Europa27: Austria

Immagine generata con supporto AI © Lo Spiegone CC BY-NC

Per lo Stato con capitale Vienna, il 26 maggio rappresenta un appuntamento politico di altissimo rilievo. Come già analizzato per il caso tedesco, la vicina Austria è in attesa delle elezioni europee per comprendere quale sarà la linea politica da seguire anche all’interno dei propri confini.

A tal riguardo, infatti, va tenuto presente che le elezioni di maggio rappresentano l’unica chiamata – a breve termine – alle urne a livello nazionale, per i cittadini austriaci. Questi hanno espresso il loro voto politico nell’ottobre 2017 e saranno nuovamente chiamati a farlo nel 2022. In quest’ottica, i risultati che si verranno a delineare a fine maggio rappresenteranno una prova intermedia per l’attuale governo.

CHI PUÒ­ VOTARE?

Domenica 26 maggio, giorno stabilito dal Consiglio dei ministri, i cittadini si recheranno alle urne per eleggere i 18 membri austriaci che siederanno al Parlamento Europeo.

Hanno diritto di voto tutti i cittadini che abbiano compiuto almeno 16 anni, residenti sul territorio austriaco o all’estero. In linea con quanto previsto per le elezioni politiche nazionali, ai cittadini residenti in patria è permesso di scegliere se votare per voto elettronico o tramite tessera elettorale, recandosi, in tal caso, alla sezione elettorale di riferimento. Analoga libertà di decisione è consentita ai cittadini residenti in un altro paese UE. Inoltre, in base a quanto sancito dall’art. 22 TFUE e ai diritti del cittadino europeo in quanto tale, essi godono della possibilità di scegliere se votare per l’Austria o per lo Stato in cui hanno la residenza.

A tal proposito, è interessante soffermarsi sulla disciplina relativa alla possibilità dei cittadini austriaci residenti in Paesi terzi di esprimere il proprio voto per i rappresentanti al Parlamento Europeo. Differentemente da quanto previsto negli ordinamenti legislativi di altri Stati Membri, tra cui anche l’Italia, i cittadini residenti in Paesi non appartenenti all’Unione Europea godono dello stesso diritto di voto dei cittadini residenti in patria o in un altro Stato Membro dell’Unione. Per questa terza categoria di elettori è previsto il voto elettronico, previa dovuta registrazione.

QUALI SONO I CANDIDATI?

Procediamo all’analisi dei candidati dei sette partiti che si presentano alle elezioni. Tra i sette capolista troviamo solo due donne, che sono, inoltre, le rappresentanti più giovani, non superando i 35 anni. Gli altri cinque candidati hanno più di 50 anni e tre di loro sono già stati al Parlamento Europeo.

PARTITO POPOLARE AUSTRIACO (ÖVP)

Partito Europeo: Partito Popolare Europeo (PPE)

Il partito che nell’ottobre 2017 ha ottenuto la maggioranza dei voti alle elezioni politiche, nominando come cancelliere austriaco il proprio leader, Sebastian Kurz, si presenta alle elezioni europee con il candidato Othmar Karas. Esperto di Unione Europea, lavora per il Parlamento Europeo sin dal 1999. La sua nomina è stata incerta fino all’ultimo, in quanto egli ha sempre criticato aspramente il partito alleato di governo, Partito della Libertà Austriaco (FPÖ), schierandosi, inoltre, in opposizione ad alcune scelte prese dai leader di governo, quale, ad esempio, l’astensione della ratifica del Global Compact for Migration.

La scelta di questo Spitzenkandidat risulta essere una deviazione rispetto alle scelte portate avanti dal governo austriaco negli ultimi mesi. Da una parte, la decisione potrebbe essere stata dettata dalla paura che Karas istituisse un partito a sé stante, e dall’altra, dall’interesse del maggior partito di governo di avere un risultato chiaro e favorevole nella composizione del Parlamento Europeo.

