Traffico di droga: gli accordi internazionali

Immagine generata con supporto AI © Lo Spiegone CC BY-NC

Il traffico di droga è fonte di immensi guadagni, una problematica di grande portata sia per i Paesi esportatori sia per i Paesi consumatori, e vede la concertazione di soggetti sparsi su tutto il globo terrestre. Per queste ragioni, è stato ben presto posto sotto la lente degli Stati che, prima con accordi bilaterali, poi tramite una regolamentazione internazionale, hanno tentato di porre un freno a questo commercio.

La produzione varia in base alle risorse. Ad esempio, come è ben noto, la patria della cocaina è il Sud America (Bolivia, Perù, Ecuador) e il Messico, terre di origine della pianta di coca (Erythroxylum coca). I papaveri di oppio (Papaver somniferum) invece crescono in climi secchi e caldi, sulle montagne. I principali produttori di oppio si concentrano nella Mezzaluna d’oro (Afghanistan, Iran e Pakistan) e nel Triangolo d’oro (Thailandia, Laos e Myanmar). Come è intuibile, i maggiori consumatori sono i Paesi occidentali: l’Europa, l’Australia e gli Stati Uniti. Infine, esistono le cosiddette aree di passaggio, vale a dire le zone che servono per il trasferimento e il transito del prodotto. Queste ultime sono l’Africa occidentale, il Medio Oriente e la rotta balcanica. Ci si rende subito conto di come ogni area della Terra, più o meno attivamente, sia coinvolta in questo processo di mercato.

 

Origine e i primi trattati internazionali

La lotta al narcotraffico e la sua regolamentazione a livello internazionale trova origine agli inizi del secolo scorso, ancora prima della nascita delle Società delle Nazioni. La preoccupazione derivava dall’uso sempre più spropositato di oppio da parte di alcune colonie, in particolare le Filippine. Il primo trattato internazionale sul controllo dei traffici di droga venne firmato il 23 gennaio 1912 (poi incorporato nel 1919 nel Trattato di Versailles), nella città olandese dell’Aia, da Cina, Francia, Germania, Giappone, Italia, Paesi Bassi, Persia, Portogallo, Regno Unito, Russia, Siam e Stati Uniti.

Con questa Convenzione, nota come Convenzione internazionale sull’oppio, gli Stati firmatari si impegnavano a controllare la produzione e la vendita di morfina, cocaina e dei loro derivati. Una prima revisione del documento risale al 1925 e istituì, quattro anni più tardi, sotto l’egida della Società delle Nazioni, l’Organo internazionale per il controllo degli stupefacenti (INCB). Fu operativo fino al 1940, per poi essere rifondato nel 1968 come organo appartenente al Consiglio economico e sociale delle Nazioni Unite.

 

Le Convenzioni del XX Secolo

Riconosciuta la complessa e ramificata realtà dei fatti, nel XX secolo sono stati stipulati tre importanti trattati volti a frenare il traffico di droga a livello internazionale. Va immediatamente precisato che nessuno di questi documenti mira a un divieto assoluto dell’uso delle droga. Infatti, esso è permesso per scopi medici e scientifici.

I tre trattati in questione (elencati di seguito) sono stati firmati con una distanza poco più che decennale l’uno dall’altro, in un arco di tempo complessivo minore di 30 anni. Tuttavia è interessante notare gli evidenti cambi di posizione – dovuti al veloce sviluppo che caratterizzò i tre decenni successivi al secondo conflitto mondiale – che li contraddistinguono.

1. Convenzione Unica sugli Stupefacenti del 1961 e il suo Protocollo del 1972

2. Convenzione sulle Sostanze Psicotrope del 1971

3. Convenzione contro il Traffico Illecito di Stupefacenti e Sostanze Psicotrope del 1988

La Convenzione del ’61, ratificata da 183 Stati, appare agli occhi di un lettore a noi contemporaneo estremamente ottimista e irrealizzabile. Si legge, infatti, che “la masticazione della foglia di coca deve essere abolita entro 25 anni (…), l’uso della canapa per fini differenti da quelli medicinali e scientifici deve cessare il più presto possibile, ma in ogni caso entro 25 anni dall‘entrata in vigore della presente Convenzione”.

L’utopia che emerge in questo documento non si ritrova, dieci anni dopo, nella Convenzione sulle Sostante Psicotrope, dove si fa riferimento a una riduzione e non a una totale eliminazione. Durante gli anni ’60, l’uso delle droghe divenne sempre maggiore e per la prima volta si iniziò a parlare di droghe da laboratorio o sintetiche. Per queste ragioni, la Convenzione del ’71, a differenza della precedente che si limitava a oppio, cannabis e cocaina, ampliava il suo campo di interesse anche ad altre sostanze, come anfetamine e barbiturici.

