonista di questa fase, che probabilmente vivrà contemporaneamente indebolito nella House of Commons ma rafforzato nell’Assemblea Gallese.

Fonti e Approfondimenti:

Testo integrale del manifesto – http://www2.partyof.wales/actionplan17

https://www.theguardian.com/politics/2017/may/16/plaid-cymru-promises-protect-wales-brexit-manifesto

http://www.bbc.com/news/uk-wales-politics-39934132

https://www.academia.edu/9844769/The_dream_of_freedom_l_indipendentismo_politico_in_Scozia_e_Galles

http://blogs.lse.ac.uk/brexit/2016/11/04/after-the-brexit-vote-plaid-cymru-is-finally-becoming-a-radical-alternative-to-labour-in-wales/

Exit mobile version