Europol: cos’è e come funziona

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OSeveno - Wikimedia Commons - CC-BY-SA-3.0

Il dibattito sulla sicurezza è divenuto centrale in tutto il mondo. L’Europa è uno dei luoghi in cui tale questione è posta al centro del palcoscenico politico, costante territorio di dibattito tra sovranisti ed europeisti, tra forze di destra, di sinistra o antisistema. Analizziamo oggi una delle strutture più recenti a livello di sicurezza transnazionale: l’Europol.

La sicurezza e le questioni che ruotano intorno a tale ambito hanno per secoli guidato la costruzione dello stato e la centralizzazione del potere. Se è vero che lo stato è caratterizzato dalla sovranità verso l’esterno, è ancora più certo il fatto che un’autorità statale ha come compito-caratteristica quella del mantenimento della sicurezza all’interno dei propri confini. Il pensiero di svariati studiosi infatti può essere riassunto in questo modo: gli stati moderni si sono formati sulle guerre e sulla salvaguardia della vita e della proprietà dei propri sudditi-cittadini.

Allargando l’analisi a livelli macroscopici le minacce transfrontaliere esistono e si sono consolidate già da molto tempo, mentre gli strumenti per far fronte a tali dinamiche sono nati dopo, nella maggior parte dei casi sono ancora in costruzione.

Ricordando quanto detto poco fa riguardo lo stretto rapporto Stato-sicurezza, l’integrazione europea ha lentamente e difficoltosamente cambiato qualcosa spostando tematiche come terrorismo, criminalità organizzata e immigrazione illegale a livello sovranazionale.

Un primo passo in Europa fu la creazione, nel 1975, di TREVI, in seguito agli attentati terroristici durante le olimpiadi di Monaco del ’72. Tale progetto, sostanzialmente un forum di ministri degli interni e della giustizia europei, con relativi apparati, era situato al di fuori dell’allora Comunità Europea. Questa esperienza con obiettivo principale la lotta al terrorismo e traffico di stupefacenti, dimostrò presto i suoi limiti: da un lato l’opacità e la segretezza, dall’altro la scarsa forma di cooperazione concreta tra paesi.

Solo nel decennio successivo si sentì l’esigenza di dotare il futuro mercato singolo (e la conseguente scomparsa dei confini interni) di un apparato tale da poter combattere la criminalità internazionale, già da tempo abituata a muoversi senza confini.

L’idea di un Ufficio Europeo di Polizia fu lanciata per la prima volta dal Consiglio Europeo nel 1991. Il progetto originario prevedeva un organo di condivisione di informazioni tra stati su svariate questioni di criminalità internazionale. Sin dall’inizio infatti Europol venne limitata nelle sue funzioni al solo “Europol Drugs Unit, ma, progressivamente, le sue funzioni iniziarono ad accrescere ed a coprire altri settori della lotta alla criminalità transnazionale.

Nell’aprile 2009 Europol divenne ufficialmente un’agenzia dell’Unione Europea con la decisione 2009/371 del Consiglio Europeo.

L’agenzia è responsabile per la cooperazione nelle attività delle forze di polizia fra i paesi dell’UE. I compiti di Europol sono i seguenti:

  • raccogliere, conservare, trattare, analizzare e scambiare informazioni.
  • comunicare ai paesi dell’UE ogni collegamento constatato tra i reati che li riguardano.
  • sostenere i paesi dell’UE nelle indagini e fornire intelligence e supporto analitico.
  • coordinare, organizzare e svolgere indagini e operazioni per sostenere o rafforzare le azioni delle autorità di contrasto dei paesi dell’UE.
  • chiedere ai paesi dell’UE di avviare, svolgere o coordinare indagini in casi specifici e proporre l’istituzione di squadre investigative comuni.
  • sostenere i paesi dell’UE nella prevenzione e nella lotta contro forme di criminalità che sono facilitate, promosse o commesse attraverso Internet.
  • redigere valutazioni sulle minacce e altri rapporti.

Il quadro normativo fin qui descritto fa di Europol un centro di raccolta e condivisione di informazioni. L’agenzia infatti non ha il potere di intervenire direttamente come un regolare corpo di polizia, competenza che infatti spetta agli stati nazionali.

La struttura interna dell’agenzia vede a capo un consiglio di amministrazione, formato da rappresentanti di tutti gli stati e da un rappresentante della Commissione. Il consiglio fornisce annualmente un rapporto al Consiglio Europeo e prende decisioni sulle proposte presentate a maggioranza dei 2/3.

