Il sultano e le formiche: l’accumulazione di capitale a Hong Kong e Singapore

Immagine generata con supporto AI © Lo Spiegone CC BY-NC

Le storie di Hong Kong e Singapore si sono incrociate nel passato coloniale britannico in Asia, per poi correre su binari paralleli. Entrambe inesistenti prima del passaggio dell’Impero inglese, oggi si ritrovano a competere giorno dopo giorno per essere la città più economicamente avanzata nel continente. Una delle principali divergenze tra le due città ha origine proprio quando si distaccano da Londra, rispettivamente nel 1997 e nel 1965. Il 9 agosto 1965, Singapore diventa definitivamente indipendente dalla Corona; il 1 luglio 1997, Hong Kong “ritorna” alla Repubblica Popolare Cinese, diventando una Regione Autonoma Speciale (RAS) di Pechino.

Questa differenza giuridica ha avuto delle ripercussioni politiche molto più che economiche. Infatti, possiamo vedere dal grafico come la crescita del PIL è leggermente maggiore per Hong Kong fino alla fine del primo decennio del 21° secolo, per poi favorire brevemente Singapore. Oggi le due città sono centri finanziari globali con pochi rivali al mondo.

Politicamente, l’autoritarismo che il Partito d’Azione del Popolo (PAP) ha instaurato nella città-Stato del sudest asiatico ha attirato l’attenzione degli altri leader autocratici a livello mondiale. Infatti, Singapore è uno degli esempi più riusciti di sistema politico non democratico capace di far crescere esponenzialmente l’economia. A dispetto della sempre meno accreditata teoria per cui sviluppo economico e democratico siano correlati, lo storico primo ministro singaporegno Lee Kwan Yew ha portato la città a diventare un punto di riferimento mondiale senza dover cedere nulla in termini di accumulazione di capitale politico.

Dall’altro lato, il Capo Esecutivo di Hong Kong è il più alto ufficiale burocratico della Repubblica Popolare Cinese (RPC). La sua nomina da parte del governo centrale di Pechino riduce drasticamente la possibilità di qualsiasi manovra politica autonoma da parte di Hong Kong. Nonostante questo, la posizione geografica è sempre stata la leva più importante per l’Impero britannico nel commercio con la RPC, e viceversa. Non è un caso che tre delle prime quattro Zone Economiche Speciali (ZES) cinesi si trovino proprio nelle vicinanze di Hong Kong.

 

I flussi di capitale

La finanza

Entrambe le città sono state definite dal Fondo Monetario Internazionale come Centri Finanziari Offshore (CFO), ovvero aree dove vengono erogati dei servizi finanziari speciali che non sono garantiti in altre giurisdizioni. Quindi, sono luoghi fisici dove vengono canalizzati i capitali mondiali, attirando spesso miliardari e dando l’opportunità di investire in settori molto remunerativi. Per questo motivo fioriscono le banche e i prezzi degli immobili sono esageratamente alti, e allo stesso modo sono città in cui dominano il mercato finanziario e quello delle assicurazioni.

La competizione tra i due centri si basa soprattutto sull’attirare capitali stranieri nei propri territori. Se da una parte Hong Kong e Singapore si contendono soprattutto la popolazione tra il novantacinquesimo e il novantanovesimo percentile della popolazione mondiale, ovvero la classe estremamente ricca e quindi capace di muovere immensi capitali con una notevole ricaduta sull’economia interna della città. Dall’altra, la popolazione di queste città è numericamente molto ristretta e questo alza ancora di più l’asticella della competizione. Qualsiasi spostamento politico o flessione economica potrebbe costare gravi punti percentuali nel PIL. In questo senso la paura dell’amministrazione di Hong Kong durante le proteste del 2019 era anche concentrata a non concretizzare un ingente flusso di capitali verso Singapore.

Si può infatti notare come Hong Kong nel 2019 abbia perso circa HKD 104 milioni nel terzo quarto dell’anno. Singapore è stata sicuramente favorita dalla paura generata dalle proteste costanti di Hong Kong. In questo senso possiamo concludere come la stasi politica sia fondamentale per le CFO per attrarre capitali e assicurarsi così la migliore crescita basata sugli investimenti dei miliardari.

