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La Politica europea di vicinato: Ucraina

torange.biz (CC BY 4.0)

Il caso ucraino è emblematico all’interno del quadro della Politica europea di vicinato e del Partenariato Orientale. L’Ucraina è uno stato di 44 milioni di abitanti, è un paese ricco di risorse naturali e rappresenta un’area di grande interesse geopolitico per l’Unione europea. Le relazioni tra i due soggetti sono gestite dall’Accordo di Associazione (AA) del 2014.

Le negoziazioni per stringere l’AA iniziarono nel 2007, comprendendo anche l’adesione alla zona di libero scambio globale e approfondita (conosciuta con l’acronimo inglese DCFTA), strumento di accesso al Mercato Unico Europeo per Ucraina, Georgia e Moldavia. A seguito della sua firma nel 2014, le pressioni russe sul governo di Yanukovich per far saltare l’accordo scatenarono le proteste di Euromaidan, conosciute anche come Rivoluzione della Dignità. Dopo la destituzione del governo di allora, sotto la guida del neoeletto Petro Poroshenko, i legami tra Ucraina e Unione Europea si intensificarono e nel 2017 l’AA entrò ufficialmente in vigore.

Commercio

Mentre l’Accordo di Associazione regola ogni grado di relazione tra l’Unione e l’Ucraina, l’obiettivo del DCFTA è di garantire al Paese associato le “quattro libertà” del mercato unico europeo: libero movimento di beni, servizi, capitali e persone. Il movimento delle persone viene regolato dal così detto visa-free regime, che garantisce la libertà di circolazione senza visto per un periodo di novanta giorni.

L’implementazione del DCFTA mira alla diversificazione dell’economia ucraina, ad oggi incentrata sulle grandi compagnie del gas, chimiche e metallurgiche, attraverso lo sviluppo del settore dei servizi e delle piccole e medie imprese. Dalla sua entrata in vigore, gli scambi commerciali sono aumentati del 50%, rendendo l’Europa il primo partner commerciale al mondo per l’Ucraina. Inoltre, l’accordo è stato potenziato a seguito dell’inasprirsi delle relazioni tra Russia e Ucraina, consentendo un aumento delle quantità di prodotti e agricoli e industriali di esportazione ucraina, rispetto a quelle già indicate nel DCFTA. Questo accordo rappresenta una pietra miliare nelle relazioni economiche tra Unione e Ucraina.

Riforme

A seguito dell’AA e alla contrazione dei rapporti commerciali tra Ucraina e Russia, l’Unione europea ha attivato il più vasto programma di aiuti economici concesso a un Paese extra UE, per stabilizzare l’economia ucraina e incrementare il tenore di vita dei suoi cittadini. Questo programma, attivo dal 2014, è stato formalizzato in un piano di riforme definito Association Agenda e prevede un sostegno di 15 miliardi di euro per la realizzazione di riforme strutturali.

Per coordinare e fornire assistenza alle autorità ucraine nella realizzazione delle riforme finanziate, la Commissione europea ha creato il Support Group for Ukraine. Gli esperti che ne compongono la struttura, provenienti dalle istituzioni europee e dagli Stati membri, hanno anche il compito di monitorare l’osservanza dei parametri europei stabiliti dall’AA nei settori coinvolti.

Settore energetico

Nel 2016, Ucraina e Unione europea hanno siglato il Memorandum of Understanding on a Strategic Energy Partnership between the EU and Ukraine. Questa firma estende la cooperazione bilaterale a tutte le aree della politica energetica, siglando la volontà ucraina di rispettare i parametri di sostenibilità e efficienza energetica. L’Unione europea è, inoltre, il più importante finanziatore della nuova struttura di contenimento del distrutto reattore numero 4 dell’ex centrale nucleare di Chornobyl.

Ricerca e sviluppo

L’Ucraina è entrata nel programma europeo Horizon 2020 e coopera nei programmi di ricerca dell’Euratom. Inoltre, al fine di sostenere l’integrazione dell’Ucraina all’interno dell’Area di Ricerca Europea, l’Unione ha stanziato 5 milioni di euro nell’ambito del programma Erasmus+ e per sostenere il coinvolgimento del Paese nelle attività del progetto Jean Monnet per gli anni 2019-2020. Più di 7.000 ucraini e 3.000 cittadini europei, tra studenti e docenti, hanno beneficiato del programma Erasmus+ e più di 11.000 giovani ucraini hanno partecipato a progetti di volontariato, scambio e tirocinio sponsorizzati dall’Unione.

I programmi di ricerca e sviluppo in cooperazione con l’Unione europea sono dieci e comprendono:

Conflitto nell’Ucraina Orientale e assistenza umanitaria

A seguito della violazione della sovranità e dell’integrità territoriale ucraina, tramite l’annessione della Crimea da parte della Federazione Russa e delle sollevazioni militari da parte dei separatisti filorussi della regione del Donbass, il confine orientale dell’Ucraina è zona di conflitto. Nonostante i tentativi di mediazione e la sigla degli accordi di Minsk sul cessate il fuoco, gli scontri non si sono mai interrotti dal 2014, causando più di 10.000 tra morti e dispersi.

