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Geopolitica delle rinnovabili: i possibili scenari

Immagine generata con supporto AI © Lo Spiegone CC BY-NC

L’energia rappresenta un elemento cardine delle strategie di uno Stato, in quanto da essa dipendono la propria sopravvivenza e il benessere dei cittadini. La necessità dell’approvvigionamento energetico si inserisce all’interno di discorsi di varia natura: logiche di potere, opportunità commerciali e rapporti con altri soggetti statali.

Ma soprattutto, l’energia è un tema geopolitico dal momento in cui le fonti e le risorse ad essa associate hanno una precisa collocazione spaziale che influenza le decisioni e le azioni degli Stati.

Questo è vero per quanto riguarda i combustibili fossili, con i giacimenti petroliferi e le riserve di gas che non sono appannaggio di tutti i Paesi del mondo – al contrario, le localizzazioni di queste risorse sono ben note, basti pensare alle nazioni del Golfo o ai depositi nella regione Artica. Attualmente, però, la domanda e l’offerta energetica risentono dell’influenza dalle fonti rinnovabili, la cui presenza è destinata a trasformare il modo di produrre energia nel corso del 21esimo secolo. Le implicazioni che deriveranno da questa transizione possono avere impatti significativi non solo sulla vita quotidiana delle persone, ma sulle stesse relazioni internazionali.

 

La geopolitica delle rinnovabili sta cambiando

Il crescente utilizzo delle rinnovabili ha due principali forze trainanti: da un lato, la maggiore attenzione dell’opinione pubblica, del mondo accademico e di parte del settore privato verso i cambiamenti climatici e verso la necessità di combustibili a minor impatto inquinante. Dall’altro, la notevole competitività raggiunta da alcune tecnologie che in moltissime circostanze sono già in grado di produrre elettricità a costi inferiori rispetto a gas e carbone.

Di conseguenza, sono in aumento non solo gli investimenti e le opportunità di business nei confronti delle rinnovabili, ma anche l’inclusione delle stesse all’interno delle strategie energetiche (ad esempio, quella dell’Unione Europea).

Ad ogni modo, la geopolitica delle rinnovabili deve essere analizzata secondo due principali chiavi di lettura: differenziando tra sicurezza e predominio energetico da un lato, e considerando il contesto politico globale con i rapporti di forza esistenti dall’altro.

 

Sicurezza energetica e predominio energetico

Il concetto di sicurezza energetica può essere riassunto come la possibilità di accedere in modo affidabile e conveniente alle risorse energetiche cosicché il fabbisogno interno sia sempre soddisfatto. Il predominio energetico, al contrario, consiste nel controllo di svariate fonti in modo tale da assicurarsi sia la maggiore autonomia possibile da altri Stati sia la possibilità di esportare la propria energia a soggetti terzi – aumentando dunque l’influenza nei loro confronti.

Le rinnovabili possono dare dei vantaggi in entrambe. Facendo affidamento su fonti naturali e vantaggi geografici, si possono sviluppare risorse che permettono la riduzione di dipendenza energetica da altri Paesi.  Difatti, la disponibilità diffusa di alcune rinnovabili (ad esempio, energia eolica e solare) è un elemento di profonda differenza con quelle fossili, le quali sono geograficamente concentrate.

Inoltre, le prime si trovano soprattutto sotto forma di flussi e correnti e non di riserve o giacimenti, il che le rende più accessibili e difficili da bloccare in caso di crisi internazionali. Sempre per questo motivo, le rinnovabili permettono più facilmente l’esistenza di forme decentralizzate di produzione e consumo dell’energia. In secondo luogo, lo sviluppo di nuove tecnologie può dare la possibilità di esportare nuovi modi di produrre l’energia sfruttando i già citati vantaggi in termini di riduzione dei costi di alcune fonti.

Gli aspetti appena elencati possono potenzialmente spostare equilibri esistenti e permettere la creazione di nuovi soggetti geopolitici. Ad esempio, c’è chi scommette che nei prossimi decenni l’OPEC potrebbe venire rimpiazzata, in termini di importanza, da istituzioni come l’International Solar Alliance, una coalizione di paesi capeggiata dall’India che stanno investendo sull’energia solare.

