Triton: tra accoglienza e difesa delle frontiere

Immagine generata con supporto AI © Lo Spiegone CC BY-NC

Di recente abbiamo analizzato l’aspetto normativo che riguarda i salvataggi in mare, approfondendo le convenzioni internazionali a cui anche il nostro paese è sottoposto. Oggi andiamo ad analizzare invece l’operazione Triton, poiché ormai argomento venuto all’attenzione dell’opinione pubblica.

Che cosa è Triton?

Triton è un’operazione condotta da Frontex con lo scopo di mantenere la sicurezza delle frontiere dell’Unione europea.

Frontex è l’agenzia europea di controllo delle frontiere, è stata creata nel 2004 ed è operativa dall’ottobre del 2005. L’obiettivo principale è quello di “aiutare le autorità di frontiera dei diversi Paesi europei a lavorare insieme”. Frontex non solo coordina la cooperazione fra gli stati membri in materia di gestione e controllo delle frontiere esterne,  ma fornisce anche assistenza nella formazione professionale delle guardie in servizio nei controlli, nei pattugliamenti e nella vigilanza. Inoltre, collabora con i singoli stati non solo nel momento iniziale ma anche in operazioni successive come, ad esempio, il rimpatrio dei clandestini.

 

Come e perché è nata?

Nell’ottobre del 2013 il governo italiano, a seguito della morte di 368 migranti a poche miglia dal porto di Lampedusa ha deciso di autorizzare l’operazione “Mare Nostrum”, una missione militare e umanitaria con l’obiettivo di prestare ulteriore soccorso ai migranti. Questa operazione aveva due scopi principali: l’obiettivo era non solo quello di salvaguardare la vita in mare ma anche quello di contrastare il traffico illegale di migranti. Dopo il naufragio di Lampedusa il problema salvataggi è diventato più evidente e ha trovato ampio interesse tra l’opinione pubblica.

L’operazione “Triton” è iniziata nel novembre del 2014 e ha sostituito nella gestione dei flussi di migranti le missioni attive nel Mediterraneo, sia le altre di Frontex sia quella nazionale “Mare Nostrum”. Quest’ultima è stata sostituita poiché ritenuta troppo costosa, per un ammontare di 9,5 milioni di euro al mese, contro i 2,9 milioni al mese di Triton. A differenza di “Mare Nostrum”, inoltre, “Triton” prevede il controllo delle acque internazionali solamente fino a 30 miglia dalle coste italiane: il suo scopo principale è il controllo della frontiera e non il soccorso.

Il direttore esecutivo di Frontex, Gil Arias Fernandez, ha precisato che “Mare Nostrum” e “Triton” non sono la stessa cosa: l’operazione “Triton” ha come scopo principale il controllo della frontiera e non la “ricerca e il soccorso”, che erano invece al centro dell’operazione italiana. Se prima veniva prestato soccorso anche oltre le 30 miglia marine, con Triton non è più così, motivo per cui l’operazione viene considerata da molti inadeguata.

 

Come funziona?

L’operazione “Triton”, che opera nel Mediterraneo centrale, si avvale di due aerei di sorveglianza, tre navi e sette squadre di personale che effettuano attività di intelligence e provvedono ai controlli e ai processi di identificazione. Il suo bilancio, come abbiamo detto, è stimato in € 2.900.000 al mese.

Questa operazione prevede contributi volontari da parte degli Stati membri dell’UE (attualmente contribuiscono 15 stati) e tutti i mezzi militari operano sotto il comando delle autorità italiane e del Ministero dell’Interno. Se i mezzi vengono messi a disposizione dagli stati, i costi per le operazioni sono coperti dal budget di Frontex. 

 

 

Il ruolo che Frontex svolge non è solo quello di un effettivo controllo delle frontiere nella regione mediterranea, ma anche quello di provvedere all’assistenza di navi e persone in pericolo. Le operazioni di Frontex sono portate avanti nel pieno rispetto degli obblighi internazionali e il suo ruolo è proprio quello di assistere gli stati nel loro dovere di adempiere a questi obblighi

Frontex, con le sue operazioni, presenta caratteristiche e obiettivi diversi rispetto ad altre missioni precedentemente portate avanti da singoli stati. Lo scopo, e questo è fondamentale comprendere, non è focalizzato esclusivamente sull’aiuto e il salvataggio dei migranti, ma si concentra prevalentemente sulla difesa delle frontiere esterne a quella che è l’Unione Europea.  Frontex quindi considera la ricerca e il soccorso in mare come un qualcosa di “accidentale” a quello che è il vero obiettivo.

Dal novembre 2014 si stima che le morti durante l’attraversamento del Mediterraneo centrale siano aumentate, proprio perché non vi è la possibilità di intervenire oltre le 30 miglia nautiche.

Gil Arias Fernandez ha affermato: “Vorrei sottolineare che l’operazione Triton si concentra sul controllo e la sorveglianza delle frontiere, nonostante ciò, però, salvare vite rimarrà una priorità assoluta di Frontex.”. Al fine di limitare il dramma profughi, l’Unione Europea ha pensato di estendere l’area di intervento dell’operazione.

Proprio questa affermazione del direttore esecutivo di Frontex, ci lascia comprendere quanto la missione e in generale la risposta europea alla crisi dei migranti sia attualmente immobilizzata in uno stato di ambiguità. Tale stato sarà superato solamente quando “Triton” o qualsisi altra risposta europea riuscirà a bilanciare due fondamentali necessità: da una parte l’accoglienza e dall’altra la necessità di una corretta e condivisa regolamentazione.

 

 

 

 

Fonti e Approfondimenti

https://www.flickr.com/photos/133852281@N02/albums

http://reliefweb.int/sites/reliefweb.int/files/resources/frontex_triton_factsheet_en.pdf

https://www.savethechildren.it/blog-notizie/10-cose-da-sapere-su-mare-nostrum-e-triton

http://europa.eu/rapid/press-release_MEMO-14-566_en.htm

http://frontex.europa.eu/news/frontex-launches-joint-operation-triton-JSYpL7

http://frontex.europa.eu/pressroom/hot-topics/joint-operation-triton-italy–ekKaes

https://ec.europa.eu/home-affairs/sites/homeaffairs/files/what-we-do/policies/securing-eu-borders/fact-sheets/docs/20161006/eu_operations_in_the_mediterranean_sea_en.pdf

 

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