Secondo l’articolo 88 del TFUE “L’applicazione di misure coercitive è di competenza esclusiva delle pertinenti autorità nazionali. Pertanto, come già detto, il compito dell’agenzia è quello di coordinare, condividere e supportare la lotta al crimine transnazionale, lasciando ai corpi di polizia dei singoli stati il potere esecutivo e coercitivo. Data la mancanza di questi due poteri potrebbe sembrare superfluo il ruolo dell’agenzia, ma non è così. Europol ha infatti il potenziale, le competenze e i mezzi per esercitare un’enorme influenza sulle forze di polizia nazionali ed in particolare sulla loro attività. Le analisi, i dati, le prove e le strategie fornite da Europol hanno spesso determinato le misure esecutive messe in atto dalle forze dell’ordine nazionali.

Entrato in vigore il 1 maggio 2017, il regolamento 2016/794 ha inoltre modificato la precedente normativa introducendo alcuni importanti novità.

Fermo restando che Europol non ha poteri coercitivi, dal punto di vista dell’operatività  ai sensi del nuovo regolamento sorgono nuovi importanti facoltà:

  • Il personale Europol può partecipare alle attività delle squadre investigative comuni che si occupano di forme di criminalità rientranti negli obiettivi di Europol.
  • Nei casi specifici in cui ritiene che debba essere avviata un’indagine penale su un reato rientrante nell’ambito dei suoi obiettivi, Europol può chiedere alle autorità competenti degli Stati membri interessati, tramite le unità nazionali, di avviare, svolgere o coordinare tale indagine penale.
  • Gli stati membri sono ora tenuti a fornire informazioni all’agenzia.

I poteri di Europol sono ora accompagnati da importanti salvaguardie sulla protezione dei dati e dal controllo parlamentare:

  • Il garante europeo della protezione dei dati controlla il trattamento dei dati personali da parte di Europol ed è prevista una procedura chiara per permettere ai cittadini di rivolgere richieste ai sensi del diritto dell’Unione.
  • Il lavoro di Europol è supervisionato da un gruppo di controllo parlamentare congiunto, composto dai membri dei parlamenti nazionali e del Parlamento europeo.

Il futuro rapporto tra Europol e Regno Unito

Il Regno Unito dopo la brexit cercherà di mantenere una cooperazione più stretta possibile” con l’ Unione Europea sul fronte sicurezza.

Il governo britannico punta infatti a un nuovo trattato che mantenga inalterati i benefici della membership europea in agenzie come Europol. Ma come si potrà procedere verso tale direzione?

Dal momento che Europol è divenuta agenzia UE, essa viene finanziata direttamente dal bilancio dell’Unione approvato dal Parlamento, che, insieme ai parlamenti nazionali, ha un ruolo di controllore sull’agenzia come introdotto con il recente regolamento.

Il governo britannico si è detto pronto a continuare a pagare per questo ed altri programmi che costituiscono e costituiranno importanti interessi anche dopo la Brexit.

Il timore è che qualora uno stato esca dalla rete di condivisione messa in piedi da Europol e da altre agenzie deputate alla lotta al crimine internazionale questo possa incorrere in pericoli per se stesso e per gli altri stati del continente. L’isolamento britannico potrebbe far diventare l’isola un trampolino di lancio per il crimine internazionale da usare per entrare più facilmente in Europa. 

Il caso britannico ci fa comprendere infatti quanto, sebbene con limiti da superare, il progetto Europol sia necessario e coraggioso e quanto il crimine internazionale, il terrorismo, gli attacchi cibernetici, i crimini economici (come riciclaggio, contraffazione ecc) siano problemi che necessitano di una forza svincolata dai confini nazionali. Questi infatti sono oggi confini asimmetrici: troppo facili da scavalcare da parte delle reti criminali, ma ancora insormontabili per le giurisdizioni, per le strategie di difesa e per il rispetto della legge.

 

Fonti ed approfondimenti:

Security Versus Justice? Police and Judicial Cooperation in the European Union. Elspeth Guild, Florian Geyer, Ashgate Publishing 2008

http://ukandeu.ac.uk/explainers/europol-its-origins-functions-and-future-development/

http://www.politico.eu/article/uk-wants-the-closest-possible-security-relationship-with-eu-post-brexit/

http://eur-lex.europa.eu/legal-content/IT/TXT/PDF/?uri=CELEX:32016R0794&qid=1507386464175&from=IT

http://eur-lex.europa.eu/legal-content/IT/TXT/PDF/?uri=CELEX:32009D0371&qid=1507385461165&from=IT

http://www.independent.com.mt/articles/2017-05-01/local-news/Europol-s-new-legal-framework-a-step-forward-for-European-policing-and-security-6736173723

https://www.europol.europa.eu/activities-services/main-reports/eu-terrorism-situation-and-trend-report

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