Spiegami le europee: intervista a Tuttlies Utta, portavoce dei S&D

Immagine generata con supporto AI © Lo Spiegone CC BY-NC

Intervista di Sara Bianchi e Francesco Chiappini

A due mesi dalle elezioni europee continuiamo la nostra analisi dell’Unione parlandovi di quello che è un elemento fondamentale delle stesse elezioni: i gruppi politici del Parlamento. Abbiamo però pensato che, al posto di spiegarvelo noi, fosse meglio farvi capire chi sono questi gruppi e quali sono le loro idee politiche facendovelo spiegare direttamente da loro. Per questo motivo, tra Roma e Bruxelles, abbiamo intervistato esponenti di spicco dei gruppi nazionali, che ci hanno parlato di alcuni concetti chiave in vista delle Europee di maggio.

Dopo avervi presentato, attraverso le parole di Nicolas Bay, l’Europa delle Nazioni e della Libertà, oggi ci spostiamo dall’altra parte dello spettro politico del Parlamento, per parlarvi dei Socialisti e Democratici. I S&D rappresentano il centro-sinistra europeo e, con i loro 187 parlamentari, sono anche il secondo gruppo più consistente all’interno del PE. Come riportato dal loro sito, cinque sono i principi su cui si basano: libertà, eguaglianza, giustizia, solidarietà e diversità.

Per presentarveli, abbiamo avuto l’occasione di parlare con Utta Tuttlies, Portavoce del gruppo e Capo dell’ufficio stampa.

Quale è la vostra strategia per affrontare queste elezioni? È, o meno, una vostra priorità puntare su un aumento della partecipazione al voto? Come pensate di mobilitare nuovi elettori che attualmente sono fuori dal turnout?

Per prima cosa, è importante chiarire la differenza tra il gruppo parlamentare S&D e il Partito Socialista Europeo (PSE). Il PSE rappresenta i partiti nazionali e dirige la campagna elettorale. Il gruppo S&D rappresenta i parlamentari, promuovendone i risultati da oltre 5 anni.
Possiamo infatti vantare una lunga lista di successi. Abbiamo sempre promosso gli investimenti rispetto ai tagli alla spesa, credendo che le persone siano più importanti dei numeri. Ci siamo assicurati che il tema della giustizia fiscale fosse sempre al centro dell’agenda dell’Unione Europea, al fine di ottenere una maggiore equità per le persone. Sosteniamo la transizione a un’economia fondata su un sistema di produzione e consumi a basso contenuto di carbonio, senza che i costi sociali ricadano sulle fasce più deboli della popolazione. In Europa un bambino su quattro è a rischio povertà, per questo siamo i primi sostenitori dell’introduzione di un’assicurazione per l’infanzia (Child Guarantee) . La sua attivazione garantirebbe maggiori opportunità di realizzazione e successo ai giovani e ai bambini in condizioni di povertà.

Il nostro programma vuole dare una risposta alle preoccupazioni delle persone e lo stiamo dimostrando. Inoltre, vogliamo mostrare chiaramente la nostra serietà nel voler cambiare l’Europa. Il mantenimento dello status quo non è un’opinione.
Incrementare la partecipazione elettorale deve essere un obiettivo primario per ogni gruppo o partito che si definisca democratico. Per noi, questo si declina in particolar modo nel sostenere la partecipazione giovanile. Per decidere del proprio futuro bisogna uscire e votare. Dopo il Referendum per la Brexit abbiamo lanciato TOGETHER, un progetto con cui ascoltiamo le necessità delle persone, e camminiamo per le strade delle grandi e piccole città per conoscerne le realtà locali. Parallelamente, abbiamo creato una piattaforma online con cui i più giovani possono partecipare alle nostre attività. Vogliamo incoraggiare tutti alla partecipazione, non solo chi è già attivo politicamente.

Una delle novità delle ultime elezioni europee è lo Spitzenkandidat, quali sono i motivi dietro la scelta del vostro candidato?

Il nostro spitzenkandidat Frans Timmermans, sta promuovendo una campagna contro il terrore verso estremisti e nazionalisti e le sue idee sono piene di ottimismo. Questo è esattamente ciò di cui abbiamo bisogno.

