Elezioni in Camerun: il dominio di un partito

In Camerun, domani, i cittadini saranno chiamati a scegliere i nuovi membri dell’Assemblea Nazionale e i rappresentanti che andranno a comporre i consigli governativi locali. 

Le elezioni si svolgeranno in un contesto molto teso. Nella zona occidentale del Paese gli scontri tra la minoranza anglofona e il governo francofono si riaccendono periodicamente e a nord, al confine con la Nigeria, la minaccia di Boko Haram è sempre più pressante.

La nascita del sistema multipartitico

Fino al 1990 il sistema politico camerunense era monopartitico. Il primo presidente, Ahidjo, era a capo del Cameroon National Union Party, al quale il secondo, nonché attuale presidente, Paul Biya, cambiò nome in Cameroon People’s Democratic Movement. A tale modifica non seguirono sostanziali mutamenti nell’azione di governo, nonostante, quanto meno a parole, Biya avesse promesso l’avvio di un processo di cambiamento basato su libertà politica e riforme democratiche.

Il passaggio ad un sistema multipartitico fu il frutto delle spinte internazionali e della lotta della società civile camerunese. Sull’onda della democratizzazione dei Paesi dell’est Europa, a seguito della caduta del muro di Berlino e dell’Unione Sovietica, le organizzazioni internazionali, in primis Fondo Monetario Internazionale e Banca Mondiale, iniziarono a premere affinchè tale processo toccasse anche i Paesi africani. Il presidente francese François Mitterrand, nel frattempo, dichiarò che non avrebbe sostenuto lo sviluppo di Paesi che non mostravano segnali di apertura nei confronti delle richieste della società civile.

Il presidente dovette cedere: il risultato fu l’approvazione da parte dell’Assemblea Nazionale camerunese, il 5 dicembre 1990, di una legge che permetteva la formazione di nuovi partiti oltre al CPDM al governo.

Fondato nel maggio del 1990, il Social Democratic Front divenne il maggior partito di opposizione e fu alla testa degli scioperi e delle proteste degli anni successivi. Progressivamente, però, la compagine di gruppi politici che si andavano a creare divenne sempre più numerosa. Molti di questi erano affiliati al CPDM, altri ebbero come unico effetto la disgregazione dell’opposizione, che non permise la competizione con il partito del presidente.

Il processo di democratizzazione sostanzialmente fallì: ad oggi in Camerun esiste un partito dominante, il CPDM, che non ha nessuna paura di perdere il proprio dominio, fino ad ora mai realmente in discussione. Il governo, con bastone e carota, è sempre riuscito a gestire le proteste della società civile e, nonostante i numerosi problemi di sicurezza, il CPDM ottiene ancora, ad ogni elezione, vittorie schiaccianti.

Il partito di governo

Come anticipato, l’unico partito che abbia mai governato in Camerun nell’era Biya è il CPDM. Il risultato è l’assenza di una vera distinzione tra le linee politico-economiche del partito e quelle del governo, che determinano la vita del Paese. Tale caratteristica, insieme al potere che la Costituzione garantisce al presidente, permettono al CPDM di avere un controllo totale sullo Stato.

Il CPDM lascerà domani 148 posti all’Assemblea Nazionale su 180 totali, numero che rispecchia perfettamente le tendenze delle ultime tornate elettorali. Il partito si era guadagnato, infatti, 149 seggi nel 2002 e 153 nel 2007, in risalita dopo un periodo di assestamento successivo all’avvento del sistema multipartitico. Violenza politica,  intimidazioni e censura sono i mezzi grazie ai quali il CPDM è riuscito a riguadagnare terreno.

Nonostante gli scontri nelle regioni anglofone e la violenza spesso utilizzata dal governo per sedare le rivolte, il consenso del CPDM non sembra essere stato scalfito. Nel 2018 si sono tenute le elezioni presidenziali e Biya, malgrado abbia perso 6 punti percentuali dal 2011, si è mantenuto ai livelli del 2004, ottenendo il 71% dei voti.

