Il Direttorato ECHO dell’Unione europea: tra cooperazione allo sviluppo e aiuto umanitario

Anouk Delafortrie - Wikimedia - CC BY-SA 2-0

L’aiuto umanitario e la cooperazione allo sviluppo sono l’insieme delle attività da parte di un organismo internazionale, che hanno come obiettivo il sostentamento delle popolazioni in difficoltà. Tali popolazioni possono essere state colpite da cataclismi naturali e/o da conflitti. Per quanto riguarda le Nazioni Unite, l’organo preposto alle attività di cooperazione umanitaria è l’Ufficio delle Nazioni Unite per gli affari umanitari (OCHA); mentre per l’Unione europea, il coordinamento di queste operazioni è affidato al Direttorato generale europeo per la Protezione civile e le operazioni di aiuto umanitario (DG ECHO).

Il Direttorato è il dipartimento della Commissione europea incaricato di fornire assistenza ai Paesi e alle popolazioni che si trovano in situazioni di estrema vulnerabilità. Se da un lato la Commissione europea redige un prospetto annuale delle azioni di sostegno umanitario da intraprendere, dall’altro le operazioni di supporto vengono attivate attraverso il Meccanismo europeo di Protezione civile, di cui fanno parte tutti gli Stati membri dell’UE più sei Paesi extra-UE. Inoltre, il compito del Direttorato ECHO non si limita a intervenire nel post-emergenza, bensì coordina programmi di formazione sul medio-lungo periodo per permettere un continuo aggiornamento dei suoi operatori sul campo.

La struttura e i compiti del DG ECHO

Nonostante il primo testo sull’aiuto umanitario europeo risalga al 20 giugno 1996, con il regolamento del Consiglio (EC) No. 1257/96, è il Trattato di Lisbona che sottolinea “l’impegno dell’UE a fornire assistenza, soccorso e protezione alle vittime di disastri naturali o causati dall’uomo in tutto il mondo (art. 214 TFUE), e a sostenere e coordinare i sistemi di protezione civile dei suoi Stati membri (art. 196 TFUE)”.

In linea con i principi fondamentali del diritto internazionale umanitario, l’aiuto umanitario dell’UE gestito dal DG ECHO fa capo a questi quattro pilastri: 

  • affronta la sofferenza umana, con particolare attenzione ai gruppi di persone più vulnerabili, rispettando la dignità di tutte le vittime (umanità);
  • non favorisce nessuna parte in un conflitto (neutralità);
  • fornisce assistenza esclusivamente sulla base delle necessità, senza alcun tipo di discriminazione (imparzialità);
  • è indipendente da qualsiasi programma esterno, sia esso politico, economico, militare o di altra natura (indipendenza).

Il Commissario europeo per la cooperazione internazionale, gli aiuti umanitari e la risposta alle crisi – Janez Lenarčič per il mandato 2019-2024 della Commissione – supervisiona le attività di protezione civile e di supporto umanitario, ovvero le componenti fondamentali e imprescindibili che formano DG ECHO. Il Direttorato generale opera attraverso sette uffici regionali e numerosi uffici dislocati in tutto il mondo. Questa vasta rete sul territorio permette la rapida presa visione delle situazioni a rischio e la possibilità di mettere in atto una risposta tempestiva in caso di crisi umanitaria.

Attraverso DG ECHO, l’Unione europea lavora a stretto contatto con organizzazioni non governative (ONG), agenzie specializzate dell’ONU, tra cui l’OCHA, nonché con il Comitato internazionale della Croce Rossa e la Federazione internazionale delle società della Croce Rossa e della Mezzaluna Rossa. 

Gli Stati membri UE, invece, non possono partecipare alle operazioni di soccorso in qualità di singoli o con accordi bilaterali con altre organizzazioni internazionali, poiché fanno parte del Meccanismo europeo di Protezione civile.

Il Meccanismo europeo di Protezione civile

Lo scopo del Meccanismo europeo di Protezione civile (UCPM) consiste nel fortificare la cooperazione tra i Paesi membri UE e i sei Stati extra-UE con cui è stato firmato l’accordo: Macedonia del Nord, Serbia, Montenegro, Islanda, Norvegia e Turchia. Questo accordo permette alla Commissione europea, per mezzo dell’Emergency Response Coordination Centre (ERCC), di contribuire alla copertura di almeno il 75% dei costi operativi in caso di disastri in Europa (e non solo).

Quando si presenta una situazione di disastro umanitario, che sia per cause naturali, o per un conflitto, il Paese che si trova in uno stato di criticità avvia una richiesta di supporto umanitario attraverso il Meccanismo. Gli Stati membri e i sei Stati partecipanti mettono a disposizione il proprio contributo in termini di equipaggiamento e personale specializzato, all’interno dell’UCPM e non come singoli Paesi. A questo punto, l’ERCC coordina sia gli esperti sia il dispiegamento dei materiali sul luogo del disastro per tutta la durata necessaria all’intervento umanitario. Una volta terminata la fase acuta di emergenza, gli esperti rientreranno nei propri Paesi di origine, mentre la delegazione del DG ECHO nello Stato colpito continuerà a fornire supporto logistico e istituzionale nella fase post-emergenziale.

Nel corso 2020, il Meccanismo è stato attivato più di 90 volte e ha riguardato anche il terremoto in Croazia del 29 dicembre 2020 e le alluvioni in Ucraina nel giugno dello stesso anno. 