Cosa pensate della crisi migratoria che l’Unione e diversi Paesi da tempo fronteggiano? Cosa proponete come S&D per risolvere il problema?

Credo sia possibile affrontare la crisi migratoria solo coordinandosi in maniera efficace. Se riuscissimo a farlo, anche i cittadini convinti che l’immigrazione sia un fenomeno fuori controllo verrebbero rassicurati. Però, solo l’Europa è in grado di realizzare le politiche migratorie. Perciò noi chiediamo una politica europea su migrazione e diritto di asilo che si basi sulla solidarietà e su responsabilità condivise da tutti i Paesi membri. Il nostro gruppo parlamentare ha lottato in prima linea per far approvare un meccanismo europeo di ricollocamento dei migranti tra gli Stati membri. Questo è un problema che potremo risolvere solo lavorando insieme. Da soli, siamo destinati a fallire.

È anche fondamentale non parlare solamente di “meccanismi” o di “problemi” legati alle migrazioni. Dobbiamo essere mossi da un principio di umanità e rispettare la dignità dei migranti. Proteggere la vita umana è il primo obiettivo.

Come vi ponete riguardo il funzionamento dell’Unione Economica e Monetaria? Quali riforme proponete in settori quali la governance dell’eurozona e le regole di bilancio? Che tipo di strategia adottare e su quali priorità dovranno basarsi il prossimo Quadro Finanziario Pluriennale e i prossimi bilanci dell’UE?

Negli ultimi anni, sono stati fatti molti progressi nella riduzione dei rischi nell’Eurozona. Il Parlamento Europeo ha lavorato instancabilmente per raggiungere questo risultato. Nonostante ciò, i governi nazionali restano riluttanti alla condivisione dei rischi. Per questo crediamo sia necessario costruire un budget significativo, per assicurare stabilità a lungo termine nell’Eurozona e ridurre le disuguaglianze tra i paesi UE. Ed è fondamentale affrontare subito queste tematiche: con Brexit in atto e l’amministrazione Trump negli Stati Uniti la necessità di una robusta unione monetaria ed economica è più urgente che mai.

Il Multiannual Financial Framework è un termine abbastanza tecnico, ma riguarda temi fondamentali. Non si tratta solo di denaro, ma di modellare il tipo di società in cui viviamo. Per noi è chiaro che il MFF debba basarsi sugli obiettivi di sviluppo sostenibile dell’ONU e affrontare problemi di portata globale come il cambiamento climatico, la povertà o il problema degli alloggi.

Come vedono i S&D il futuro dell’Unione? L’integrazione andrebbe accelerata all’unisono attraverso nuovi trattati o attraverso accordi intergovernativi? Credete che il futuro dell’Unione sia a più velocità o a 27?

Se c’è qualcosa che abbiamo imparato dalle esperienze passate è che, come progressisti, non possiamo mai abbassare la guardia. Il futuro è molto incerto. Senza dubbio, il risultato del referendum per l’uscita del Regno Unito dall’Unione ha risvegliato le nostre coscienze, rendendo impellente la necessità di dimostrare a tutti i cittadini quali e quanti benefici l’Europa garantisca, a prescindere dalla nazionalità. Il 2019 sarà un anno molto importante per l’Europa. Le prossime Elezioni Europee apriranno scenari imprevedibili. Cambieranno i presidenti della Commissione e del Consiglio Europeo. Verranno prese molte decisioni che porteranno a grandi cambiamenti, ma non ci saranno modifiche ai trattati.

Cosa ne pensa del futuro della sinistra europea? Crede che si sposterà verso il centro dell’arena politica o verso l’estrema sinistra?

Attualmente, siamo il secondo gruppo parlamentare più grande e rappresentiamo l’avanguardia progressista. Nel prossimo mandato vogliamo consolidare la nostra base e partire da lì. Esistono molteplici sfide in tutti gli Stati Membri, ma la sinistra europea può fare la differenza nell’Unione. Durante il prossimo mandato tutti i progressisti in Europa dovranno lavorare insieme, lottare per una società più equa, promuovere la giustizia sociale, combattere le disuguaglianze, incrementare salute e benessere. Noi siamo la forza trainante che può unire il progressismo europeo.

Traduzione: Kevin Carboni

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