Spiegami le elezioni tedesche: Edoardo Toniolatti

Edoardo Toniolatti è laureato in filosofia e vive a Francoforte, luogo da cui cura un proprio blog “Sutasinanta” e una newsletter sulle elezioni tedesche (Noch 4 Jahre?) che viene pubblicata anche sul sito di IL (Il Sole 24Ore).
Lo Spiegone lo ha incontrato qualche giorno fa per discutere le tematiche più calde delle imminenti elezioni tedesche e capire a fondo quali sono i punti chiave della campagna elettorale in Germania.

Europa

Problema Migratorio

Per quanto riguarda il tema generale dell’Unione Europea c’è da dire che, soprattutto in relazione alle posizioni dei due più importanti candidati, ossia Merkel e Schultz, si è andati ad ondate e l’attenzione al tema è comparsa e scomparsa.

In relazione al tema dei migranti abbiamo da un lato Merkel che non ha voluto insistere molto sulla questione in quanto aveva molto da perdere da un potenziale dibattito su questo tema. Non dobbiamo dimenticare, infatti, che qui si viene ancora dal ricordo della crisi del 2015, quella relativa all’ondata migratoria e alla crisi dei migranti, che ha un collegamento diretto con la più ampia questione europea e con le politiche si solidarietà e accoglienza. Ciò si collega in particolare modo con le accuse rivolte a Merkel di aver gestito la situazione in sostanziale isolamento ed aver, quindi,  dovuto cedere inevitabilmente ad Erdogan per la gestione del corridoio dei Balcani, consegnando se stessa e tutta la questione migratoria a livello continentale nelle mani di un partner completamente inaffidabile.
Inevitabilmente, però, il tema generale relativo all’UE è stato declinato nel corso della campagna elettorale tedesca nel quadro della questione migratoria di cui stiamo parlando.
Schulz ha cercato nei mesi scorsi, in particolare a partire da Giugno, di recuperare il tema della migrazione declinandolo in chiave abbastanza decisa anti-Merkel, attraverso il recupero dello  spettro della crisi del 2015 e i problemi che ne sono derivati.
Riguardo la questione possiamo riscontrare grandi differenze tra i due partiti ma non eccessivamente accentuate.
Merkel, come nella migliore tradizione del suo principio politico, non è mai scesa molto nel dettaglio e si è concentrata solo sulla necessità di una discussione dei trattati e delle leggi sulle migrazioni. Dobbiamo infatti ricordare che qui, ad oggi, sono sospesi tutti i trattati e il Paese gestisce le richieste di asilo indipendentemente dagli altri partner europei.
Dall’altra parte Schulz insiste da molto tempo su un approccio più coordinato e cooperativo con gli altri Paesi europei, che preveda anche sanzioni per chi non collabora alle politiche di accoglienza e alla gestione flussi. C’è da dire che, soprattutto durante il duello in tv della scorsa domenica, la questione è stata declinata essenzialmente in termini interni,  ossia su come coniugare il grande flusso, che continua a essere rilevante, con la società tedesca in generale.

Lo Sicurezza

Il problema di cui abbiamo parlato fino ad ora si connette a quello della sicurezza anche se quest’ultimo non viene percepito come collegato al primo. Questo è il tratto essenziale che distingue la situazione in Germania da quella, per esempio, della campagna elettorale in Francia o dalla situazione in Italia. Sono usciti ultimamente dei sondaggi sull’importanza dei temi principali toccati nella campagna per l’elettorato tedesco, quindi sondaggi a campione, e si è visto che, in maniera inaspettata, la questione migratoria è una delle più rilevanti ma, allo stesso tempo, è del tutto scollegata da quella del terrorismo o della sicurezza, che vengono percepiti come problemi diversi. Non troviamo quindi quel miscuglio che di solito genera confusione e non fa comprendere quali siano i veri problemi, come avviene invece negli altri Paesi.
In questo ambito entrambi i partiti principali sono a favore di misure basilari che però potrebbero avere comunque effetti per la gestione del problema. Parlano entrambi di un aumento del numero poliziotti da assumere e dislocare nelle varie parti della Germania e dell’adozione di un approccio più coordinato tra i vari Lander e fra i Lander e Stato generale per la gestione informazioni e per monitorare i casi più problematici. Ci sono infatti ancora molte polemiche per l’attentato a Berlino, perché, con il passare del tempo, sono venute fuori una serie di mancanze sia per quanto attiene la coordinazione delle indagini sia per quanto riguarda la comunicazione delle informazioni fra i Lander. Il terrorista responsabile dell’attacco era infatti rimasto nel Lander di Colonia per poi spostarsi a Nord. Nel primo Lander era stato monitorato e seguito dalla polizia ma le informazioni non sono mai state trasmesse e si è quindi manifestata una serie di problemi a livello comunicazione.