PARTITO DELLA LIBERTÀ AUSTRIACO (FPÖ)

Partito Europeo: Movimento per un’Europa delle Nazioni e delle Libertà (MENL)

Gruppo parlamentare europeo: Europa delle Nazioni e delle Libertà (ENL)

Il secondo partito preso in considerazione è FPÖ, noto per essere un partito nazionalista e di destra populista. Il candidato presentato è Harald Vilimsky, già membro del Parlamento Europeo dal 2014, noto, tra l’altro, per un impopolare commento nei confronti del presidente della Commissione Europea, che accusò di essere alcolizzato. A livello di contenuti, Vilimsky si schiera a favore di “un’Unione Europea con competenze meno centralizzate e che ponga fine a un’Europa della Merkel, di Macron e di Juncker“.

PARTITO SOCIALDEMOCRATICO D’AUSTRIA (SPÖ)

Partito Europeo: Partito Socialista Europeo (PSE)

Gruppo parlamentare europeo: Alleanza Progressista dei Socialisti e dei Democratici (S&D)

Il candidato prescelto per il partito socialdemocratico austriaco è Andreas Schieder, appassionato di politica estera e già candidato alle elezioni comunali per diventare primo cittadino di Vienna. Nel discorso tenuto al congresso della SPÖ del 2018, ha evidenziato i punti su cui l’Europa deve focalizzarsi per diventare “un affare di cuore”. In primis, bisogna concentrarsi in modo particolare sui diritti sociali, sulla coesione sociale e sul diritto di tutti i bambini europei di avere la migliore educazione possibile. Un altro nome importante per la Lista SPÖ è la giovane Julia Herr, presidentessa dal 2014 dell’associazione dei Giovani Socialisti dell’Austria.

La campagna elettorale del Partito Socialdemocratico austriaco si fonda su precise priorità, come recitano gli slogan della campagna pubblicitaria: l’unione rispetto alla divisione, l’Europa come opportunità piuttosto che un ostacolo, l’importanza dell’individuo in quanto umano piuttosto che strumento dell’industria.

I VERDI

Partito europeo: Partito Verde Europeo

Gruppo parlamentare europeo: Alleanza Libera Europea al Parlamento europeo (Verdi/ALE)

Lo scorso 16 marzo il congresso del partito ha presentato i nomi dei rappresentanti di lista alle elezioni europee. Come ci si aspettava, con il 98,6% dei voti è stato nominato Werner Kloger. Come secondo nome della lista troviamo Sarah Wiener, nominata con il 95% dei voti.

Il centro della loro campagna elettorale, il cui slogan si articola in “coraggiosi per l’Europa“, si fonda su due temi principali: da una parte, ovviamente, il clima, dall’altra l’uomo. Presentando il programma, Kloger e Wiener hanno evidenziato l’importanza di creare un “Movimento Verde” in Europa, volto a combattere per una repubblica federale europea che si fondi su un sistema ecologico, democratico e giusto.

JETZT – LISTE PILZ

Partito fondato, nel giugno 2017, dall’ex parlamentare dei Verdi, Peter Pilz, concorre per la prima volta alle elezioni europee. Le elezioni dell’ottobre 2017 hanno rappresentato un successo per il neonato partito. Quest’ultimo ha ottenuto 8 seggi, superando addirittura i Verdi, che, non avendo raggiunto la soglia minima del 4%, non si sono aggiudicati nessun posto al parlamento nazionale.

Il rappresentante del partito per le elezioni del mese prossimo è Johannes Voggenhuber. Come Pilz, anche Voggenhuber ha fatto parte in passato del partito dei Verdi, lavorando già al Parlamento Europeo, che ha deciso di lasciare dieci anni fa.

Il programma del partito è stato presentato in un manifesto dal nome “Initiative 1 Europa (manifesto in inglese), dove l’Europa viene vista come una promessa per cui bisogna lottare. La nuova Europa deve crearsi sulla sovranità dei suoi cittadini, verso una democrazia europea che permetta di ricorrere a referendum a livello comunitario. Nel programma si fa leva sull’importanza della creazione di una politica comune in materia di asilo e immigrazione, nel rispetto dei diritti umani e dell’uguaglianza di tutti gli Stati membri.

