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La situazione delle primarie dopo il New Hampshire

di Emanuele Murgolo e Alberto Pedrielli

A una settimana dai Caucus in Iowa, le primarie del Partito Democratico hanno fatto tappa, come da tradizione, nel New Hampshire. Nel secondo Stato al voto, l’obiettivo più importante per gli avversari di Trump era lasciarsi alle spalle il clamoroso black-out mediatico, dettato dal caos nella diffusione dei risultati in Iowa e prolungatosi fino a pochi giorni fa.

Nelle lunghe giornate trascorse tra i due appuntamenti elettorali, le prospettive dei candidati sono notevolmente cambiate rispetto alla situazione pre-Iowa. Da un lato l’ex vicepresidente Biden, che molti osservatori avevano individuato come il candidato da battere, ha subito un brusco calo nei sondaggi dopo il pessimo risultato conseguito (quarto posto, dietro a Warren). Dall’altro,  Pete Buttigieg è diventato un candidato di grande interesse nel campo moderato, nonostante i mass media lo abbiano a lungo etichettato come semplice meteora destinata a spegnersi.

Chi ha vinto in New Hampshire?

In New Hampshire, Buttigieg si è presentato pertanto come uno dei candidati da battere assieme a Bernie Sanders, il quale ha approfittato della caduta di Biden e del risultato sotto le aspettative di Warren per guadagnare consapevolezza e posizioni (come testimonia la preoccupazione di numerosi giornali mainstream per una sua eventuale vittoria). È utile ricordare che, a differenza dell’Iowa, in cui il sistema elettorale prevede i cosiddetti “Caucus”, nel piccolo Stato del nord-est gli elettori hanno espresso la loro preferenza tramite una semplice scheda elettorale.

Il voto di ieri ha confermato le traiettorie disegnate in Iowa: Sanders e Buttigieg si sono contesi il primato, mentre gli altri due candidati di peso si sono dovuti accontentare del quarto e quinto posto, addirittura dietro la senatrice Klobuchar, vera sorpresa della serata. Infatti, con lo spoglio ormai all’87%, si è delineata una situazione di sostanziale equilibrio proprio tra i due favoriti della vigilia: Sanders ha ottenuto poco meno del 26% dei voti, mentre Buttigieg è riuscito a replicare l’ottimo esordio con più del 24% dei consensi. Sul gradino più basso del podio, come accennato, si è posizionata Klobuchar con il 20% delle preferenze. Per la politica del Minnesota questo risultato potrebbe costituire una buona rampa di lancio mediatica in vista del voto in Nevada (22 febbraio).

La demografia del voto in New Hampshire

Sanders ha quindi vinto di misura, un risultato apparentemente sotto le aspettative se confrontato con quello del 2016. In quella occasione, grazie al voto degli indipendenti – il New Hampshire tiene primarie semiaperte, dove possono votare anche i non iscritti al Partito – riuscì a sconfiggere con ampio margine Clinton. Stavolta, invece, il campo aperto e affollato delle Primarie ha portato a una redistribuzione del voto tra diversi candidati.

Inoltre, il New Hampshire non è un territorio favorevole a Sanders. Egli è un candidato forte tra gli under 45, le classi medio-basse e gli elettori più liberali, ma nessuna di queste categorie è maggioritaria nello Stato del New England. Tale composizione demografica ha penalizzato un contendente come Sanders, mentre è andata a vantaggio dei candidati più moderati, le cui proposte sono maggiormente apprezzate dall’elettorato bianco, moderato e benestante del New Hampshire. Chi ne ha beneficiato sono stati quindi Buttigieg e Klobuchar, che si sono divisi il voto degli over 45, dei moderati e conservatori e delle famiglie con reddito superiore a 100.000$.

 

Il New Hampshire, poi, con il 56% della popolazione che ha un titolo di istruzione universitaria, doveva essere un campo di battaglia perfetto per Warren, candidata che ha nei bianchi ben istruiti e benestanti il bacino elettorale più forte. Warren, invece, ha ottenuto un risultato pessimo, conquistando solo il 12% del voto dei college graduate, che è andato invece ripartito equamente tra Sanders, Buttigieg e Klobuchar.

