Capi tradizionali e governo centrale si scontrano in Kasai

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Julien Harneis, Wikimedia Commons, CC-BY-SA 2.0

Dal 2016 la regione del Kasai, nella zona meridionale della Repubblica Democratica del Congo, è afflitta da una serie di atti di violenza causati dallo scontro sviluppatosi tra autorità tradizionali e governo centrale. L’insurrezione è partita da una delle province e da lì si è espansa a macchia anche nelle zone limitrofe; gli eventi che la contraddistinguono non saranno in grado di minare la stabilità del governo centrale, ma sono l’ennesima dimostrazione dell’alto grado di tensione diffuso per tutto il territorio congolese.

Cause e conseguenze della crisi

L’insurrezione Kamuina Nsapu è sorta nel 2016 come un conflitto radicato nella provincia Kasai-Central della Repubblica Democratica del Congo (RDC), ma da allora ha acquisito intensità e si sta diffondendo nelle province limitrofe.

A livello nazionale la decisione del presidente Joseph Kabila di rimanere al potere oltre il suo limite di mandato – stabilito dalla costituzione nel dicembre 2016 – ha generato un pericoloso stallo politico. Con l’aggravarsi della crisi economica l’instabilità sta aumentando, non solo nella regione del Kasai, ma anche nel Nord Kivu, nel Tanganyika e nel Kongo-Central.

Pur avendo cause radicate a livello locale, la violenza che caratterizza determinate zone della DRC mette direttamente in discussione l’autorità statale e avverte che la crisi politica a livello nazionale sta ulteriormente destabilizzando le province del Paese. La violenza nella provincia del Nord Kivu ha già influenzato la preparazione delle elezioni di dicembre 2018, e questo potrebbe ripetersi con la registrazione degli elettori in tutto il Paese. È quindi fondamentale che i meccanismi di risoluzione dei conflitti siano stabiliti o potenziati a livello locale in previsione di ulteriori problemi.

La regione del Kasai, che nel 2015 è stata divisa da due a cinque province in una politica nota come decoupage, è una delle più povere della Repubblica Democratica del Congo, pur essendo ricchissima di giacimenti di diamante e oro, e resta solitamente lontana dai radar di politici e diplomatici della capitale, Kinshasa. Dall’aprile 2016 la regione è teatro di un’insurrezione sociopolitica guidata dalla milizia Kamuina Nsapu, dal nome di un capo ereditario nella provincia di Kasai-Central.

Kamuina Nsapu è il titolo ereditario per il capo di Bajila Kasanga o Bashila, un Groupement contenente diversi villaggi nel settore Dibataie, provincia del Kasai centrale, a circa 70 chilometri a sud-est di Kananga. Nella Repubblica Democratica del Congo, i capi tradizionali sono parte integrante della pubblica amministrazione, ricevono uno stipendio erogato dallo stato e gestiscono i villaggi; essi hanno un ruolo nel controllo della terra e possono svolgere un’importante funzione spirituale. Vengono nominati secondo le procedure tradizionali  e quindi riconosciuti dallo Stato. In linea di principio, il capo è apolitico, ma, per essere riconosciuto e mantenere la sua posizione e autorità, è spesso costretto ad allinearsi con il regime, anche a causa delle pressioni che spesso funzionari e politici esercitano su di essi.

Le tensioni tra Stato e autorità tradizionale hanno innescato l’attuale conflitto. Nel 2016, lo Stato ha rifiutato di riconoscere la tradizionale nomina di Jean-Pierre Mpandi come Kamuina Nsapu, e il governatore provinciale avrebbe rifiutato di incontrarlo. Il gesto è stato considerato come un insulto e ha messo il capo e le autorità statali in rotta di collisione, anche a causa del riconoscimento statale dei leader di Bashila di rango inferiore.

Successivamente, Mpandi ha criticato il regime in un discorso molto nazionalista usando un linguaggio xenofobo, criticando la presenza in politica di mercenari stranieri e quello che ha definito un governo di occupazione. Come molti critici radicali del regime, Mpandi ha puntato il dito sulla presunta origine ruandese della famiglia Kabila, saliti al potere durante la seconda guerra del Congo. 

Nell’aprile 2016, mentre Mpandi era in Sud Africa, le autorità provinciali hanno inviato servizi di sicurezza nel Kasai per controllare la zona. Mpandi ha risposto accusando le autorità di essere entrate senza preavviso in luoghi sacri e abitazioni, perpetrando furti e violenze contro la popolazione locale. Mpandi ha anche accusato le forze di sicurezza di molestare la popolazione e ne ha richiesto l’espulsione dalla zona.

I fatti hanno spinto Mpandi a considerare sempre più lo Stato e tutti i suoi rappresentanti, inclusa la Commissione elettorale nazionale indipendente (CENI), come suoi nemici e ha incitato i suoi seguaci a insorgere contro di loro. Dopo mesi di escalation, Mpandi, alcuni dei suoi seguaci e diversi membri delle forze di sicurezza sono stati uccisi il 12 agosto 2016. Dall’inizio di dicembre dello stesso anno, gli attacchi delle milizie Kamuina Nsapu alle istituzioni statali si sono intensificati e la violenza si è estesa alle province Kasai, Kasai Orientale e Lomami.

