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Il Sogno Iniquo: le disuguaglianze etniche

Nonostante le grandi battaglie portate avanti a partire dagli anni ’60 e i tanti passi avanti, negli Stati Uniti vi è ancora una forte disuguaglianza etnica e razziale che caratterizza alcuni strati della popolazione.

Tali lacune si sviluppano in diversi punti e modalità, articolandosi all’interno del quadro sociale e toccando temi quali il lavoro, la salute e la ricchezza. Tale disuguaglianza crea squilibri in termini economici e sociali molto gravosi per un buono sviluppo della società, anche e specialmente in prospettiva futura, con i neri e gli ispanici che risultano essere i più colpiti da queste differenze. Il gap fra i vari gruppi etnici è infatti tuttora in crescita.

La disuguaglianza

Analizzando i numeri è possibile sin da subito notare la sperequazione fra le parti. Meno della metà delle famiglie nere (41%) e delle famiglie ispaniche (45%) sono proprietarie delle abitazioni in cui vivono. Al contrario, la percentuale delle famiglie bianche proprietarie di abitazioni staziona al 71% del totale.

Se consideriamo che il patrimonio netto di una famiglia o un individuo è dato dal valore delle cose che si possiedono a cui si sottraggono i propri debiti, il dato sulle case ci aiuta a fotografare un primo quadro differenziale fra le parti prese in questione. Possedere una casa inoltre permette di ricevere utili sgravi fiscali, mentre entrare nel mercato degli affitti ovviamente rende l’ascesa sociale complicata.

Fra le famiglie nere o ispaniche, una su sei spende più del 50% del proprio reddito in alloggi, rimanendo perciò con poche risorse da poter investire su altri aspetti della vita come l’educazione dei figli e l’assistenza sanitaria. Il persistente divario degli utili nell’ultimo decennio ha poi reso ancora più difficile questa situazione, distanziando sempre di più afroamericani e ispanici dalla popolazione bianca.

Nel 2010, i guadagni mediani per i maschi neri erano del 32% inferiori rispetto ai guadagni mediani per le loro controparti bianche. Il divario di guadagno tra gli uomini bianchi e quelli ispanici è cresciuto dal 29 al 42% tra il 1970 e il 2010. A partire dal 1980, le disparità razziali ed etniche riguardanti la povertà negli Stati Uniti sono rimaste in gran parte invariate, dando luogo all’idea che esistano “due Americhe“.

Mentre i neri, gli ispanici e i nativi americani hanno maggiori probabilità di diventare poveri, al contrario gli asiatici e i bianchi hanno maggiori probabilità di vivere agiatamente. Un nero su quattro, un nativo americano su quattro e un ispanico su cinque sono classificati come poveri. Al contrario, solo uno su dieci bianchi e uno su dieci asiatici sono poveri.

Lavoro, salute e ricchezza

Le condizioni lavorative ovviamente sono molto importanti in un discorso di questo tipo. Il tasso di occupazione per gli uomini afroamericani è stato inferiore di 11-15 punti rispetto a quello dei bianchi in ogni mese dal gennaio 2000.

Durante l’ultima grande crisi, inoltre, i tassi di occupazione degli uomini afroamericani sono diminuiti ulteriormente e hanno recuperato più lentamente rispetto ai tassi dei bianchi.

Anche gli sbocchi occupazionali possibili sono molto diversi, poiché a causa delle minori risorse a disposizione le minoranze fanno maggiormente fatica a costruirsi una carriera educazionale uguale o superiore a quella della maggioranza bianca. Quindi, nella maggior parte dei casi, questa porzione della popolazione si trova a svolgere lavori con una retribuzione inferiore.

Dal punto di vista sanitario la situazione non cambia. L’accessibilità e le differenti condizioni ovviamente incidono in maniera rilevante, con la popolazione bianca che grazie a possibilità mediamente superiori riesce ad accedere ai servizi sanitari con maggiore facilità.

Circa 1/5 della popolazione americana non possiede infatti un’assicurazione sanitaria attraverso cui beneficiare di cure necessarie. Tra questi la maggioranza appartiene alle minoranze etniche. 