Il Brexit

Riguardo a questo tema, una cosa che ha colpito molto, soprattutto nel duello di Domenica, è che i due candidati hanno parlato per oltre un’ora di politica estera e della questione migratoria ma il tema Brexit non è mai stato toccato. La posizione tedesca è sostanzialmente condivisa da tutti partiti, tranne che da AFD. La posizione, che Merkel stessa ha ripetuto più volte, consiste nel fatto che la Germania è molto dura su Brexit e che non si vuole concedere alcun tipo favore. Merkel ha più volte ripetuto che gli inglesi non devono aspettarsi concessioni e che quindi questo processo non finirà bene.

Il rapporto Germania-Turchia

Bisogna tenere presente prima di tutto l’enorme dimensione della comunità turca in Germania (si contano quasi tre milioni di individui di origine turca, tra cui molti hanno la seconda cittadinanza e quindi votano).
Dall’altro lato bisogna tener presente i rapporti tesi tra i due Paesi dopo la questione del corridoio balcanico.
I rapporti sono dunque tesissimi e, da più di duecento giorni, un giornalista tedesco di origine turca è imprigionato in Turchia. Ma questo non è l’unico caso: ci sono una dozzina di cittadini tedeschi nelle carceri turche senza alcun motivo.
La reazione tedesca a ciò è molto forte, soprattutto da parte SPD, sia per quanto riguarda Schulz che Sigmar Gabriel. Quest’ultimo ha parlato della possibilità di mettere in discussione le garanzie Hermes, che lo Stato centrale offre agli imprenditori tedeschi che investono in Turchia, ossia una sorta di protezione per gli imprenditori. Gabriel ha quindi messo in discussione questo tipo di garanzie con la motivazione che non si può consigliare a nessuno di investire in un Paese in cui vi è il concreto rischio di andare in carcere anche se innocenti ed il rischio essere inseriti in liste di potenziali terroristi.
Anche la posizione dello stesso leader SPD è molto dura, soprattutto per come si è potuto vedere nel corso del dibattito, dove è stato il primo a sganciare la bomba affermando che Erdogan “non capisce che il linguaggio delle posizioni forti”. In relazione a questa affermazione ha sottolineato come sia necessario interrompere tutte le trattative per l’ingresso della Turchia in Europa (è stata la prima volta in cui si è parlato di ciò in maniera esplicita e definitiva)
La posizione di Merkel è simile ma con qualche distinguo. Anche lei è d’accordo
all’ interruzione dei negoziati ma ha anche sottolineato la necessità di concordare questa mossa con gli altri partner europei e ha ricordato a tutti dei cittadini in carcere affermando come ci sia bisogno di essere duri ma che, per liberarli  , ci sia bisogno di stabilire un colloquio con Erdogan.

La figura di Schultz e gli errori nella strategia SPD

Inizialmente, quando è stato nominato candidato come cancelliere, ha goduto di un’ondata di entusiasmo per la novità della sua figura. In quanto politico europeo godeva di notevole prestigio ma, dall’altra parte, non aveva mai avuto esperienze di politica interna nel Paese (era stato solo sindaco di una piccola cittadina). Lo ha premiato molto, all’inizio, essersi presentato come un volto fresco e alternativo. Questo rilievo lo ha assunto anche rispetto allo stesso Gabriel, leader precedente dell’SPD, che era anche il volto della Grosse Koalition, quindi un po’ il volto del passato e dei quattro anni che i tedeschi hanno appena vissuto, il volto di chi nella SPD ha accettato e si è messo a disposizione del governo di coalizione. Il suo essere una novità gli ha dato il vantaggio di presentarsi come qualcuno che archiviasse l’accordo di governo innaturale della coalizione appena conclusa ma, dall’altra parte, rimaneva comunque una figura abbastanza sconosciuta per i tedeschi, niente altro che una figura europea. All’inizio si pensava quindi che potesse essere incluso nel Governo come ministro degli esteri, ma poi i problemi interni dell’SPD hanno portato alla decisione che ha condotto alla sua candidatura e alla presa della guida del partito.
Essendo quella del livello europeo la sua unica esperienza politica, ha dovuto, nei primi tempi, accantonarla per rendersi presentabile come leader interno, credibile non solo su piano internazionale ma anche in quello propriamente tedesco. Ha quindi insistito molto di più su questioni interne come i temi giustizia sociale, i sussidi per la disoccupazione e le pensioni e, tutto ciò, ha permesso a Merkel di recuperare punti sul terreno europeo. Complici di ciò sono state una serie circostanze come il G20, le tensioni con Trump per le questioni climatiche e la visita di Obama a Berlino, che le hanno permesso di rilanciarsi come leader internazionale sottraendo a Schulz il suo punto di forza all’origine.
Il leader SPD si è quindi trovato spiazzato e ha dovuto rimettere al centro della campagna la questione migratoria. Si è recato in Italia dove ha incontrato Gentiloni, poi ha anche parlato con il ministro Minniti e si è recato nei centri di accoglienza in Sicilia, per poi avere un incontro con Macron. Tutte queste mosse sono servite per tentare di recuperare l’aspetto di statista europeo che era il suo asso nella manica, ma che per motivi strategici aveva trascurato, non immaginando che Merkel lo avrebbe recuperato così in fretta.
Se un errore c’è stato è stato quello, da parte degli strateghi SPD, di non aver percorso i due cammini simultaneamente, mantenendo il tema europeo declinato sulle questioni migratorie simultaneamente a quello interno sulla giustizia sociale. Merkel ha quindi recuperato e lo ha rimesso all’inseguimento anche dove poteva dominare la corsa.

