Ius soli e ius sanguinis: cosa sono e come funzionano

Immagine generata con supporto AI © Lo Spiegone CC BY-NC

Recentemente, in Italia, si è molto parlato dello ius soli, in particolare riguardo il disegno di legge 2092, discusso in Senato il 14 giugno, ma già approvato dalla Camera il 13 ottobre 2015. Ma cosa significano ius sanguinis e ius soli? Vediamolo insieme.

 

Ius sanguinis

Lo ius sanguinis è un’espressione giuridica latina che letteralmente significa “diritto di sangue” e oggi viene usata per indicare l’acquisizione della cittadinanza mediante la nascita da genitore in possesso della cittadinanza stessa.

Tutti i paesi UE adottano lo ius sanguinis e hanno equiparato entrambi i generi nella capacità di trasmissione di cittadinanza, cioè si acquisisce la cittadinanza sia in caso di madre o di padre cittadino del Paese in questione. A livello europeo varia però l’applicazione dell ius sanguinis per quanto riguarda residenti e nati all’estero e per il numero delle generazioni alle quale si consente di trasmettere la cittadinanza per discendenza. In alcuni paesi come Germania e Regno Unito viene posto un limite generazionale oppure un tempo massimo per la possibilità di registrazione di un nuovo nato presso i consolati. In altri, invece, come Francia, Belgio e paesi scandinavi, è prevista la perdita di cittadinanza a seguito dell’espatrio, dopo un determinato periodo di tempo con residenza all’estero.

L’Italia ha adottato una trasmissione automatica della cittadinanza all’estero, senza limiti generazionali. Tutto ciò è presente nella legge n. 91/1992 secondo la quale:

Art. 1

“è cittadino per nascita:
a) il figlio di padre o di madre cittadini;
b) chi è nato nel territorio della Repubblica se entrambi i genitori sono ignoti o apolidi, ovvero se il figlio non segue la cittadinanza dei genitori secondo la legge dello Stato al quale questi appartengono.”

Dobbiamo fare una distinzione fra l’acquisizione della cittadinanza per discendenza (ius sanguinis) e l’acquisizione della cittadinanza per naturalizzazione (ius domicilii).

I requisiti di residenza variano molto tra i paesi europei, da un minimo di 3 in Belgio, a un massimo di 10 in Italia, Austria e Lituania.

L’acquisizione della cittadinanza per naturalizzazione viene disciplinata dall’art. 9:

“La cittadinanza italiana può essere concessa […] allo straniero che risiede legalmente da almeno dieci anni nel territorio della Repubblica”

Il secondo comma dell’articolo 4 invece dispone:

“Lo straniero nato in Italia, che vi abbia risieduto legalmente senza interruzioni fino al raggiungimento della maggiore età, diviene cittadino se dichiara di voler acquistare la cittadinanza italiana entro un anno dalla suddetta data.”

Se l’art. 4 tratta dello straniero nato in Italia l’art. 14 tratta invece dei figli minori di chi acquista la cittadinanza.

“I figli minori di chi acquista o riacquista la cittadinanza italiana, se convivono con esso, acquistano la cittadinanza italiana, ma, divenuti maggiorenni, possono rinunciarvi, se in possesso di altra cittadinanza.”

I problemi della legge in vigore non riguardano solo l’assenza di un limite generazionale di trasmissione della cittadinanza all’estero, ma anche le lunghe procedure burocratiche nel caso in cui a richiedere la cittadinanza sia uno straniero nato in Italia (art.4), e nel caso di figli maggiorenni di chi acquista la cittadinanza (art.14), che pur facenti parte dello stesso nucleo familiare, non si vedono riconosciuta la cittadinanza italiana a differenza di fratelli ancora minori.

 

Ius soli

Lo ius soli, letteralmente “diritto del suolo“, è un’espressione giuridica latina che indica l’acquisizione della cittadinanza di un dato paese per essere nati sul suo territorio indipendentemente dalla cittadinanza dei genitori.

Bisogna fare una distinzione tra ius soli puro e ius soli temperato. Lo ius soli puro comporta l’acquisizione della cittadinanza in maniera immediata e incondizionata, ed è vigente in Canada, Stati Uniti e quasi tutta l’America Latina. In molti stati del continente europeo, tra cui Francia e Regno Unito, invece l’acquisizione della cittadinanza tramite ius soli viene condizionata da alcune variabili che possono essere ad esempio alcune condizioni che riguardano i genitori immigrati o il periodo di residenza del nucleo familiare; si deve quindi parlare di ius soli temperato. Inoltre l’acquisizione può essere automatica o per dichiarazione.

Il disegno di legge di cui si è discusso recentemente prevede, andando ad integrare il primo comma dell’art.1 precedentemente citato,  lo ius soli temperato, cioè la possibilità per i bambini stranieri nati in Italia di ottenere la cittadinanza italiana, a patto che sussistano alcune condizioni:

“è cittadino per nascita:
chi è nato nel territorio della 
Repubblica da genitori stranieri, di cui almeno uno sia titolare del diritto di soggiorno permanente [..] o sia in possesso del permesso di soggiorno UE per soggiornanti di lungo periodo [..]. “

L’acquisizione della cittadinanza non sarà automatica, ma ci sarà bisogno di farne richiesta, come stabilisce il secondo comma dell’art.1:

” la cittadinanza si acquista a seguito di una dichiarazione di volontà in tal senso espressa, entro il compimento della maggiore età dell’interessato, da un genitore o da chi esercita la responsabilità genitoriale”

Possiamo concludere dicendo che l’assenza dello ius soli crea un evidente deficit di integrazione per chi sia nato (da genitori stranieri) e cresciuto in Italia, ma anche il riconoscimento incondizionato della cittadinanza a chiunque nasca sul suolo italiano rischierebbe di incentivare l’immigrazione irregolare. La soluzione più equilibrata sembra quindi lo ius soli temperato. Indipendentemente dallo ius soli temperato c’è la necessità di rivedere la attuale normativa vigente in materia di cittadinanza poiché consente di trasmettere la cittadinanza per discendenza senza limiti temporali o generazionali, permettendo che ci siano decine di milioni di italiani “quiescenti”, cioè discendenti di emigrati italiani che, pur non avendo conservato un legame effettivo con il paese di origine, hanno diritto alla cittadinanza italiana.

La vera riflessione non dovrebbe incentrarsi sul come concedere la cittadinanza, ma sul significato di questa concessione: non dovrebbe essere un premio per essersi assimilati ma un incentivo ad integrarsi.

 

 

Fonti e Approfondimenti

http://www.normattiva.it/uri-res/N2Ls?urn:nir:stato:legge:1992-02-05;91#art1

https://www.internazionale.it/notizie/annalisa-camilli/2017/06/21/ius-soli-cittadinanza-italia

http://www.camera.it/leg17/995?sezione=documenti&tipoDoc=lavori_testo_pdl&idLegislatura=17&codice=17PDL0000090

https://www.academia.edu/1828282/Ius_Soli_Ius_Sanguinis._Babele_Europa_ogni_Stato_una_legge

https://www.academia.edu/13947258/Oltre_lo_ius_soli._La_cittadinanza_italiana_in_prospettiva_comparata

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