La Repubblica Islamica: la costituzione, il Velayat-e faqih e la struttura

Iran
@Chyah - wikimedia commons - Licenza: Attribution 3.0 International (CC BY 3.0)

L’Iran è sempre più un soggetto politico dominante all’interno del Medio Oriente, ma per capire la profondità del paese è necessario analizzare il funzionamento delle istituzioni della Repubblica Islamica. In questi anni abbiamo spesso parlato del suo ruolo geopolitico, delle sue élite (Pasdaran), delle sue forze armate e delle sue tornate elettorali, ma prima è necessario capire qual è la sua struttura.

Il governo del giurisperito

La Repubblica Islamica si fonda sul principio sciita imamita del Velayath-e faqi (il governo del giureconsulto), elaborato dall’ayatollah Khomeini durante il periodo tra il 1964 e il 1978, trascorso per lo più nella città santa di Najaf in Iraq. 

L’idea principale alla base di questa teoria è che la monarchia assoluta che da sempre aveva caratterizzato il governo in Persia doveva essere sostituita da un governo islamico che avrebbe dovuto basarsi sull’idea della città-stato del Profeta e sul modello del califatto di Ali, primo imam sciita. Secondo questa teoria a guidare la comunità Islamica dopo il profeta dovevano pensarci gli Imam, ma dato che secondo la dottrina sciita il Dodicesimo Imam è andato in un occultamento dalle cose terrene e tornerà solo in un lontano futuro (una tradizione simile a quella messianica del Cristianesimo), il potere viene lasciato ai cultori dell’Islam. 

 

A questo punto entra in gioco il clero sciita, in qualità di rappresentante legittimo degli Imam, deve prendere le redini del potere e guidare la comunità. Per indicare chi tra gli ulema deve detenere il potere in questa situazione l’Ayatollah Khomeini definì che questo compito spettava al più saggio e al più esperto degli scienziati religiosi viventi (il faqih). Questi avrebbe avuto la responsabilità diretta del potere esecutivo e quella indiretta del potere giudiziario e legislativo.

 

L’unico governo leggitimo in assenza della Mahdi, rappresentante del Profeta, è un governo retto dagli studiosi più saggi, aspettando che torni una forma di governo basata eslusivamente su Dio e sulla sua parola. La figura del giurisperito in questo periodo di passaggio terreno avrebbe avuto lo stesso ruolo del dodicesimo imam e di conseguenza le sue azioni e le sue parole sarebbe state fonti di diritto islamico e escluse da qualsiasi controllo terreno.

Il compromesso con le forze laiche

Secondo quello che possiamo leggere qui sopra ci dovremmo aspettare che l’Iran sia governato da un governo islamico senza limiti in cui il Giureconsulto è il signore indiscusso del paese. Allo stesso tempo analizzando la struttura istituzionale del paese si ritrova la presenza di molte istituzioni elette che in qualche modo possono limitare il potere del  Leader Supremo. Dunque, perché questo è possibile?

Per dare una risposta a questa domanda è necessario analizzare quali sono state le forze che hanno condotto insieme a Khomeini la rivoluzione del ’79 contro lo Scià. Insieme al clero sciita, che aveva una forte capacità di attrattativa su una parte della popolazione, vi erano anche forze di sinistra (comunisti e socialisti), piccola e media borghesia laica e alcune sezioni dell’esercito. Khomeini aveva capito durante il suo periodo in esilio a Parigi che per conquistare il potere era necessario ottenere l’appoggio di tutte le parti, almeno nei primi anni della rivoluzione, e di conseguenza ha ammorbidito la sua teoria, passando da un puro velayath e faqih all’attuale Repubblica Islamica.

Questo fu fatto anche perché altrimenti la Rivoluzione non avrebbe potuto avere il supporto degli Europei che volevano liberarsi dello Scià. La parola “Repubblica” dava una sicurezza agli europei garantendo il fatto che questo avrebbe avuto connotati in parte democratici, poteri in qualche modo separati e interlocutori precisi da poter gestire. Un’immagine che gli europei avrebbero presto capito sarebbe stata più fumosa di quanto potesse sembrare nel 1979.

La Repubblica Islamica

All’indomani della Rivoluzione nel 1980 un Referendum pose il quesito alla popolazione “Volete voi una Repubblica Islamica?” e si poteva solo accettare o rifiutare. Questo mise i cittadini e i rivoluzionari laici più critici davanti ad un pacchetto chiuso e se avessero deciso di votare no avrebbero mostrato il fianco alla denuncia di essere in segreto ancora sostenitori dello Scià. Per questo la Repubblica Islamica stravinse il referendum.

