Ricorda: Clark Memorandum 1928

Il Memorandum Clark alla Dottrina Monroe, più conosciuto solamente come “Clark Memorandum”, fu un documento ufficiale sottoscritto durante l’amministrazione di Calvin Coolidge, il 17 dicembre 1928, dal Sottosegretario di Stato USA, poi ambasciatore presso il Messico, J. Reuben Clark. Il memorandum fu reso noto solo due anni dopo, nel 1930, durante la presidente di Hoover.

Durante tutti gli anni ’20 molti esperti di politica estera avevano sostenuto la necessità di ammorbidire le relazioni tra Stati Uniti e America latina e il memorandum opera in questo senso, modificando l’atteggiamento sintetizzato nella Dottrina Monroe e del corollario Roosevelt ad essa riferito.

 

La Dottrina Monroe e il Corollario Roosevelt

La dottrina Monroe, elaborata da John Quincy Adams e pronunciata da James Monroe al messaggio annuale al Congresso il 2 dicembre 1823, è considerata la prima formulazione teorica dell’imperialismo statunitense. Si basa, infatti, sull’idea della supremazia degli Stati Uniti nel continente americano, rivolgendosi tanto alle altre nazioni americane quanto a quelle europee. Monroe inaugurò una stagione di intransigenza degli Stati Uniti nei confronti di qualsiasi intromissione esterna negli affari continentali, eccezione fatta per i territori coloniali. A tale presa di posizione corrispondeva, parallelamente, l’impegno degli USA ad astenersi dall’intervenire nelle dispute tra potenze europee e fra ciascuna di esse con le rispettive colonie americane.

Il bilanciamento necessario a mantenere una tale posizione isolazionista era garantito dal rapporto che gli Stati Uniti mantenevano con l’ex madrepatria nel Vecchio Continente, considerando che all’epoca la Gran Bretagna era una potenza mondiale, detentrice del massimo potere marittimo.

Il messaggio implicito del monroismo era quello di evitare qualsiasi nuova futura colonizzazione del Continente americano, da quel momento in poi soggiogato dall’influenza, sempre crescente e tutt’oggi egemone, degli Stati Uniti.

La  dottrina Monroe fu inizialmente giustificata dai suoi ideatori come una presa di posizione statunitense contro il colonialismo; in realtà celava la volontà di monopolizzare l’ingerenza politica nel Continente, segnatamente in Sud America, anche in senso coloniale, senza interferenze europee.

Fu questa l’accezione che venne ufficializzata dal Presidente Theodore Roosevelt, nel cosiddetto “corollario alla dottrina Monroe” che prende il suo nome. Roosevelt affermò chiaramente la volontà statunitense di praticare una propria forma di egemonia nel continente americano.

Il corollario fu pronunciato nel discorso al Congresso del 1904, come risposta alla crisi venezuelana del 1902-3, un blocco navale imposto da Gran Bretagna, Germania e Italia nei confronti del Venezuela a seguito del rifiuto da parte del Presidente Cipriano Castro di pagare le quote di debito estero dovute e di rimediare ai danni subiti dai cittadini europei durante la guerra civile.

Roosevelt giustificò con il monroismo la sua strategia di politica estera, la cosiddetta “Big Stick Diplomacy”. Questa partiva dal presupposto che gli USA avessero il diritto e il dovere di esercitare il ruolo di “potenza di polizia internazionale”, ossia di intervenire anche militarmente in caso di crisi, in tutto l’emisfero occidentale.

Il corollario Roosevelt integra e supera la dottrina Monroe nel senso che se quest’ultima voleva prevenire gli interventi europei nel continente americano e impegnava gli statunitensi ad astenersi negli affari del vecchio Continente, il Corollario giustifica gli interventi degli Stai uniti in tutto l’emisfero, passando così da una posizione isolazionista ad una marcatamente intervenzionista.

