Primarie 2020: verso il New Hampshire

Immagine generata con supporto AI © Lo Spiegone CC BY-NC

Dopo gli attesissimi quanto caotici Caucus in Iowa, martedì 11 febbraio si terranno le primarie nello Stato del New Hampshire. Sulla linea del programma che ci accompagnerà fino alla convention democratica in estate, proviamo ad analizzare la situazione post-Iowa e a immaginare i possibili scenari futuri.

Recap: Caucus in Iowa

Nonostante i soli 41 delegati aggiudicabili (intorno all’1% del totale dei delegati democratici), i Caucus in Iowa sono stati la prima opportunità per i candidati di misurarsi con la prova del voto. Dunque, anche se può sembrare paradossale, si può dire che il voto democratico nello Stato del Midwest rappresentava già un punto di volta nelle primarie degli “asinelli”, che raramente come quest’anno sono state così combattute e aperte a ogni possibile risultato.

Dopo il caos nel conteggio dei risultati, a oggi non sono ancora stati scrutinati tutti i seggi (ne manca ancora uno) e il quarantunesimo delegato non è stato finora assegnato.

Il risultato ha determinato il lievissimo vantaggio del trentottenne ex sindaco di South Bend, Pete Buttigieg, che con il 26,2% di preferenze ha superato per un 0,1% il suo avversario Bernie Sanders, Senatore del Vermont, che ha tuttavia vinto il voto popolare. Al terzo posto, con il 18% delle preferenze, Elizabeth Warren, Senatrice del Massachusetts, ha scongiurato un risultato che avrebbe potuto relegarla nel dimenticatoio elettorale. Più deludente invece la performance dell’ex vicepresidente Joe Biden, frontrunner nei sondaggi iniziali, che ha attirato solo il 15,8% di preferenze.

Come arrivano i candidati principali in New Hampshire

Il primo aspetto da approfondire è che sia l’Iowa che il New Hampshire rappresentano l’Heartland statunitense, ovvero una terra composta a grande maggioranza da una working class bianca e cristiana (entrambi gli Stati hanno oltre il 92% della popolazione bianca). Per questo motivo, Bernie Sanders si presenta come il vero vincitore dei caucus in Iowa. Il risultato ottenuto dal senatore del Vermont ha infatti dimostrato che il suo radicalismo ha la capacità di saper attirare voti anche al di fuori dei più giovani e delle minoranze etniche. Ciò è confermato dai sondaggi, che a oggi lo danno al 25,9% in New Hampshire.

Tuttavia l’effetto sorpresa scaturito dal risultato di Pete Buttigieg ha rilanciato anche il sindaco di South Bend. L’esito dei Caucus ha infatti avuto un’enorme risonanza mediatica, necessaria al giovane politico dell’Indiana per legittimare la sua campagna e magari dare una spallata all’avversario che più gli assomiglia per fascia di elettorato, ovvero Joe Biden.

Al momento, Buttigieg e Biden si contendono il secondo e terzo posto nei sondaggi delle primarie in New Hampshire rispettivamente con il 19,6% e 13,3%. Se Buttigieg riconfermasse un buon risultato in New Hampshire, demograficamente molto simile all’Iowa, potrebbe innescare una dinamica che gli permetta di sostituire Biden nelle preferenze dei democratici più moderati. Buttigieg però non è un candidato apprezzato dalle minoranze, che dal Nevada in poi inizieranno a costituire una parte importante dell’elettorato, senza il cui appoggio è difficile immaginare una vittoria alle Primarie.