 

Lo scenario mondiale dell’energia

Tuttavia, sebbene la rilevanza delle rinnovabili stia crescendo, il peso dei combustibili fossili e l’influenza dei paesi produttori (e consumatori) sono ancora molto elevati. In tal senso, la forma e la direzione di un’eventuale transizione energetica verso le fonti rinnovabili non può prescindere dai rapporti internazionali attuali. Un esempio si ha con i maggiori flussi dei barili di petrolio giornalieri, i quali transitano principalmente per via marittima. Da ciò deriva l’importanza strategica delle rotte navali e del controllo degli stretti, i quali rimangono dei punti nevralgici cruciali in particolare per gli USA.

Gli Stati Uniti attraverso una complessa rete di relazioni diplomatiche tiene sotto controllo il commercio di greggio mondiale. La sua presenza è particolarmente forte intorno a due “colli di bottiglia” geopolitici, lo stretto di Hormuz e di Bab el-Mandeb, dove infatti staziona la V flotta della marina americana. L’importanza del petrolio non solo dunque è scissa dagli interessi strategici di Washington, ma li definisce e li delinea, nonostante gli USA siano attualmente indipendenti dal punto di vista energetico

Se tutto questo cambierà nei prossimi anni è difficile da prevedere, ma il legame tra geopolitica ed energia non si indebolirà: il dominio delle risorse e delle rotte commerciali sarà comunque centrale anche in caso di una completa transizione verso le rinnovabili. Ad esempio, la necessità di nuove tecnologie per lo sfruttamento di fonti alternative potrebbe evidenziare altri pattern legati, ad esempio, allo sfruttamento (già in atto) di minerali come il litio e il cobalto: il controllo di questi flussi potrebbe rivelarsi sempre più essenziale in futuro.

Attualmente è la Cina a controllare gran parte del commercio di terre rare grazie anche ai rapporti che intrattiene con molti Stati africani. Non a caso, lo sfruttamento di questi materiali rientra nella più ampia strategia di Pechino di estendere la propria influenza economica (si veda ad esempio il progetto della Nuova Via della Seta) ponendosi come leader delle energie rinnovabili, dinamica già analizzata in un articolo dello scorso novembre.

 

Quale contesto per la transizione energetica?

In breve, si possono elencare tre macro-scenari mondiali in cui la transizione verso le rinnovabili potrebbe avvenire.

Il primo è un ordine globale simile a quello contemporaneo, basato sulla continuazione del primato degli Stati Uniti, sulla globalizzazione e sulla rivoluzione digitale. In questo caso è probabile che la transizione avvenga principalmente attraverso meccanismi di mercato e innovazione tecnologica; tuttavia, ciò non sarebbe sufficiente per decretare la fine della competitività del petrolio e del gas nel giro di pochi anni.

Un secondo ordine consisterebbe in un livello crescente di cooperazione internazionale:  la transizione avverrebbe con un approccio top-down, basandosi cioè sull’imposizione verticale delle agende politiche dei vari governi. Tale scenario potrebbe avverarsi in concomitanza di un successo nei futuri negoziati sul clima, sebbene l’attuale mancanza di una leadership definita metta in serio dubbio l’avverarsi di questa possibilità.

Il terzo caso è invece relativo a un declino degli Stati Uniti e a una frammentazione ancora più marcata degli equilibri di potere internazionali. L’utilizzo dei combustibili fossili continuerebbe ad essere preponderante mentre le rinnovabili verrebbero usate in modo meno diffuso, a meno che non emerga una nuova potenza globale che punti su di esse: in questo caso, come detto in precedenza, il candidato più accreditato potrebbe essere la Cina.

 

Conclusione

La transizione energetica, attraverso l’importanza geopolitica delle rinnovabili, sarà uno dei principali elementi che influiranno sui nuovi equilibri del 21° secolo. Il ruolo che i diversi paesi giocheranno dipenderà sia da quanto sono esposti ai cambiamenti nei flussi commerciali di combustibili fossili, sia da come si posizionano nella corsa all’energia pulita. Il risultato potrebbe essere quello di una maggiore fluidità nella mappa delle relazioni internazionali, sempre più svincolate dalle logiche tradizionali di potere dovute alla concentrazione in poche aree delle risorse fossili (la cui importanza continuerà però ad essere tale anche nei prossimi anni), a vantaggio di una maggiore autonomia-sicurezza energetica per molti paesi.

 

 

Fonti e approfondimenti

Rinnovabili e geopolitica, come cambierà il mondo?

International Renewable Energy Agency (2019), “A new world: the geopolitics of energy transformation”

Hengel, D. (2019), “The energy dominance agenda: myth versus reality” 

Sito web dell’International Solar Alliance.

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