Per capire bene esattamente che cosa si intende con il termine Repubblica Islamica è utile immaginare due quadrati uno dentro l’altro. Quello più grande rappresenta la legge islamica e le istituzioni islamiche mentre quello al suo interno rappresenta la legge secolare e le istituzioni repubblicane. Se questi due quadrati fossero stati statici allora avremmo potuto dire dire che la legge islamica è sempre dominante rispetto a quella laica, ma in questo caso è necessario affermare che i quadrati sono dinamici e su alcuni temi le posizioni si possono arrivare anche a invertire.

La legge islamica infatti riguarda molto la vita privata, il costume, le pratiche di tutti i giorni, ma non da regole o direttive da rispettare in termini di politica estera o di politica economica. Di conseguenza in questi aspetti la legge laica è superiore. Proprio per questa ragione è difficile indicare l’Iran come un regime esclusivamente religioso, ma è più accurato definirlo come un regime ibrido.

La struttura istituzionale

Detto questo è necessario andare ad analizzare le due parti che costituiscono questo corpo istituzionale che è sicuramente tra i più complessi e opachi del mondo. 

Il dualismo della Repubblica Islamica è dato dal rapporto tra istituzioni laiche e istituzioni islamiche. In questo articolo andremo a definire la struttura generale, in seguito illustreremo con analisi più approfondite le istituzioni islamiche e quelle repubblicane. Le istituzioni islamiche sono: l‘assemblea degli Esperti, il consiglio dei Guardiani e la Guida Suprema. Le istituzioni repubblicane sono invece: Il Parlamento e la Presidenza della Repubblica. 

La più importante delle Istituzioni islamiche è il Leader supremo, che oggi è l’Ayatollah Khamenei (art 5 Cost. Iran) ed è eletto dal Consiglio degli Esperti. Questi è la guida dell’Iran e il capo delle forze armate, è il rappresentante all’estero ed elegge i vertici del potere giudiziario, dell’esercito, dei media statali e nomina i membri islamici del Consiglio dei Guardiani.

L’Assemblea degli Esperti è eletta dal popolo ogni 8 anni ed è composta solo da religiosi. Questa assemblea elegge la Guida Suprema con varie modalità di voto che analizzeremo in seguito.

Il Consiglio dei Guardiani è il principale organo politico islamico questi è diviso in due parti tra membri religiosi e membri laici, i primi nominati dalla Guida Suprema i secondi eletti dal Parlamento da una lista fornita dal potere giudiziario.  Il compito più importante del Consiglio dei Guardiani è quello di garantire il rispetto della Shaaria e di conseguenza si occupa di garantire che le leggi fatte dal Parlamento siano conformi all’Islam. Inoltre ha tra i suoi compiti quello di valutare le candidature alle cariche pubbliche e può rifiutare una candidatura, come è successo nel caso dell’ex Presidente Ahjamadinejad alle ultime elezioni presidenziali.

Il Presidente e il Parlamento seguono molto le linee occidentali. Il Presidente è colui che da l’indirizzo politico al paese con l’appoggio del Leader Supremo, mentre il Parlamento rappresenta il potere legislativo sotto il controllo del Consiglio dei Guardiani. 

È necessario ricordare come il sistema politico iraniano sia ibrido e si modifichi davanti a certe circostanze spostando un peso maggiore dalle istituzioni islamiche a quelle repubblicane e viceversa a seconda dei momenti storici. Durante la Guida di Khomeini il potere era concentrato sulla sua persona, ogni decisione passava dal suo ufficio e le istituzioni erano totalmente prive di peso. A partire dalla Guida di Khamenei la situazione è cambiata molte volte, con varie fasi. Durante la Presidenza Rafsanjani il potere si è concentrato su di lui con la Guida Suprema avente un potere marginale, mentre questa situazione è molto cambiata con la vittoria del Riformista Kathami in cui la Guida Suprema ha ripreso molto delle sue prerogative su di sé. In questo momento lo scontro istituzionale è molto elevato, in particolare con l’inserimento di altre forze politiche nel gioco tra Presidenza e Leader Supremo.

Fonti e approfondimenti:

  1. “L‘Iran contemporaneo, le sfide interne e internazionali di un paese strategico”, Pejman Abdolmohammadi, Giampiero Cama, Mondadori Università.
  2. Iran Between Two Revolutions“, Ervand Abrahamian, Princeton University press.

Leave a comment

Your email address will not be published.


*