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La classe media indiana e la sua vulnerabilità

Immagine generata con supporto AI © Lo Spiegone CC BY-NC

Una crescita rapida e sostenuta come quella indiana degli ultimi decenni viene solitamente accompagnata da un’espansione altrettanto notevole della classe media. Ma, nel contesto dell’India di oggi, economisti e sociologi si pongono una domanda: esiste una classe media indiana?

L’abisso tra ricchi e poveri

Secondo l’Economist, in India vi è un “vuoto” al posto della classe media: la società indiana presenta, infatti, un divario molto accentuato tra ricchi e poveri, che tende ad allargarsi sempre di più.

Le disuguaglianze si sono rafforzate a dismisura negli ultimi quarant’anni: secondo una ricerca dell’economista Thomas Piketty, l’1% più ricco della popolazione indiana è oggi dieci volte più ricco rispetto agli anni Ottanta; mentre, coloro che dovrebbero occupare il posto della classe media non hanno neanche raddoppiato il loro reddito. I Paesi in via di sviluppo che si trovano nella stessa fase di crescita dell’India, da qualche decennio a questa parte, presentano una classe media che beneficia in misura molto maggiore di tale crescita.

Altri sostengono, invece, l’esistenza di una classe media in forte aumento e costituita da consumatori attivi. L’anno scorso, in un mese, sono state vendute 240.850 automobili, e ad oggi le vendite sono aumentate del 15% al mese. Questo perché, nonostante la classe media sia relativamente modesta, in un Paese popoloso come l’India si tratta comunque di un grosso numero di consumatori in termini assoluti.

 

Chi appartiene a questa “classe media”?

La grandezza e la composizione della classe media in India varia a seconda dei parametri utilizzati per definirla. In linea di massima, essa comprende tra il 10% e il 30% della popolazione. Considerando le più ampie definizioni di classe media, essa include una buona parte della popolazione che altrove verrebbe definita povera.

Solo 1 persona su 45 possiede un veicolo motorizzato, e solo per 1 su 10 l’ultimo modello di Iphone costa meno dell’equivalente di sei mesi di stipendio. Se la classe media è in espansione – secondo diversi studiosi – non si tratta comunque di una classe di grandi consumatori, come è avvenuto in altri Paesi.

Di norma, i parametri adottati riguardano la soglia del reddito individuale o familiare, ma i valori di minima e di massima possono variare. Secondo l’India National Council of Applied Economic Research, la classe media comprende tutti coloro che possiedono un reddito annuale di circa 250.000 rupie (intorno ai 10 dollari al giorno). Secondo questi numeri, dunque, apparterrebbero alla classe media solo 78 milioni di indiani (il 6% della popolazione).

Secondo gli economisti indiani Sandhya Krishnan e Neeraj Hatekar, invece, sarebbero circa 600 milioni le persone che fanno parte della classe media indiana – quasi metà della popolazione totale. I due studiosi considerano appartenenti a questa categoria tutti coloro che percepiscono un reddito personale giornaliero compreso tra i 2 e i 10 dollari, suddivisi ulteriormente tra classe media alta (tra i 6 e 10 dollari) e bassa (tra e i 2 e i 4 dollari). Quest’ultima è cresciuta molto negli ultimi anni, arrivando a comprendere impieghi di solito associati alle classi più povere (come lavoratori agricoli e operai): oggi, costituisce più dei due terzi della classe media indiana.

 

Uno status in bilico

Il quadro così descritto presenta, dunque, una classe media fragile, il cui status sociale non è consolidato, ma è bensì suscettibile alla retrocessione in qualsiasi momento – come potrebbe avvenire, per esempio, in seguito a una crisi economica.

Per questo, un altro criterio a volte adottato per definire la classe media è stato quello dell’economista Krishna: l’assenza di vulnerabilità e una vera possibilità di mobilità sociale. L’adozione di questi parametri ridurrebbe di molto la percentuale degli appartenenti alla classe media, che si aggirerebbe così intorno al 2-3% della popolazione.