Molte di queste persone non possono quindi curarsi nelle strutture preposte, con la spesa dei medicinali che grava fortemente sulle finanze familiari.

La questione della ricchezza diventa quindi un tema fondamentale da analizzare. Nel 2013, la ricchezza mediana di una famiglia bianca era di $ 141,900. Secondo l’Università di Stanford “per ogni dollaro di ricchezza detenuto dalla famiglia bianca mediana, la famiglia afro-americana mediana possiede meno di 8 centesimi di ricchezza, e la famiglia ispanica mediana meno di 10 centesimi”.

Politica e disuguaglianze

Le realtà dei vari Stati sono poi parecchio diversificate. Se prendiamo ad esempio la California, il Golden State americano e patria dei super ricchi del Paese, i dati ci mostrano una maggiore disparità in termini diseguaglianze. Seguendo il trend di sperequazione della nazione, ci si accorge infatti che, nonostante l’alto tasso di ricchezza, vi è un livello inversamente proporzionale in termini economici. A causa del grande costo della vita, risulta infatti essere lo Stato col più alto tasso di povertà. Inoltre, le disparità di reddito sono le più grandi d’America, superando per coefficiente di Gini persino la Georgia e il Mississippi. Le ricerche mostrano poi come buona parte di queste constatazioni trovino ampi riscontri negli alti livelli di disuguaglianza e segregazione razziale.

Anche dal punto di vista politico la questione sembra rimanere in un certo limbo. Il presidente Trump non ha finora adottato politiche per ridurre tale gap e in molti casi è apparso quasi ostile nei confronti di temi di questo genere. 

Se la questione dell’assistenza sanitaria è un problema di primo piano, in tal senso Trump ha tentato, fallendo, di abolire l’Obamacare, grazie al quale più di 20 milioni di americani hanno ricevuto cure sanitarie che prima non avrebbero potuto permettersi. In prospettiva 2020 invece, i candidati alle primarie del Partito Democratico, sembrano aver preso in seria considerazione la problematica delle disuguaglianze.

Il candidato di origine latina Julian Castro, già Segretario per le necessità abitative e dello sviluppo urbano durante l’amministrazione Obama, e in precedenza sindaco di San Antonio dal 2009 al 2014, ha dichiarato che la sua piattaforma includerà politiche atte ad aumentare il numero di famiglie proprietarie di abitazioni, soprattutto tra gli appartenenti alle minoranze etniche. La proprietà di una casa è infatti uno dei modi migliori per trasferire la ricchezza da una generazione all’altra.

Inoltre, la senatrice della California Kamala Harris ha confermato che un grande taglio delle tasse della classe media andrebbe a beneficio degli afro-americani. La proposta farà parte della sua piattaforma 2020.

Anche Cory Booker, senatore per lo Stato del New Jersey, ha dato il suo endorsement per queste politiche. Una delle sue proposte riguarda l’emissione di bond per bambini in grado di stabilire dei conti fiduciari per ogni neonato. Questo permetterebbe a un ragazzo di poter accumulare in qualche modo ricchezza durante i suoi anni di crescita per poi utilizzarla per garantirsi un’istruzione. Un’idea approvata anche dall’economista Darrick Hamilton, il quale si è detto interessato a lavorare con Booker.

Fonti e approfondimenti

Futurity, 3 areas that show America’s racial inequality, 25 Giugno 2017, https://www.futurity.org/racial-ethnic-inequalities-united-states-1467732-2/

U.S. News, The Relationship of Race to Community Health, 25 Settembre 2018, https://www.usnews.com/news/healthiest-communities/articles/2018-09-25/the-burden-of-race-on-community-health-in-america

Huffington Post, The California Chasm: A Look At Income Inequality In The Golden State, 6 Dicembre 2017, https://www.huffingtonpost.com/2015/02/12/california-income-inequality_n_6673042.html

Axios, 2020 Democrats are ready to talk about racial inequality, 27 Gennaio 2019, https://www.axios.com/2020-democrats-racial-inequality-4808430a-ad95-4910-a1c9-8e414deca6b9.html

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