Ricorda 1958: De Gaulle e la Costituzione francese

Sentiamo spesso parlare in Italia di “prima” e “seconda” Repubblica e, più di recente, i media hanno iniziato ad accennare ad una ipotetica “terza” Repubblica. Nel caso italiano, tuttavia, si sono avute delle modifiche del testo costituzionale, ma non l’approvazione di una nuova Costituzione. È, quindi, sbagliato parlare in questi termini e si tratta più che altro di espressioni utilizzate nell’ambito giornalistico. È invece la Francia il paese che può vantarsi del fatto di aver dato origine a queste espressioni. In particolare, l’approvazione della Costituzione del 1958 ha dato vita alla Quinta Repubblica, nata dal fallimento della breve esperienza della Quarta.

La crisi in Algeria

L’approvazione di una nuova Costituzione e, dunque, la necessità di una profonda modifica dell’impianto sistemico francese trova la giusta occasione nella crisi per l’indipendenza algerina. Iniziata nel Novembre 1954, questa guerra vide contrapposta la Francia all’Algeria, allora sotto il suo dominio coloniale. Si trattò di uno scontro tra i più sanguinosi del periodo della decolonizzazione. Il Fronte di Liberazione Nazionale (FLN) si era organizzato per raggiungere l’indipendenza del Paese e dal 1958 iniziò anche ad agire organizzando attentati sul territorio francese. La data scelta come giorno dell’indipendenza fu il 5 luglio 1962, sebbene risalga al 3 luglio la proclamazione da parte di De Gaulle, a seguito del referendum del 1 luglio.

Questo scontro e questa situazione di instabilità avevano generato insicurezza ed ingovernabilità anche all’interno della Francia e per questo motivo l’allora Presidente della Repubblica René Coty attribuì il 1 giugno a Charles de Gaulle l’incarico di formare un nuovo governo. Da sempre contrario alla debolezza delle istituzioni e del sistema della Quarta Repubblica e, in particolare, dell’eccessivo ruolo del Parlamento e dei partiti politici, De Gaulle pose come condizione la possibilità di portare avanti un processo di riforma costituzionale, che prevedesse un maggior ruolo del Presidente della Repubblica, e dunque un rafforzamento del potere esecutivo. Una seconda condizione consisteva nell’avere pieni poteri per fronteggiare la situazione di emergenza.

Risale, infatti, al 3 giugno 1958 l’approvazione di una legge costituzionale che delegava, in deroga all’art. 90 della costituzione del 1946 sulla procedura di revisione della Costituzione, il governo alla stesura di un nuovo testo costituzionale. Nel testo della delega alcune condizioni e principi cardine erano indicati:

  • il suffragio universale come sola fonte di potere
  • separazione del potere esecutivo e legislativo
  • responsabilità del Governo davanti al Parlamento
  • indipendenza del potere giudiziario

 

 

La Costituzione del 1958

Il testo, elaborato da un gruppo di esperti guidati dal Ministro della Giustizia Michel Debré, venne poi presentato al giudizio del Comitato Costituzionale Consultivo, creato per l’occasione e il progetto definitivo sottoposto il 28 settembre 1958 a referendum popolare per l’approvazione finale. La nuova Costituzione venne promulgata dal Presidente della Repubblica il 4 ottobre 1958.

La forma di governo scelta fu quella semipresidenziale, che attribuisce maggiori poteri al Presidente della Repubblica, nella più generale ottica di un rafforzamento dell’esecutivo. Il testo originale della Costituzione del 1958 non prendeva l’elezione diretta del Presidente della Repubblica, modifica poi introdotta nel 1962. L’art.5 del testo individua il capo dello stato come garante del rispetto della Costituzione, arbitro che controlla il regolare funzionamento dei poteri pubblici e la continuità dello Stato. Esso è garante dell’indipendenza nazionale, dell’integrità del territorio e del rispetto dei trattati. Inizialmente eletto per sette anni, il suo mandato è stato ridotto a cinque con una modifica del testo che risale al 2000. Questa forma di governo prevede, però, anche alcuni elementi tipici della forma di governo parlamentare. In particolare, il governo è responsabile davanti al Parlamento, il che significa che tra le due istituzioni interviene un rapporto fiduciario, che risulta però implicito. L’art. 49 indica che, in realtà, “il Primo Ministro impegna (solamente) dinanzi all’Assemblea nazionale la responsabilità del Governo”. Il Primo Ministro è indicato dal Presidente della Repubblica qualche giorno dopo la sua elezione, mentre il governo nella sua formazione completa entra nel pieno delle sue funzioni a seguito della nomina presidenziale.

La figura di Charles De Gaulle

Perché a gestire la situazione di crisi del 1958 fu richiamato il generale De Gaulle, nonostante questo si fosse ritirato a Colombey-les-Deux-Églises da diversi anni e nonostante il fatto che l’Assemblea Nazionale avesse dato il suo appoggio a Pierre Pflimlin solamente pochi giorni prima?

L’esercito non era favorevole a Pflimlin, anzi aveva cercato di dissuadere l’Assemblea dal votare in maniera favorevole. Dagli ambienti militari si auspicava un ritorno del generale De Gaulle, probabilmente l’unico ritenuto in grado di gestire la situazione algerina. Una volta eletto, De Gaulle, che aveva domandato pieni poteri per gestire la situazione di emergenza, avviò quei negoziati e quelle trattative con gli indipendentisti algerini, che i militari francesi avevano a lungo evitato, e che condussero agli accordi di Évian del 18 marzo 1962. Questi accordi portarono ad un immediato cessate il fuoco e ad un avvio di collaborazione tra i due paesi.

Nato nel 1890 a Lille, il generale De Gaulle rappresenta una delle figure più importanti nel panorama politico francese del ventesimo secolo. Centrale e piuttosto determinante in diversi avvenimenti e situazioni cruciali per la Francia, ha segnato la storia e l’immaginario di questo popolo tanto che a lui è dedicato il più importante aeroporto di Parigi e, quindi, della Francia stessa. Charles de Gaulle ha rappresentato una figura chiave nel corso della Seconda Guerra Mondiale, per poi diventare Presidente del Governo provvisorio della Repubblica francese dal 1944 al 1946.

Primo Presidente della Quinta Repubblica, rimase in carica fino al 1969, quando, uscito piuttosto indebolito dagli scontri e gli scioperi del maggio ’68, ma soprattutto dalla sconfitta nel referendum del 27 aprile 1969 che riguardava il Senato e le regioni, si dimise già nella notte del 28 aprile, lasciando spazio ad un nuovo importante Presidente, Georges Pompidou.

 

Fonti e Approfondimenti:

Paola Piciacchia, La V Repubblica e la democrazia di inizio millennio: quale efficace ancoraggio alla Costituzione del 1958? in Fulco Lanchester, La Costituzione degli altri. Dieci anni di trasformazioni in alcuni ordinamenti costituzionali stranieri, Giuffrè Editore, 2012.

https://www.ilpost.it/2012/07/05/lindipendenza-dellalgeria-50-anni-fa/

http://www.repubblica.it/esteri/2012/07/05/news/algeria_indipendenza_valli-38541639/

http://www.vie-publique.fr/decouverte-institutions/institutions/veme-republique/1958/quels-ont-ete-temps-forts-elaboration-constitution.html

http://www.assemblee-nationale.fr/connaissance/constitution.asp

http://www.storia.rai.it/articoli/de-gaulle-e-lindipendenza-dellalgeria/12414/default.aspx

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