Questo testimonia la fragilità di questa classe, i cui appartenenti (stando alle definizioni più ampie) sono per il 90% lavoratori impiegati nel settore informale: lavoratori a domicilio, ambulanti, e tutti coloro che svolgono un auto-impiego e sono privi di garanzie e di un salario regolare – maggiormente esposti, dunque, agli shock economici. Si tratta di persone che altrove non verrebbero considerate appartenenti alla classe media.

Ecco perché un ulteriore criterio per definire questo segmento della popolazione è stato proposto dal McKinsey Global Institute: includere nella definizione tutti coloro che conducono uno stile di vita comunemente considerato proprio della classe media. Questo significa potersi permettere specifici beni, come una macchina, un televisore, un telefono cellulare, un frigorifero e un computer. Tuttavia, un sondaggio ha rivelato che solo il 3% di quella che viene considerata comunemente classe media possiede tutti e cinque i beni sopracitati. Inoltre, secondo la definizione del McKinsey gli appartenenti a questa classe svolgono lavori universalmente associati ad essa: vi si trovano uomini d’affari, professionisti e impiegati del governo. In questo modo, la classe media indiana risulterebbe ridotta ad appena 50 milioni di persone; ma, secondo alcuni studiosi, subirà un forte aumento nei prossimi anni, arrivando a superare i 500 milioni nel 2025 (e arrivando a costituire circa il 40% della popolazione).

 

Tra campagna e città

Un elemento interessante dell’espansione dell’attuale classe media indiana è il fatto che ha interessato sempre più anche le aree rurali, tradizionalmente considerate al di fuori di questa classe. Oggi, il 20% degli abitanti delle regioni rurali possiede un veicolo motorizzato, mentre l’11% ha un frigorifero o un televisore.

Ciò è indice del fatto che gli stili di vita rurali si stanno progressivamente avvicinando a quelli dei centri urbani, anche se persistono ancora forti disuguaglianze, come nel campo dell’istruzione: solo il 3% della classe media rurale è composta da laureati, contro il 20% di quella urbana (considerando sempre le definizioni più ampie di classe media).

Le forti disuguaglianze continuano dunque a caratterizzare sia il rapporto fra le diverse classi, che tra diversi segmenti della popolazione all’interno della stessa classe media. Anche se alcuni studiosi si mostrano ottimisti riguardo all’espansione di questa classe e ai benefici che apporterà l’incremento del potere d’acquisto dei suoi appartenenti – secondo il McKinsey, i redditi si triplicheranno nei prossimi due decenni, e il Paese passerà da 12° a 5° maggior mercato di consumi al mondo – le disuguaglianze resteranno profonde. Questo potrebbe rafforzare le divisioni di una classe media già alquanto fragile.

 

 

Fonti e approfondimenti

McKinsey Global Institute, “The bird of gold: the rise of Indian consumer market”, 05/2017 https://www.mckinsey.com/featured-insights/asia-pacific/the-bird-of-gold

McKinsey Global Institute, “Next big spenders: India’s middle class”, 19/05/2017 https://www.mckinsey.com/mgi/overview/in-the-news/next-big-spenders-indian-middle-class

The Economist, “India has a whole where its middle class should be”, 13/01/2018 https://www.economist.com/leaders/2018/01/13/india-has-a-hole-where-its-middle-class-should-be

The Economist, “India’s missing middle class”, 11/01/2018, https://www.economist.com/briefing/2018/01/11/indias-missing-middle-class

T. Piketty, “Indian income inequalities, 1922-2015: from British Raj to Billionaire Raj?”, World Inequalities Database, 07/2017

S. Krishnan, N. Hatekar, “Rise of the new middle class in India and its changing structure”,  Economic and Political Weekly, vol. 52 n.22, 06/2017

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