Biden, infine, inizia a preoccupare. Dopo l’Iowa – dove a stravincere tra neri e latinx è stato Sanders – questo è il secondo risultato inferiore alle aspettative, pur se in uno Stato non troppo favorevole per demografia. Dal Nevada in poi il voto delle minoranze diventerà importante, e Biden deve contare su di loro per risollevarsi. Non sarà facile però, visto che anche in New Hampshire il voto delle comunità di colore ha visto Sanders prevalere sui candidati moderati.

 

 

Lo stato della corsa

Iowa e New Hampshire non saranno decisivi: sono Stati poco rappresentativi dell’elettorato democratico e assegnano pochi delegati. Ciononostante, alcuni trend sono chiari e se alcuni candidati possono sorridere, per altri suonano diversi campanelli d’allarme.

Sanders esce da questi primi due contest come il vero frontrunner della corsa. Ha vinto il voto popolare in entrambi gli Stati, è davanti nei sondaggi nazionali e in quasi tutti quelli dei restanti 48 territori. Inoltre, può contare sulla coalizione elettorale più diversificata e rappresentativa dell’elettorato democratico. Infine, la sua causa riguardo l’electability è sempre più forte, visti i sondaggi che lo danno come il candidato più forte tra gli indipendenti e meglio attrezzato per sconfiggere Trump.

Il campo moderato, invece, è molto diviso – altro fattore a vantaggio di Sanders.

Buttigieg e Klobuchar sono in salita costante. Il voto in due degli Stati a loro più favorevoli ha certo aiutato la loro causa, che si riflette in numeri in netto miglioramento anche nei sondaggi nazionali. Entrambi, però, hanno alcuni punti deboli che rischiano di compromettere il loro eventuale successo. La loro poca incisività tra le minoranze è il più evidente: quasi tutti i prossimi Stati hanno una composizione razziale diversificata, e il voto di neri e latinx diventerà fondamentale per vincere le primarie. Inoltre, nelle prossime tre date si assegneranno 1.434 delegati, mentre fino ad ora ne sono stati distribuiti solo 65.

Biden e Warren invece escono entrambi ridimensionati da questi primi due voti. Se per Biden bisognerà aspettare ancora i prossimi tre appuntamenti, per vedere se la sua performance tra le minoranze potrà rilanciarlo, Warren inizia a traballare. La sua coalizione elettorale doveva favorirla in Iowa e New Hampshire, ma i risultati sono preoccupanti. Entrambi questi candidati, inoltre, stanno affrontando grossi problemi di underfunding delle loro campagne, e un’altra serie di risultati sottotono potrebbe costringerli a uscite di scena clamorose, anche a causa della scarsità di risorse economiche a disposizione.

Conclusioni: i tempi per annunciare vincitori e sconfitti sono ancora prematuri

Sanders è di sicuro il frontrunner – FiveThirtyEight gli dà il 38% di chance di vincere la nomination – ma deve assolutamente guadagnare la maggioranza assoluta dei delegati. L’eventualità che nessuno arrivi a luglio con il 50%+1 dei delegati è infatti piuttosto alta, e questo esporrebbe Sanders a un’alleanza del campo moderato che potrebbe impedirgli di vincere la convention, anche se dovesse ottenere la maggioranza relativa. Per farlo, dovrà portare a casa risultati solidi nei prossimi appuntamenti, con un occhio di riguardo al Super Tuesday dove per ora è favorito.

Tutti gli altri sono un gradino sotto, per i motivi già esposti. Ma le primarie statunitensi sono storicamente ricche di colpi di scena, e nessuno dovrebbe sorprendersi di ribaltoni improvvisi. Dopotutto, i risultati di Buttigieg, Klobuchar e Biden in Iowa e New Hampshire lo confermano: le esplosioni improvvise e le cadute sono sempre dietro l’angolo, specialmente in un campo così conteso come quello delle primarie democratiche 2020.

Fonti e approfondimenti

Alcantara C., Clement S., Guskin E. e Keating D., “New Hampshire Democratic primary exit poll results and analysis”, Washington Post, 12/02/2020.

Redazione, “What Went Down In The New Hampshire Primary”, FiveThirtyEight, 12/02/2020.

Lerer L. e Goldmacher S., “5 Takeaways From the New Hampshire Primary”, The New York Times, 12/02/2020.

Shepard S., “What New Hampshire’s exit polls tell us about the primary”, Politico, 12/02/2020.

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