L’ultima Convenzione, frutto dei fatti succedutisi negli anni ’70 e ’80, fu stipulata con lo scopo di “rafforzare e completare le misure previste nella Convenzione unica sugli stupefacenti del 1961 e nella Convenzione del 1971 sulle sostanze psicotrope, al fine di ridurre l’ampiezza e l’estensione del traffico illecito e di attenuarne le gravi conseguenze”. Quest’ultima, dunque, mira a regolamentare in maniera più dettagliata e completa la lotta al crimine organizzato nel traffico di droga, mediante l’arma fondamentale della cooperazione internazionale.

Essa si sofferma sull’estradizione e sul possesso di droga a uso personale, anche in relazione alle legislazioni nazionali, facendo una distinzione tra Stati produttori e Stati consumatori. Inoltre, il Preambolo del testo rivolge l’attenzione all‘enorme problematica dei diritti umani, evidenziando gli effetti devastanti causati dal traffico illecito di droghe nei vari strati della società. In modo particolare nei confronti dei bambini, che in moltissime regioni del mondo sono impiegati in produzione, distribuzione e commercio, ma soprattutto vengono sfruttati in quanto diventano facilmente consumatori abituali delle sostanze stesse.

 

UNODC

L’Ufficio delle Nazioni Unite per il controllo della droga e la prevenzione del crimine (UNODC) è un’agenzia delle Nazioni Unite, con sede a Vienna. E’ stata fondata nel 1997 con lo scopo, tra gli altri, di affiancare i governi nella lotta al traffico illegale di droghe e all’abuso di sostanze stupefacenti. Questi obiettivi sono perseguibili tramite la consulenza e il sostegno agli Stati grazie alla stipulazione di convenzioni e protocolli, ma anche con un finanziamento agli stessi.

Inoltre, l’agenzia è molto attiva nella realizzazione di campagne volte a combattere l’utilizzo di droghe (Do Drugs Control you Life?e annualmente pubblica il World Drug Report. Nella prefazione del Report 2019, si indica il numero di individui che a livello globale soffre di disturbi legati all’uso di sostanze stupefacenti. Esso è stimato intorno a 35 milioni di persone, e nel 2017, 585.000 persone sono morte per consumo di droga. L’utilizzo di droghe sintetiche rappresenta un rischio molto elevato, specialmente in Nord America. Tuttavia, la cooperazione internazionale in certi casi è riuscita a limitare il traffico di alcune sostanze. E’ il caso di alcuni Paesi dell’Asia centrale, dove grazie alla collaborazione tra entità statale e UNODC, ci sono stati sforzi considerevoli per ridurre la produzione di oppiacei.

 

Conclusione

Nonostante l’impegno perseguito a livello globale, il numero di consumatori di droghe resta sempre molto elevato e anzi, negli ultimi dieci anni è aumentato. Nel 2017, il 5,5% della popolazione globale (tra i 15 e i 64 anni) aveva assunto sostanze stupefacenti, vale a dire una persona ogni diciotto individui. Nello specifico, vi erano 188 milioni di persone che facevano uso di cannabis – che rimane la droga più consumata – 21 milioni consumatori di ecstasy e 18 milioni di cocaina.

Fondamentale resta il ruolo che gli Stati affidano alla cooperazione internazionale. Infatti è proprio seguendo i programmi internazionali di lotta ai traffici di droga, diffondendo informazioni e ricerca, e implementando una regolamentazione interna agli Stati che rilevanti passi in avanti possono essere raggiunti.

 

 

Fonti e approfondimenti

Bianchi Sara, “L’Afghanistan e l’economia dell’oppio”, Lo Spiegone, 2/04/2017

Foliti Marianna, “Le rotte della droga nel Mediterraneo”, Lo Spiegone, 11/10/2017

Lorenzo Venezia, “Il traffico di droga nel diritto internazionale”, DirittoConsenso, 8/10/2018

Murgolo Emanuele, “La crisi degli oppioidi negli Stati Uniti”, Lo Spiegone, 2/03/2019

Ripanucci Elisa, “Guida scientifica alla dipendenza da oppioidi”, Lo Spiegone, 8/01/2019

UN General Assembly, International cooperation against the world drug problem, A/Res/66/183

United Nations Office on Drugs and Crime, Legal Framework for Drugs Trafficking

United Nations Office on Drugs and Crime, website

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