L’opposizione

Il Social Democratic Movement

La violenza del CPDM si è riversata direttamente sull’opposizione. Numerosi sono stati gli scontri con le forze governative, in particolare nelle regioni anglofone, e John Fru Ndi, presidente del Social Democratic Movement, è stato più volte minacciato di morte.

Nonostante le intimidazioni, Fru Ndi è convinto che il suo partito debba partecipare alle elezioni; altri esponenti, al contrario, vista la disfatta del SDM alle presidenziali del 2018, credono che sarebbe più giusto ritirarsi. Lo scontro interno rischia di ledere profondamente la stabilità del partito e di rendere ancora più frammentata e instabile l’opposizione.

Un’ulteriore minaccia alla partecipazione del SDM alle elezioni di domani è stata la squalifica di una delle sue liste registrata nella capitale Youndé, a causa del mancato pagamento delle dovute tasse, avvenuta alla fine di gennaio.

Nell’Assemblea Nazionale siedono, ancora per poco, 18 deputati del SDM. Quest’ultimo, finora, è rimasto il maggior partito di opposizione; tuttavia, già a partire da questa tornata elettorale, rischia di cedere il posto al Cameroon Renaissance Movement.

Il Cameroon Renaissance Movement

La pessima prestazione del SDM alle scorse presidenziali ha giovato a Maurice Kamto. Presidente e fondatore del Cameroon Renaissance Movement, Kamto si è piazzato secondo nel 2018, con il 14% dei voti. Ha subito dichiarato le elezioni fraudolente e, per aver incitato le folle alla protesta, ha passato nove mesi in carcere. La repressione del dissenso non ha toccato soltanto lui, ma anche i suoi sostenitori, accusati anch’essi di insurrezione e quindi incarcerati.

La tattica della carota e del bastone ha però portato il presidente Biya a optare, nell’ottobre delle scorso anno, per il rilascio di Kamto e di numerosi altri esponenti dell’opposizione, così da dare sembianze democratiche al Paese.

Una volta liberato, Kamto ha dichiarato la propria intenzione di boicottare le elezioni, chiedendo il supporto degli altri partiti di opposizione, alcuni dei quali lo hanno seguito.

Alle scorse parlamentari, le prime per il MRC, il movimento ottenne soltanto un seggio. Ma questa volta, vista la crescita di consensi per Kamto alle presidenziali, e la sua successiva incarcerazione, potrebbe avere più successo, superando addirittura lo storico SDM.

Altri attori

Gli altri gruppi presenti, al momento, all’Assemblea Nazionale sono il National Union for Democracy and Progress, che lascia i cinque seggi conquistati nel 2013; la Cameroon Democratic Union, che ottenne quattro seggi; l’Union of the People’s of Cameroon, che fece eleggere tre rappresentanti; e il Movement for the Defense of the Republic, rappresentato da un solo deputato.

Prospettive

Non ci sono dubbi sulla vittoria schiacciante che otterrà il CPDM. La campagna elettorale si è ufficialmente aperta sabato 25 gennaio e, da quel giorno, i tentativi di comizio organizzati dall’opposizione non hanno mai richiamato grandi folle.

Probabilmente, la volontà di boicottare queste tanto attese elezioni ha fatto perdere ai partiti di opposizione, che peraltro in alcune circoscrizioni non hanno nemmeno schierato candidati, parte del proprio, già esiguo elettorato. Tant’è, la minaccia di boicottaggio rischia di innalzare ulteriormente il livello di tensione, in un contesto già considerato poco sicuro.

 

 

Fonti e approfondimenti

Egoh Modi Aziz, Civil Society and Politics in Africa – The Case of Cameroon (Analyzing the Role of Civil Society in the Democratization Process in Cameroon), International Journal of Innovative Science and Research Technology, Volume 4, Issue 8, August – 2019

Franck FouteAnglophone crisis in Cameroon: SDF in turmoil as local elections approach, The AfricaReport, 20 January 2020

Election Guide – Democracy, Assistance and Election News, Republic of Cameroon

Eric OtengCameroon’s opposition politician Maurice Kamto freed, AfricaNews, 05/10

JournalduCameroun.com, Cameroon/Twin polls: SDF threatens to withdraw from race after disqualification of Yaounde VI list, 22.01.2020

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