L’Unione europea ha sostenuto l’integrità territoriale ucraina, stanziando 49 milioni di euro attraverso il Fondo per la Stabilità e la Pace e donando 40 veicoli militari, 44 veicoli militari corazzati e 35 kit anti-trauma. Inoltre, dal 2014, il Consiglio dell’Unione europea ha imposto sanzioni economiche ai territori occupati del Donbass, alla Crimea e alla Federazione Russa, estese nel corso degli anni a causa della non osservanza del cessate il fuoco. Queste misure, prorogate fino al 2020, includono restrizioni alla circolazione nei territori dell’Unione e il congelamento di capitali per 170 persone e 44 organizzazioni e sanzioni mirate a colpire specifici settori dell’economia russa.

Il conflitto al confine orientale ucraino coinvolge ancora più di 4 milioni di persone, di cui 3,4 necessitano di aiuti umanitari, specialmente nei territori fuori dal controllo governativo ucraino. L’Unione è intervenuta in aiuto di queste persone tramite il EU’s Civil Protection and Humanitarian Aid Operations, fin dal 2014. La natura degli aiuti include il servizio sanitario, rifornimenti di acqua e denaro, programmi di ricostruzione e di istruzione.

Conclusioni

Abbiamo visto come Unione europea e Ucraina siano legate da profonde relazioni di scambio e cooperazione. Nell’ottica delle Politiche di Vicinato, come già detto, l’Ucraina rappresenta un importante mercato e un’area di fondamentale interesse geopolitico, che potrebbe spostare i confini dell’Unione più vicino alle grandi potenze asiatiche. Il delicato stato attuale delle relazioni con la Federazione Russa rende, però, la completa integrazione nell’Unione europea un obiettivo impensabile nel breve e nel medio periodo. Nonostante ciò, le istituzioni europee e i suoi più alti funzionari continuano a sostenere e a mantenere vivo il processo di cooperazione.

Nell’ultimo anno, infatti, l’Unione ha riaffermato il suo continuo supporto all’Ucraina con la IX riunione della Commissione Parlamentare di associazione UE-Ucraina del 13-14 marzo 2019, in cui la Commissione ha ribadito il suo sostegno alla sovranità e all’integrità territoriale del Paese, rispetto ai confini riconosciuti a livello internazionale, e la condanna della condotta russa nel Mar d’Azov. Lo scorso 10 luglio, il presidente dell’Ucraina Volodomir Zelenskyy ha compiuto il suo primo viaggio ufficiale all’estero andando a Bruxelles, in occasione del ventunesimo summit Ue-Ucraina. In questo contesto, Donald Tusk e Jean-Claude Juncker hanno riconosciuto ufficialmente i progressi portati avanti dal Paese, auspicando maggiore cooperazione e una rapida conclusione delle negoziazioni per far entrare l’Ucraina all’interno del Common Aviation Area Agreement. Inoltre, lo stato dei rapporti UE-Ucraina è stato al centro dell’intervento dell’Alto Rappresentante/Vice Presidente al Parlamento Europeo Federica Mogherini, alla sessione plenaria del 9 ottobre scorso.

Riuscire a giudicare definitivamente lo stato di successo dell’intervento europeo è ancora prematuro, data l’importanza strutturale delle riforme finanziate e le gravi deficienze economiche e democratiche in cui si trovava l’Ucraina dopo la crisi del 2008. Il PIL ucraino, in discesa dal 2011 (in parallelo con quello della Federazione Russa), è risalito costantemente dal 2015 e sono stati fatti importanti passi avanti nella lotta contro la corruzione, facendo arrivare il Paese dal 143° al 120° posto nel Corruption Perception Index.

Il percorso di stabilizzazione dell’economia ucraina è ancora lungo e lo stesso vale per le condizioni di vita dei suoi abitanti. Infatti, sopratutto nelle zone del confine orientale, il conflitto in corso mina il processo di normalizzazione e di riforme della regione.
L’intervento europeo non è ancora riuscito a dare una risposta definitiva alla crisi militare. Tenendo conto dell’assenza del rischio di un conflitto diretto tra UE e Federazione Russa, le manovre politiche come l’accordo di Minsk non hanno portato a un cessate il fuoco permanente. Ad oggi solo proposta avanzata dal presidente della Germania Frank-Walter Steinmeier sembra rappresentare la scelta giusta per una pacificazione del conflitto. La cosiddetta “formula Steinmer” mira a garantire l’autonomia amministrativa della Regione del Donbass, il ritorno del controllo del confine con la Russia a Kyiv e l’istituzione di commissioni di osservazione elettorale OSCE.  In cambio, il governo ucraino dovrebbe concedere l’amnistia a tutti i paramilitari filorussi coinvolti nel conflitto e accettare, di fatto, la presenza di una “testa di ponte” russa all’interno dei propri confini.

 

Fonti e approfondimenti

Politico, “Greek Election Results”, 7 luglio 2019

Parlamento europeo, “Tre vicini del Partenariato orientale: Ucraina, Moldova e Bielorussia“, aprile 2019

EEAS, “21st EU-Urkraine summit“, 10 luglio 2019

Consiglio europeo, “EU extends sanctions over actions against Ukraine’s territorial integrity until 15 March 2020“, 12 settembre 2019

Delegazione dell’Unione europea in Ucraina, “Discorso dell’Alto Rappresentante Federica Mogherini“, 9 ottobre 2019

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