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Il Partito Liberale Canadese

Manca ormai un mese alle prossime elezioni federali canadesi, che si svolgeranno il prossimo 21 ottobre. Dopo quattro anni di mandato, guidati dal loro rinomato leader Justin Trudeau, il Partito Liberale Canadese cercherà di riconfermarsi alla guida del Paese nordamericano per il prossimo quadriennio, forte di numeri buoni nei sondaggi che lo danno in un testa a testa serrato nella corsa con il Partito Conservatore (CPC).

In questo articolo, cercheremo di capire quali sono le posizioni politiche dei liberali canadesi, analizzeremo le loro possibilità di vittoria in vista dell’elezione generale. L’obiettivo, per i Liberali, è replicare il successo del 2015, quando si aggiudicarono il 39,5% dei voti e guadagnarono 184 seggi in Parlamento, sui 338 in gioco, assicurandosi un’ampia maggioranza per governare.

Breve storia del Partito Liberale Canadese

Il Partito Liberale del Canada (LPC, Liberal Party of Canada) è il principale partito di centro/centro-sinistra della scena politica canadese. Fondato nel 1867 da George Brown – uno dei Padri Fondatori della Confederazione del Canada – questo è il partito più vecchio tra quelli presenti nell’arena politica del Canada, nonché quello di maggiore successo.

Come da nome, l’LPC si ispira ai principi del liberalismo, aggiungendo a questi una connotazione sociale che li colloca nell’area più a sinistra e più progressista rispetto ai partiti liberali di centro. Tra i loro cavalli di battaglia più importanti, infatti, ritroviamo non solo battaglie per i diritti civili – ad esempio, le lotte per garantire i matrimoni tra persone della comunità LGBT, per la legalizzazione della cannabis, per garantire il diritto all’eutanasia – ma anche per i diritti sociali fondamentali, quali la costruzione di un sistema di sanità pubblica accessibile a tutti, o leggi per contrastare i cambiamenti climatici come la “Carbon Tax”, ovvero la tassa sulle emissioni di combustibili fossili.

L’attenzione ai diritti civili, il progressismo sociale, il riconoscimento dell’urgenza della questione ambientale, sono battaglie che i Liberali del Canada portano avanti in una società mediamente progressista e che hanno garantito loro, nella storia politica del Paese nordamericano, un successo elettorale ancora ineguagliato. Dal 1900 ad oggi, infatti, sono stati al governo per ben 22 volte, per un totale di 84 anni passati al potere del Paese.

Le posizioni politiche dei Liberali canadesi

Come detto, l’LPC è un partito di centro-sinistra e si ispira al liberalismo senza, però, trascurare politiche di stampo più progressista per quanto riguarda i diritti socio-economici. Sul tema della spesa pubblica, ad esempio, i Liberali prevedono di ridurla solo leggermente nel prossimo quinquennio per permettere al rapporto debito/PIL di calare, mentre i Conservatori prevedono di abbatterla per raggiungere il pareggio di bilancio entro cinque anni.

Per la prossima legislatura, il programma dell’LPC parla anche di investimenti sul diritto alla casa, sull’acquisto di auto elettriche, sulle pensioni, sulla riduzione del prezzo dei farmaci, sul mercato del lavoro per le piccole e medie imprese. Inoltre, altre proposte rilevanti sono la promessa di eliminare dal mercato i prodotti di plastica monouso entro il 2021 e, per quanto riguarda la dimensione internazionale, la ratificazione del nuovo accordo commerciale NAFTA.

Il programma del 2019 – seppur ancora incompleto e non ancora pubblicato ufficialmente dai Liberali – sembra muoversi sugli stessi binari di quello del 2015, intitolato “A New Plan For A Strong Middle Class”, in cui i punti principali erano gli investimenti economici per la crescita e la sicurezza sociale della classe media canadese,  e un piano per la crescita economica attraverso la lotta ai cambiamenti climatici.

Altre tematiche cardine nella storia politica dell’LPC, poi, sono il multiculturalismo e il rapporto con gli indigeni canadesi. Il Canada, infatti, è uno Stato che negli ultimi anni ha attratto molti immigrati, costruendosi l’immagine di Paese accogliente e aperto. Le politiche di Trudeau e del Partito Liberale Canadese sul tema, tuttavia, non sono state esenti da critiche: il loro sistema basato sul merito, che investe sui migranti maggiormente qualificati, lascia da parte le motivazioni umanitarie legate all’accoglienza.

Inoltre, negli ultimi anni il consenso della popolazione sull’apertura dei confini è diminuito allineandosi al trend globale – che ha investito soprattutto i suoi vicini statunitensi – anche se in maniera molto più moderata e controllata. Per quanto riguarda il rapporto con le popolazioni indigene canadesi, invece, l’iniziativa più rilevante dell’ultimo governo Trudeau sono state le scuse ufficiali del primo ministro per le passate azioni violente nei confronti di queste popolazioni. Anche qui, però, ci sono state molte critiche nei confronti del governo Liberale, che è stato accusato di ipocrisia dai rivali Conservatori e da parte dell’opinione pubblica.

Le possibilità di vittoria

A un mese dalle elezioni generali, i sondaggi mostrano un testa a testa serratissimo tra Conservatori e Liberali, con i primi che hanno un lievissimo margine in seguito al primo dibattito televisivo in cui Trudeau non si è presentato.

I Liberali hanno passato gran parte della campagna elettorale a rincorrere il CPC, riuscendo a chiudere la forbice che li separava, senza mai però scavalcarli in maniera definitiva. Le ultime proiezioni, infatti, danno il Partito Conservatore al 34,3% e il Partito Liberale Canadese al 34,2%. Ciononostante, la proiezione sui seggi in Parlamento sembra favorire di gran lunga i Liberali, che ad oggi guadagnerebbero 168 seggi (sui 338 disponibili, quindi due in meno di quelli necessari per la maggioranza), mentre i Conservatori si fermerebbero a 138, rimanendo così il principale partito di opposizione. Questo, principalmente a causa della ripartizione dei seggi su base federale che premia i Liberali nelle zone maggiormente popolose del Paese, come il Québec e l’Ontario, dove sono maggiormente radicati.

I Liberali hanno quindi delle chance molto solide, ma devono comunque guardarsi da Scheer e dai Conservatori. Il governo Trudeau non è stato esente da critiche, e i sondaggi rispecchiano in parte lo scetticismo nei confronti del Primo Ministro uscente e delle sue politiche liberali. Per evitare di consegnare il Paese in mano a un CPC che, con Scheer, è diventato più populista e si è spostato più a destra, dovranno puntare tutto sui territori chiave sopracitati, per guadagnare i seggi necessari per il mantenimento del potere politico.

 

Fonti e approfondimenti

Fournier, Philippe J. “This week’s 338Canada projection: A look at where the pollsters agree and disagree”, Maclean’s, 15/09/2019

MacDougall, Andrew “Trudeau should try walking the walk on climate change”, Maclean’s, 28/09/2019

“2019 federal election platform tracker: Where the major parties stand so far”, Bloomberg, 17/09/2019

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