 

L’edilizia

Nel 2019 in media un appartamento a Hong Kong costava $1.2 milioni, o $26.262 per metro quadro: il più alto al mondo. A seguire Singapore con una media di $874 mila. Entrambe sono anche tra le città più densamente abitate al mondo e il mercato edile è fortemente redditizio. Il miliardario più ricco di Hong Kong, Lee Shau Kee, ha una ricchezza stimata di $30.4 miliardi, frutto soprattutto degli investimenti nel campo delle proprietà immobiliari.

Il continuo innalzamento dei prezzi degli appartamenti nelle città continua a far crescere anche le disuguaglianze. Nella geografia urbana, è possibile visualizzare chiaramente dove vivono le classi più ricche in entrambe le città.

Contrariamente a quello che si potrebbe pensare, le zone vicine ai centri finanziari sono quelle con un alto tasso di popolazione, che risulta essere anche la più ricca in città. Sovrapponendo le mappe del costo delle abitazioni e la densità abitativa, infatti, risulta evidente come le fasce più ricche della città tendono a concentrarsi in determinate zone.

Lo stesso vale anche sovrapponendo la mappa del costo delle abitazioni con quella dei lavoratori pendolari. A Hong Kong l’Isola infatti è l’area dove i prezzi delle abitazioni sono estremamente alti, e controllando i pendolari cittadini è facile notare come sia l’unica a rimanere dello stesso colore in entrambe le mappe.

 

I miliardari a confronto

Hong Kong ospita 93 miliardari, Singapore 44. La prima città è seconda al mondo, dietro New York (dove vivono 103 miliardari), mentre lo Stato del Sudest asiatico è ottavo, subito dietro Mumbai. I miliardari di Hong Kong hanno accumulato capitale soprattutto grazie alle due attività appena descritte, finanza e edilizia. A Singapore le fonti di ricchezza invece sono più variegate.

I primi dieci miliardari di Hong Kong hanno un capitale totale di circa $170 miliardi, mentre i primi dieci di Singapore possiedono circa $84 miliardi. Questo denota come, nonostante il mercato finanziario e la paura di perdere capitale siano fattori importanti per città come Singapore e Hong Kong, altrettanto decisivo è il capitale che i miliardari possono spostare. Da questo punto di vista, i tre più ricchi miliardari di Hong Kong hanno un capitale uguale ai primi dieci di Singapore.

Le due città continuano a competere tra di loro per la supremazia economica in Asia, cercando di reprimere qualsiasi attività politica possa rompere la bolla di cristallo in cui entrambe le città sono nate e cresciute. Buona parte dell’1% più ricco della popolazione mondiale risiede in una di queste due città, facendo coincidere il sistema politico con il sistema economico capitalista. Questo ha plasmato nel tempo dei luoghi a tratti distopici, dove la realtà di alcune zone cittadine non entra mai in contatto con la realtà sociale mondiale, fatta della disuguaglianza che chi controlla questi centri finanziari ha ampiamente aiutato a creare.

 

 

Fonti e approfondimenti

Reyes, Sebastian, Singapore’s Stubborn Authoritarianism, Harvard Political Review, 29 settembre 2015

Bloomberg & SCMP, Singapore sees small inflows of capital amid Hong Kong unrest, says central bank, South China Morning Post, 24 ottobre 2019

World’s most expensive cities, Global Property Guide.

Singapore remains the 2nd most expensive housing market in the world after Hong Kong, CBRE, 11 aprile 2019

Hong Kong’s Richest 2020, Forbes

Singapore’s 50 Richest List, Forbes

Yi Lu , Guibo Sun , Chinmoy Sarkar, Zhonghua Gou, Yang Xiao, Commuting Mode Choice in a High-Density City: Do Land-Use Density and Diversity Matter in Hong Kong? , Internation Journal of Environmental Research and Public Health, 4 maggio 2018

Lim, Jonathan, Nifty map shows which parts of S’pore has densest population. Guess which is No. 1?, Mothership, 26 ottobre 2016

 

 

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