L’insurrezione Kamuina Nsapu è diventata un simbolo di diffusa insoddisfazione sia delle popolazioni urbane sia delle popolazioni rurali del Kasai. La difesa dei costumi e delle pratiche tradizionali ha trovato particolare risonanza tra la popolazione locale e altri capi tradizionali. L’ottimismo secondo cui un nuovo governo guidato dall’Union pour la Democratie et le Progres Social (UDPS) potrebbe calmare la situazione ha preso un duro colpo con la morte del leader dell’opposizione Tshisekedi nel febbraio 2017. Il Kasai è il luogo di nascita di Etienne Tshisekedi, leader storico del partito di opposizione Unione per la democrazia e il progresso sociale (UDPS) e capo della coalizione di opposizione Rassemblement. Nelle elezioni nazionali del 2011, Tshisekedi e l’UDPS hanno dominato nella regione.

Quando il presidente Kabila fu dichiarato vincitore dai sondaggi profondamente viziati, la sensazione che il voto nazionale fosse stato manomesso dal regime è stata particolarmente forte nell’area, dove Kabila rimane molto impopolare. La zona del Kasai si è apertamente schierata con Felix Tshisekedi, figlio dello storico leader, che concorrerà alle elezioni per la presidenza del 23 dicembre 2018. 

 

Il conflitto ha notevoli conseguenze umanitarie e politiche. Se gli sfollati e le altre comunità colpite non saranno in grado di preparare la prossima stagione di semina, l’insicurezza alimentare aumenterà. A livello politico, la CENI si sta preparando a iniziare la registrazione degli elettori nelle province del Kasai, ma nelle aree colpite dal conflitto gli uffici sono stati distrutti e il personale minacciato. Gli sfollati devono votare dove si sono iscritti, cosa che  può rappresentare un problema. I sentimenti antistatali hanno una forte risonanza tra i cittadini locali, cosa che potrebbe portare molti a non registrarsi affatto e lasciare le aree pro-opposizione con un basso numero di voti. Un primo passo importante sarà la creazione di un’adeguata sicurezza e fiducia per le persone, inclusi gli sfollati, a partecipare al processo.

I numeri della crisi

  • Più di 10.000 persone sono morte dall’Agosto 2016, secondo il Conseil régional des organis gouvernementales de développement (Consiglio regionale delle organizzazioni non governative di sviluppo)
  • Sono state scoperte più di 80 fosse comuni
  • Più di 1,5 milioni di persone sono sfollate nella regione del Grande Kasai, raddoppiando il numero totale di sfollati nella Repubblica Democratica del Congo (RDC) a 3,8 milioni, secondo l’Ufficio delle Nazioni Unite per il coordinamento degli affari umanitari (OCHA). Secondo un altro rapporto dell’OCHA, 710.000 persone sono tornate nelle loro case a Kasai, mentre 762.000 rimangono sfollate.
  • 31.000 congolesi in fuga dal Kasai hanno cercato rifugio in Angola secondo l’UNHCR

In una regione in cui la vita era già una lotta, le difficoltà sono aumentate per le persone colpite dal conflitto. Molte case sono state bruciate durante i combattimenti degli ultimi mesi e gli sfollati sono ospitati dalle comunità locali poiché non ci sono campi di raccolta. L’insicurezza, le tensioni e le violenze in questa zona impoverita hanno peggiorato e drasticamente limitato i servizi di prima necessità, che in alcune aree sono totalmente inaccessibili per la popolazione. Violazioni dei diritti umani e crimini di guerra sono stati commessi da entrambi i lati. Durante tutto il conflitto, le Nazioni Unite hanno criticato Kamwina Nsapu per reclutare bambini e per attaccare installazioni e impiegati statali, mentre il governo descrive la milizia come un gruppo terroristico. I combattenti Kamuina Nsapu hanno preso di mira le istituzioni statali, saccheggiando e bruciando uffici governativi locali e nazionali. Dall’altra parte, i militari dell’esercito congolese sono stati anche essi tristemente protagonisti di atti di violenza, stupri, mutilazioni su militanti e civili.

Conclusioni

Anche se nessuno di questi conflitti locali è in grado da solo di sconvolgere radicalmente il quadro nazionale, ognuno di loro rischia di minare l’importantissimo processo di registrazione degli elettori e quindi l’integrità e i tempi delle future elezioni. Mentre le misure locali sono importanti, mantenere “pulito” il percorso verso le elezioni per garantire strutture governative rappresentative è in definitiva l’unica via d’uscita da questo pantano.

Fonti e Approfondimenti:

https://www.reuters.com/article/us-congo-violence-un/conflict-in-congos-kasai-could-be-prelude-to-genocide-u-n-expert-warns-idUSKBN1JU1XO

https://www.irinnews.org/analysis/2017/07/31/briefing-conflict-kasai-drc

https://www.msf.org/democratic-republic-congo-crisis-update-october-2017

https://reliefweb.int/topics/humanitarian-crisis-kasai-region-dr-congocrise-humanitaire-dans-la-r-gion-des-kasa

https://www.bbc.com/news/world-africa-44613147

https://www.crisisgroup.org/africa/central-africa/democratic-republic-congo/kamuina-nsapu-insurgency-adds-dangers-dr-congo

https://africanarguments.org/2016/12/12/hungry-for-change-the-economics-underlying-dr-congos-political-crisis/

Fai clic per accedere a Kasai-report-IRRI-ENG.pdf

https://africanarguments.org/2017/02/03/what-does-opposition-leader-tshisekedis-death-mean-for-dr-congos-road-to-elections/

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