NEOS

Partito europeo: ALDE

Il partito di orientamento liberale, nato nel 2012, ha concorso per la prima volta alle elezioni europee nel 2014, eleggendo un europarlamentare. Come capolista per il partito troviamo Claudia Gamon, appena trentenne, eletta nel 2015 al Nationalrat austriacoLo slogan del partito, basato su un gioco di parole, è #neuropa (nuova Europa), e mira alla creazione di un’Europa che, pur partendo da buone basi, deve essere migliorata. Si dicono preoccupati dell’ondata nazionalista ed estremista ormai diffusa in tutto il continente, e si mobilitano, dunque, per un’Unione che lasci spazio alla digitalizzazione, alla trasparenza e alla sicurezza comune.

KPÖ

Partito europeo: partito della sinistra europea (SE)

All’inizio di febbraio il comitato del partito comunista d’Austria ha deciso di presentarsi alle elezioni europee con la lista “KPÖ Plus- European Left- Lista Aperta“. Nelle precedenti elezioni dell’Europarlamento si era sempre presentato, da solo o in coalizione, non avendo mai raggiunto il 4% dei voti necessari per ottenere il seggio.

Come Spitzenkandidat è stata scelta Katerina Anastasiou. Nata in Grecia e trasferitasi in Austria all’età di 20 anni, Anastasiou è l’unica candidata per l’Austria a non avere la cittadinanza austriaca. La giovane politica ha deciso di candidarsi perché ha “vissuto negli ultimi anni sulla sua pelle i segni di una società avvelenata, dove gli attacchi razzisti diventano banali“. Come ha, dunque, dichiarato, si candida per un’Europa che abbia un futuro diverso e per i quasi 700.000 cittadini non austriaci residenti in Austria. I tre pilastri su cui si fonda il programma del KPÖ sono un futuro sociale, ecologico e femminista.

CONCLUSIONI

Per riassumere quanto appena delineato e sulla base delle previsioni di Politico, possiamo notare che la scelta di ÖVP di presentare un candidato moderato come Karas gli permetterà di ottenere la percentuale maggiore di voti, superando presumibilmente quella delle scorse elezioni. SPÖ e NEOS dovrebbero mantenersi costanti rispetto ai risultati del 2014.

Per il partito dei Verdi potrebbe replicarsi quanto successo alle elezioni nazionali, subendo, dunque, una perdita a favore del neonato partito JETZT – LISTE PILZ. Il partito comunista potrebbe non raggiungere la soglia di sbarramento, rappresentando, in ogni caso, una voce significativa nel panorama della politica austriaca.

In ultimo, il risultato più sintomatico – per il futuro dell’Austria e dell’Europa – dipenderà dalla percentuale di voti che otterrà FPÖ, che, secondo Politico, sarà superiore a quella del 2014. Lo scorso 8 aprile ha avuto luogo a Milano la conferenza internazionale intitolata “Verso l’Europa del buonsenso”, che ha visto riunirsi i leader di alcuni partiti populisti europei con lo scopo di formare un’alleanza (EAPN – European Alliance of People and Nations) che prenderà forma all’indomani delle elezioni.

A oggi, si prevede che almeno 10 partiti populisti europei (tra cui anche il Partito della Libertà austriaco) confluiranno nella nuova alleanza. Secondo le proiezioni di Europe Elects, EAPN potrebbe divenire il quarto partito dell’Europarlamento e, dunque, influire fortemente sulle sue decisioni. Nel corso dell’incontro a Milano, Salvini e il leader del partito tedesco AfD (Alternative für Deutschland) hanno parlato di una riforma necessaria per l’Unione e per il Parlamento Europeo. Una riforma che ha l’obiettivo di riportare i Popoli al governo anche in Europa.

FONTI E APPROFONDIMENTI:

 

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