La Commissione di Venezia: cos’è e come funziona

La Commissione di Venezia: cos’è e come funziona
Council of Europe - Wikimedia - CC BY 3.0

Istituita nel 1990, la Commissione di Venezia è un organo del Consiglio d’Europa sconosciuto alla maggior parte dei non-addetti ai lavori. Eppure, il lavoro che svolge è estremamente interessante, oltre che rilevante per la tutela dei diritti fondamentali e dei principi democratici nel continente europeo e non solo.

In quanto organo consultivo indipendente, il compito principale della Commissione è di fornire delle opinioni di tipo giuridico ai soggetti che ne facciano richiesta, in particolare in casi in cui gli ordinamenti vogliano adeguarsi agli standard europei per quanto riguarda i tre macro-principi fondamentali del Consiglio d’Europa: democrazia, diritti umani, Stato di diritto.

Composizione

Ufficialmente denominata “Commissione europea per la democrazia attraverso il diritto”, è principalmente conosciuta come “Commissione di Venezia” per via della città in cui si riunisce. A differenza del Consiglio d’Europa, la Commissione è composta da 62 Stati membri, ossia i 47 Stati membri del Consiglio d’Europa più altri 15 Paesi. Tra questi ultimi, 4 sono Stati osservatori, 1 Stato associato e 5 sono qualificati come “status speciale” (tra cui per esempio figura l’Unione europea).

Ogni Stato membro nomina i propri membri individuali, i quali sono generalmente professori universitari di diritto costituzionale, giudici di corti supreme o costituzionali, parlamentari, dipendenti pubblici. I membri individuali rimangono in carica per un mandato rinnovabile di quattro anni e l’art. 2 dello Statuto della Commissione prevede che essi agiscano secondo la propria capacità individuale e indipendentemente dai governi che li nominano. Inoltre, la Commissione è rappresentata da un presidente, che dal 2009 è l’italiano Gianni Buquicchio.

La Commissione si riunisce fisicamente in sessione plenaria a Venezia (in particolare alla Scuola Grande di San Giovanni Evangelista) quattro volte l’anno, mentre il Segretariato della Commissione ha sede a Strasburgo, quartier generale del Consiglio d’Europa. Il Segretariato ha il compito di condurre gli studi preliminari e preparare i materiali che saranno discussi e approvati durante le sessioni della Commissione.

Verde scuro: Stati membri; verde chiaro: membri associati; blu scuro: Stati osservatori; blu chiaro: Stati con status speciale/con accordi di cooperazione.

Funzionamento

I soggetti che possono riferire alla Commissione sono principalmente tre:

    1. Stati membri: parlamenti, governi, corti, difensori civici;
    2. Consiglio d’Europa: Segretariato generale, Consiglio dei ministri, Assemblea parlamentare, Congresso delle autonomie e delle autorità territoriali, Corte europea dei diritti umani;
    3. Organizzazioni internazionali: Unione europea, OSCE/ODIHR, Organizzazione degli Stati americani.

Una volta ricevuta una richiesta, inizia l’iter per la preparazione di un’opinione, il quale si articola in diverse fasi. Innanzitutto, viene formato un gruppo di rapporteurs, i quali studiano la richiesta e fanno dei commenti, poi raccolti nella bozza dell’opinione. Una volta conclusa la bozza, viene svolta una visita nel Paese coinvolto dalla richiesta, per interagire con vari soggetti quali governi, parlamenti, società civile, difensori civici. A seguire, viene preparata una versione finale dell’opinione che viene poi trasmessa alla Commissione, perché sia discussa e adottata alla prima sessione plenaria disponibile. A quel punto, l’opinione viene trasmessa al soggetto richiedente e pubblicata sul sito della Commissione.

Esiste però anche una procedura “d’urgenza”, per la preparazione di una opinione preliminare nel caso in cui ci sia una richiesta urgente da evadere tra due sessioni plenarie. In questo scenario, la Commissione autorizza il gruppo di rapporteurs a scrivere l’opinione preliminare, senza la visita in loco, così che essa sia trasmessa al soggetto richiedente e pubblicata sul sito, per poi approvarla formalmente in un momento successivo alla prima plenaria disponibile.