Il concetto della Demobilitazione Asimmetrica

Questo concetto consiste non nel motivare i propri sostenitori ad impegnarsi e ad andare a votare, ma nella capacità di demobilitare i sostenitori dell’opposizione.
La grande capacità di Merkel sta nel fatto che non prende mai decisioni particolarmente polarizzanti, che potrebbero alzare il livello dello scontro e l’intensità del dibattito. In questo modo l’elettore medio, che sarebbe magari anche attratto dalle proposte SPD, è portato a pensare che anche se vincesse Merkel non cambierebbe nulla perché alla fine non ci sono differenze nette (così appare nel modo in cui Merkel stessa costruisce il suo messaggio), così forti da rendere necessario un impegno decisivo affinché non sia più cancelliere. Un definizione pragmatica di ciò è stata riportata da un articolo dello Zeit dove la demobilitazione asimmetrica è stata associata al  principio della zuppa di lenticchie. Gli elettori SPD che si recano ai comizi di Merkel la definiscono come un piatto di zuppa di lenticchie, non straordinario, non eccezionale, ma che fa il suo lavoro e si eviteranno così brutte sorprese.

Die Partei: il partito della satira politica

Mi è capitato spesso di parlare di questo partito perché apprezzo molto le loro trovate e il tipo di satira politica che riescono a costruire, molto più serio di quanto possiamo immaginare. Non si tratta di un partito di satira che cerca, con battute e iniziative particolari, di far passare messaggi moralistici ma si tratta di un’operazione di vera e propria meta-politica. Con la creazione iniziative evidentemente assurde, ma politicamente coerenti, riescono a svelare il volto assurdo o ipocrita degli altri partiti senza mettersi su un piedistallo ma, anzi, rendendo il tutto alquanto giocoso. Uno dei loro obiettivi principali è l’AFD (partito populista di destra che si sta assestando sull’8% e che quindi probabilmente entrerà nel Bundestag). Contro loro sono state infatti intraprese iniziative esilaranti. Ultimamente sono entrati in circa 30 gruppi segreti di facebook di militanti AFD rivelando cose terribili a livello di violazione della costituzione tedesca che erano state riportate in questi gruppi. Inoltre, un paio di mesi fa, vicino a Francoforte, c’è stato un evento AFD e il Die Partei ha organizzato nella stessa piazza un evento chiamato “Nazi Safari”. Hanno quindi sviluppato un modo molto efficace di individuare queste situazioni “borderline” offerte dallo scenario tedesco ,sottolineando le criticità comuni ai partiti senza mai mettersi sul piedistallo.

Previsioni di voto e possibili coalizioni

Per quanto riguarda le possibili coalizioni legate al voto, molto dipenderà da quanto effettivamente prenderanno i partiti principali ma soprattutto da chi e soprattutto come (in proporzione) arriverà terzo.
Ad oggi il distacco tra SPD e CDU-CSU è tra il 10% e il 15-17%, a seconda dei sondaggi. E’ abbastanza chiaro che l’ipotesi al momento della candidatura Schulz del governo SPD con Verdi e Die Linke (coalizione rosso rosso verde) è inesistente e irrealistica, a meno che non succeda la fine del mondo.
Molto dipenderà quindi dal terzo partito. Ad oggi i più avvantaggiati sono la Die Linke, che tradizionalmente arriva al 10%, e i liberali della FDP che ad oggi stanno tra l’8% e il 10%.
Se Die Linke ottiene il 10% bisognerà vedere a chi sottrarrà i voti. Se li sottrarrà all’SPD, anche la Die Linke arrivata terza potrebbe essere funzionale a un governo CDU + FDP e Verdi. Però bisognerà vedere, appunto, le percentuali dei Liberali e dei Verdi (ad oggi ultimo posto con il 6/7%)
Ma nell’ipotesi di una SPD al 27/28% o, improbabile, al 30% e di CDU al 34/35% (quindi al di sotto dei sondaggi), la distanza ridotta potrebbe aprire le porte a una continuazione della Grosse Koalition, anche se la SPD si è detta assolutamente contraria. Il partito di sinistra ha ottenuto, infatti, molte concessioni nel corso degli scorsi quattro anni ma il costo politico è stato alto perché sono considerati un po’ come la stessa cosa di Merkel, ma per lei ciò è vantaggio perché ruba loro gli elettori, per loro no perché perdono di credibililità.
Per quanto mi riguarda, se dovessi fare una previsione, direi che la CDU si affermerà sui dati dei sondaggi (a sfiorare il 40%) e la FDP riuscirà ad arrivare quarta a poca distanza dalla Die Linke.
A quel punto si prospetteranno due opzioni: o si formerà il governo nero-giallo (CDU/CSU e Liberali) o, più probabilmente, sarà necessario rivolgersi ai Verdi per raggiungere i numeri necessari.

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