Midterm elections: Ted Cruz, il vecchio volto del Texas.

Immagine generata con supporto AI © Lo Spiegone CC BY-NC

Manca poco ormai alle Midterm di questo 2018, e molte sfide saranno chiare solamente alla fine del conteggio dei voti. Guardando fra gli scontri nei vari stati, sicuramente spicca il confronto che ci sarà in Texas fra il Democratico Beto O’Rourke e il Repubblicano Ted Cruz per la conquista di un seggio al Senato, dove i Repubblicani mantengono una maggioranza molto ristretta (51 a 49). Il primo, di cui vi avevamo già parlato qualche mese fa, rappresenta il nuovo volto del Partito Democratico e del Texas; il secondo invece è già un politico esperto, in corsa per le primarie rep 2016, fra i più conosciuti, potenti e, soprattutto, meglio finanziati del Partito Repubblicano. Progressista uno, conservatore l’altro (estremamente conservatore).

 

Dagli inizi alla politica

Nato in Canada, figlio di un immigrato cubano e di un’americana con origini irlandesi e italiane, Ted Cruz ha frequentato la Princeton University e la Harvard Law School. Dopo aver completato gli studi ha poi ricoperto degli incarichi governativi sin dal 1996, quando divenne assistente capo della Corte Suprema; Cruz è poi stato direttore dell’Ufficio di pianificazione politica presso la Federal Trade Commission (FTC), vice procuratore generale associato presso il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti, e anche consigliere per la politica interna di George W. Bush nel 2000, durante la sua campagna presidenziale.

Dal 2003 al 2008 è stato solicitor general del Texas: una sorta di avvocato con maggiori poteri in grado di rappresentare gli interessi statali anche di fronte alla Corte Suprema. Dopo il 2008 è poi entrato nel settore privato, lavorando per lo studio legale globale Morgan, Lewis & Bockius LLP. Nel Gennaio 2011, in seguito all’abbandono del suo seggio da parte della Senatrice Kay Bailey Hutchison, ha annunciato la sua candidatura alle primarie del Partito Repubblicano per ottenere la candidatura al Senato.

Ottenuto l’endorsement di vari esponenti del Partito Repubblican, fra i quali l’ex governatrice dell’Alaska Sarah Palin, Cruz si è aggiudicato le primarie contro il suo avversario David Dewhurst con un margine di 14 punti. Successivamente è risultato vincitore contro il candidato Democratico Paul Sadler con il 56,4% delle preferenze, diventando così Senatore per lo stato del Texas.

 

Le idee politiche e le primarie presidenziali

Le posizioni politiche di Ted Cruz sono estremamente conservative e radicali: si è sempre duramente opposto al matrimonio fra coppie omosessuali, all’aborto, al controllo sulle armi (è risaputo il supporto con donazioni e PAC da parte della NRA verso di lui), alla legalizzazione della marijuana, alla tassazione dei grandi patrimoni, all’Obamacare e all’allentamento delle norme di controllo sull’immigrazione. In politica estera è prevalentemente isolazionista.

Nel Marzo 2015 decise di candidarsi per ottenere la nomination repubblicana alle presidenziali del 2016. Durante tale campagna risulterò essere l’avversario più ostico per il futuro vincitore Donald Trump. Da questo punto di vista è simbolico il caso dell’Ohio, dove Cruz è riuscito a vincere le primarie contro Trump. Trump in quell’occasione chiese l’annullamento del voto, o la ripetizione dello stesso, accusando i sostenitori di Cruz di aver fatto circolare la falsa voce del ritiro del neurochirurgo nero Ben Carson, amato dalla destra evangelica, per far convogliare i voti sulla sua figura e vincere.

L’establishment del Partito Repubblicano decise di non intervenire, tuttavia Cruz si è dovuto scusare. Le tattiche manipolatorie usate si ritorsero contro Cruz, da allora dileggiato senza sosta da Trump dello spregiativo “Lyin Ted”, come caratterizzazione di un politico ipocrita e falso, disposto a usare sporchi trucchetti per vincere.

Trump accuserà Cruz anche di ineleggibilità, in quanto nato in Canada da genitori americani. Durante la campagna hanno fatto discutere alcune sue affermazioni, come quella secondo la quale era sua intenzione permettere l’ingresso negli USA solo ai cristiani, facendo eco, in maniera maggiormente radicale, a quella di Trump che aveva dichiarato di non voler far entrare i musulmani.

Cruz ha anche dichiarato di voler bombardare a tappeto l’ISIS per fermarlo, anche a costo di uccidere migliaia di civili. Affermazioni e metodi politici che lo hanno messo al centro di forti critiche, anche all’interno del suo stesso partito. I suoi modi e il suo atteggiamento più volte ostile contro i politici di Washington, compresi gli alti comandi del GOP (accusati di essersi rammolliti e di seguire politiche democratiche) gli hanno fatto guadagnare la fama di “uomo più detestato di Washington con l’ex Speaker della Camera, il moderato John Boehner, che lo ha tacciato come “il più infame degli opportunisti politici”.

 

La difesa del seggio

Candidatosi nuovamente per confermare il suo seggio al Senato, Cruz si scontrerà nell’imminente tornata elettorale alle Midterm. I sondaggi dicono che è in vantaggio sullo sfidante Democratico, Beto O’Rourke, di ben circa 7 punti percentuali, che per un candidato democratico in Texas, stato tradizionalmente conservatore, sono molto pochi, ma allo stesso tempo troppi per pensare ad un ribaltone dell’ultimo minuto. Tutto questo nonostante il suo avversario democratico abbia raccolto oltre 60 milioni di dollari in donazioni, il doppio di quelle raccolte da lui raccolte anche con l’utilizzo di PAC. Nei due dibattiti televisivi (il terzo è stato rifiutato da Cruz) il candidato Democratico è sembrato avere la meglio, mentre Cruz è stato additato da O’Rourke come un “disonesto” che fa “tante chiacchiere e nessun azione”.

Cruz avrebbe ribattuto dipingendo O’Rourke come un liberale troppo radicale per il Texas, che vorrebbe alzare le tasse e cambiare la regolamentazione riguardo, tema da sempre considerato un vero e proprio cavallo di battaglia per il successo economico del Texas da parte del Partito Repubblicano. O’Rourke ha poi chiuso la contesa dicendo che Cruz “ricoprirà posizioni e voti che non ho mai tenuto e preso” prendendolo in giro per il vecchio soprannome datogli da Trump di “Lyin’ Ted”, soprannome giudicato come “vero”. Vista la dura lotta tra i due, il Presidente Trump è sceso in campo per un endorsement nei confronti del suo ex avversario elettorale durante un comizio politico. In tale contesto il soprannome di Cruz è stato cambiato dal Presidente in “Beautiful Ted”, al contrario del vecchio “Lyin Ted”.

Molti hanno visto tale scelta come una mossa dovuta alla paura di un’ipotetica perdita della maggioranza al Congresso per il Partito Repubblicano nell’ala del Senato, dove il divario è, come abbiamo detto prima, minimo. È dal Senato infatti che parte la procedura di impeachment nei confronti di un Presidente, e molti Democratici sembra che in caso di conquista del Senato (molto difficile; secondo FiveThirtyEight una possibilità su sette) possano decidere di dare avvio al procedimento. Tutto è ancora in gioco.

 

Fonti e Approfondimenti

https://www.theguardian.com/us-news/shortcuts/2018/oct/23/lyin-ted-cruz-is-now-beautiful-ted-how-a-change-of-nickname-reveals-trumps-midterm-fears

https://www.cnn.com/2016/02/02/politics/who-is-ted-cruz/index.html

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