Aree d’azione

La Commissione di Venezia svolge le proprie attività su tre diverse aree di azione:

  1. Istituzioni democratiche e diritti fondamentali: produzione di opinioni, report, studi, e pubblicazione di “compilations” su temi quali riforme costituzionali, funzionamento delle istituzioni democratiche, protezione dei diritti fondamentali;
  2. Giustizia costituzionale e ordinaria: cooperazione con corti costituzionali, corti ordinarie, mediatori, difensori civici, organizzazione della Conferenza Mondiale sulla Giustizia Costituzionale per mettere in comunicazione le corti costituzionali in diverse parti del mondo. Inoltre, dal 1996 la Commissione ha avviato progetti di cooperazione con gruppi di corti costituzionali su base regionale o linguistica, come per esempio la Conferenza delle Corti Costituzionali Europee, l’Associazione di Corti Costituzionali Francofone, la Commissione dei Giudici dell’Africa Meridionale;
  3. Elezioni, referendum, partiti politici: riforme elettorali, osservazione elettorale in stretta collaborazione con l’Office for Democratic Institutions and Human Rights dell’OSCE (OSCE/ODIHR), valutazione dei quesiti referendari, organizzazione della Conferenza Europea degli Organi Elettorali.

Gli studi della Commissione di Venezia sono diventati dei riferimenti importanti nel campo del diritto costituzionale comparato. Tra i tanti, è bene citare la Rule of Law Checklist e il Code of Good Practice in Electoral Matters, i quali provano a porre degli standard per un buon funzionamento dei regimi democratici e per un’adeguata protezione dei diritti fondamentali. 

In conclusione, è interessante notare come l’operato della Commissione miri ad andare ben oltre i confini europei. Infatti, originariamente la Commissione era stata creata in seguito alla dissoluzione dell’URSS e della Jugoslavia, per accompagnare i neonati Stati con un passato socialista nell’alveo dei regimi liberal-democratici, anche in funzione del percorso di integrazione europea. A trent’anni dalla sua istituzione e con Stati membri da tutti i continenti, la Commissione ha l’obiettivo di disseminare e consolidare un patrimonio costituzionale comune, svolgendo spesso un ruolo fondamentale nelle transizioni democratiche o in casi di crisi costituzionali.

 

 

Fonti e approfondimenti

Apostolache, Mihai. “The review of constitutional norms concerning local public administration in the view of the European Commission for Democracy”, Journal of Law and Administrative Sciences, No. 3 (2015), pp. 105-111.

Bartole, Sergio. 2020. “The Internationalisation of Constitutional Law: A View from the Venice Commission”. London: Hart Publishing.

De Visser, Maartje. “A Critical Assessment of the Role of the Venice Commission in Processes of Domestic Constitutional Reform”, American Journal of Comparative Law, vol. 63 (2015), pp. 963-1008.

Pinelli, Cesare. “Parliaments, Constitutional Transitions and the Venice Commission”, Report at the LUISS Summer School on “Parliamentary Democracy in Europe”, LUISS, Rome, 23 July 2015.

Volpe, Valentina. “Drafting Counter-Majoritarian Democracy The Venice Commission’s Constitutional Assistance”, ZaöRV, vol. 76 (2016), pp. 811-843.

Venice Commission (CDL-RA(2019)001), Annual Report of activities 2019.

Venice Commission, Compilation of Venice Commission Opinions and Reports.

Venice Commission, Main reference documents of the Venice Commission.

Venice Commission (CDL(2002)027), Resolution RES (2002) 3 Adopting the Revised Statute of the European Commission for Democracy through Law.

CODICES – Database on Constitutional Case-Law of the Venice Commission.

VOTA – Database on electoral legislation, constitutional provisions and Venice Commission documents in the electoral field.

 

 

Editing a cura di Francesco Bertoldi

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