 

Il Memorandum Clark 

Durante gli anni ’20 la crescente ostilità delle popolazioni e dei governi sudamericani alla presenza statunitense nei loro territori costrinse gli USA a ripensare l’intervenzionismo selvaggio del passato recente. Iniziò così una fase distensiva che nell’arco di 15 anni portò alla politica di buon vicinato.

Il memorandum Clark, ideato nel 1928 sotto l’amministrazione Coolidge e reso pubblico nel 1930 dal Presidente Hoover, rappresenta il primo vero passo di conciliazione tra nord e sud America. Il memorandum, un documento del Dipartimento di Stato, ripudiava sia il corollario Roosevelt che la necessità di un controllo “poliziesco” dell’Occidente da parte degli USA.

Il memorandum rifiutava le interferenze negli affari domestici dell’America Latina da parte degli USA e, anzi, sosteneva l’impossibilità di giustificare tramite la Dottrina Monroe ogni ingerenza nella Regione. Il monroismo, quindi, non doveva essere interpretato come un generico diritto di intervento in tutto l’emisfero, ma piuttosto come uno strumento efficace ad isolare il Continente dalle ingerenze esterne e consolidare l’egemonia interna statunitense.

Coerentemente con quanto sostenuto, Hoover non intervenne in Brasile, Cuba e Panama quando movimenti rivoluzionari scossero gli equilibri politici, né quando alcuni Paesi sudamericani riscontrarono problemi a pagare i debiti contratti con gli Stati Uniti.

La vera rottura con il monroismo e i suoi derivati si ebbe però con l’amministrazione di Franklin Delano Roosevelt, dal 1933. FDR, in continuità con le scelte di disimpegno e conciliazione dei suoi predecessori, si impegnò nella cosiddetta Good Neighbor policy.

Nel 1934 su iniziativa di Washington fu abolito l’emendamento Platt alla Costituzione cubana che, inserito nel 1901, poneva il diritto di intervento armato degli USA su Cuba, istituendo un protettorato di fatto sull’isola. Non reagì alla nazionalizzazione di tutti i campi petroliferi messicani nel 1938 o l’anno successivo in Venezuela.

La politica di buon vicinato voleva favorire la nascita di un blocco continentale esteso dall’Alaska alla Terra del Fuoco, isolato dalle minacce economiche e militari provenienti dall’esterno e basato su una collaborazione politico-economica e  di reciproca fiducia.

La convinzione di Roosevelt era quella della necessità di isolare il Continente dalle tensioni europee, creando le condizioni per consolidare, in maniera pacifica, il predominio economico e politico statunitense. L’obiettivo non fu pienamente raggiunto: la terza elezione presidenziale di FDR, nel 1940, concise con l’acuirsi delle tensioni in Europa, il che lo costrinse ad abbandonare le posizioni isolazioniste e neutrali e portare gli USA al fianco della Gran Bretagna. Dopo l’attacco di Pearl Harbour e la dichiarazione di guerra al Giappone nel 1941, partecipò insieme a Churchill e Stalin alle varie conferenze (Casablanca, Quebec, Il Cairo, Teheran, Jalta) in cui fu stabilita la conduzione strategica della guerra e discusso il futuro assetto politico-economico mondiale. Venne rieletto nel 1944, ma la morte improvvisa nell’aprile 1945 gli impedì di vedere la vittoria sulla Germania e sul Giappone e la nascita delle Nazioni Unite, al cui progetto aveva dato le sue ultime energie.

 

 

Fonti e approfondimenti:

Fai clic per accedere a gomez.pdf

https://www.eltelegrafo.com.ec/noticias/columnistas/1/el-corolario-de-la-doctrina-monroe

http://www.treccani.it/enciclopedia/franklin-delano-roosevelt/

http://www.worldhistory.biz/modern-history/86897-clark-memorandum.html

Clark Memorandum

Leave a comment

Your email address will not be published.


*