Dal canto suo, Biden è il principale sconfitto del voto in Iowa. Bisogna però ammettere che il metodo Caucus non conviene all’ex vice di Obama. I Caucus attraggono infatti i partecipanti più attivi nel partito e quindi tendenzialmente più radicali, escludendo al tempo stesso fasce di elettorato meno dedicate, alle quali basterebbe il ricordo della sua vicepresidenza per votarlo. Le primarie in New Hampshire saranno quindi ancora più decisive per Biden; se il tipo di elezione dovrebbe infatti favorirlo, il voto di mercoledì potrebbe essere un’arma a doppio taglio. Un altro risultato negativo potrebbe infatti affossarlo nei sondaggi in vista dei prossimi appuntamenti, mettendo in mostra una debolezza che va al di là del singolo Stato e avrebbe un carattere più sistemico per l’ex vicepresidente.

Sarà interessante vedere se Elizabeth Warren riuscirà a migliorare ancora la sua posizione, nonostante al momento i sondaggi la collochino al quarto posto con il 12,8%, a un soffio da Biden. La senatrice del Massachusetts va molto bene tra i bianchi con un’alta formazione della upper middle class suburbana statunitense e ciò potrebbe fare breccia nei cittadini del New Hampshire, che è uno degli Stati con il maggior numero di persone altamente formate negli USA.

La situazione sul piano nazionale

Anche a livello nazionale l’Iowa ha creato degli scossoni non indifferenti.  Prima del 3 febbraio, il candidato favorito per vincere la nomination secondo FiveThirtyEight era Joe Biden, con Sanders in seconda posizione e gli altri staccati di molto. Il voto nei Caucus dello Stato del Midwest, però, ha ribaltato la situazione.

Ad oggi, Sanders sembrerebbe avere ben il 50% di possibilità di ottenere la nomina nel campo democratico. Un risultato che sarebbe clamoroso per il Senatore del Vermont, da sempre accusato di essere troppo radicale per un partito come quello dei Democratici statunitensi.

Biden, invece, ha subito un colpo molto pesante dopo l’Iowa, e le sue chance – anche alla luce dei nuovi sondaggi, e della performance sottotono tra le minoranze, tra cui ha stravinto Sanders – sono scese e si attestano ora a un mero 15%. La corsa sembra essere limitata a loro due, perché nessuno degli altri candidati ha chance realistiche di vincere, perlomento al momento. Sappiamo, tuttavia, che le primarie USA sono storicamente ricche di colpi di scena, e fino al Super Tuesday sarà difficile avere certezze concrete.

Uno scenario non improbabile, infine, è quello per cui nessuno dei candidati arrivi al luglio, a Milwaukee, con il 50%+1 dei delegati. Questo ha circa il 25% di possibilità di verificarsi, il che porterebbe a una situazione estremamente caotica: i candidati si troverebbero ad affrontare una convention che sarebbe decisa dalle alleanze, aprendo la strada a colpi di scena e che potrebbero eliminare dalla partita i candidati meno apprezzati dall’establishment come Sanders o Warren.

Conclusioni

I Caucus in Iowa hanno profondamente cambiato le chance dei candidati democratici in corsa per la Casa Bianca. Nonostante i soli 24 candidati da allocare direttamente dal voto, le primarie in New Hampshire saranno importanti per ognuno dei candidati.

Pete Buttigieg dovrà confermare il buon risultato negli Stati che demograficamente ed economicamente dovrebbero favorirlo e cercare di strappare la leadership tra i moderati a Biden. Biden invece, nonostante sia ancora il frontrunner democratico, potrebbe mettere seriamente a rischio il suo vantaggio, costringendolo a un cambiamento repentino della campagna elettorale. Bernie Sanders e Elizabeth Warren hanno invece una ghiotta opportunità di prendere candidati in Stati tendenzialmente più moderati per rafforzare la linea democratica più radicale.

 

Fonti e approfondimenti

Murgolo, Emanuele, “Primarie 2020: domani è il giorno dell’Iowa“, Lo Spiegone, 01/02/2020.

Mascioni, Damiano, “Cosa è successo in Iowa?”, Lo Spiegone, 05/02/2020.

FiveThirtyEIght, “Latest Polls”, FiveThirtyEight, 08/02/2020.

 

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