L’intervento di aiuto umanitario: due esempi

L’azione di sostegno agli aiuti umanitari da parte della Commissione europea è iniziata nel 1992, in concomitanza con l’applicazione del Trattato di Maastricht e ha permesso lo svolgimento di soccorso in più di 110 Paesi. A differenza del Meccanismo europeo di Protezione civile, le azioni di aiuto umanitario riguardano principalmente Paesi non membri dell’Unione europea, salvo casi di eccezionale gravità quali la pandemia da Covid-19. Nello specifico, DG ECHO supporta l’assistenza nell’accesso a cibo e acqua, alloggio, assistenza sanitaria e igienica in caso di guerra o disastri ambientali, con il fine di apportare sostentamento a rifugiati e internally displaced persons (IDPs). 

Il recente conflitto nella regione etiope del Tigray, dove l’Unione europea ha stanziato nel dicembre 2020 oltre 63,2 milioni di euro in progetti di supporto umanitario, è un esempio di azione umanitaria in un conflitto. Il compito del DG ECHO non è solo l’indirizzamento di questi fondi verso le realtà locali che ne hanno bisogno, ma anche il controllo e la supervisione del loro corretto utilizzo. In questo e in molti altri casi di conflitti in corso, l’Unione europea opera in stretto contatto con l’OCHA per individuare gli obiettivi cui destinare i fondi. Fornire sostegno logistico, sanitario e alimentare ai rifugiati presenti nei campi profughi dei Paesi confinanti (Sudan) e alle internally displaced persons (IDPs) disperse sul territorio e instaurare un dialogo con le parti coinvolte rappresentano le funzioni principali del DG ECHO in tale contesto. 

D’altro canto, l’innalzamento del livello degli oceani e la maggiore frequenza di eventi avversi estremi stanno mettendo a rischio la vita di intere popolazioni costiere, soprattutto nel Sud-Est asiatico e nel Pacifico. Un esempio della risposta umanitaria del Direttorato ECHO rispetto a una crisi ambientale può essere rintracciato nel settembre 2018, nelle Filippine. In tale occasione, il tifone Mangkhut si è abbattuto violentemente lungo tutto l’arcipelago, causando incalcolabili danni agli abitanti della costa. In tale frangente, l’Unione europea ha velocemente stanziato un fondo di emergenza di 2 milioni di euro per aiutare la popolazione locale fornendo attrezzature mediche, rifugi, acqua e assistenza alimentare. 

Non solo post-emergenza: lo scambio di informazioni e i progetti di lungo periodo

Nel 2019, il Meccanismo europeo di Protezione civile è stato aggiornato affinché includesse un percorso di preparazione per i suoi operatori, con esercizi mirati per valutare i differenti fattori di rischio in una crisi umanitaria. Tale programma è inserito in un più ampio progetto di condivisione delle conoscenze, con il fine di creare un vero e proprio “network” tra esperti in svariati settori, tra i quali la comunicazione istituzionale, ricerca e salvataggio di persone in situazioni di pericolo e nel contrasto a nuove forme di minacce. Questo continuo scambio di informazioni ha fatto sì che DG ECHO sia in grado di provvedere alla stesura di piani precisi per il sostegno umanitario e alla loro effettiva applicazione sul campo.

Tuttavia, l’assistenza preposta al DG ECHO non rimane limitata al singolo fenomeno, bensì cerca di portare sollievo ai membri della popolazione che hanno risentito maggiormente della catastrofe umanitaria. Infatti, progetti a sostegno dell’inclusione delle persone disabili nella vita della comunità, la protezione sociale delle minoranze e l’educazione dei bambini sono parte integrante del lavoro del DG ECHO. La creazione di programmi umanitari pensati su misura per una determinata area geografica non esclude la possibilità di applicazione di altri fondi e progetti, come ad esempio il Resilience and Humanitarian-Development-Peace Nexus. Questo programma mira al mantenimento della pace e della sicurezza nel medio-lungo periodo. Al momento, il programma sta sovvenzionando progetti in Somalia e Chad per facilitare sviluppo e l’occupazione della popolazione grazie all’accesso ai beni essenziali e rafforzando l’amministrazione locale.

Quali piani per il futuro?

Dal 2012, la Commissione europea pubblica alla fine di ogni anno una “Worldwide decision” con le indicazioni delle azioni di aiuto umanitario che intende finanziare per l’anno seguente. In tale frangente, il Direttorato ECHO prepara e pubblica i cosiddetti “Piani di attuazione umanitaria (HIP)” che forniscono informazioni più dettagliate sulle priorità operative individuate. Per il 2021, la Commissione europea ha intenzione di allocare 1,4 miliardi di euro nei progetti dei vari Paesi in cui è necessario il mantenimento del supporto umanitario da parte dell’Unione europea, sia per le conseguenze delle catastrofi climatiche, sia per i conflitti ancora in corso. Di questa somma, 350 milioni di euro saranno destinati al sostegno della Convenzione per l’Assistenza Alimentare. La lista dei Paesi indicati come beneficiari delle sovvenzioni è lunga e il sostegno del DG ECHO risulta essenziale nell’individuazione delle criticità e pianificazione della risposta alla crisi.

 

 

Fonti e approfondimenti

Convenzione per l’Assistenza Alimentare, pagina di sintesi.

European Civil Protection and Humanitarian Aid Operations, pagina di sintesi (aggiornato a gennaio 2020).

European Civil Protection and Humanitarian Aid Operations, Emergency Response Coordination Centre (aggiornato a gennaio 2021).

European Civil Protection and Humanitarian Aid Operations, Etiopia (aggiornato a dicembre 2020).

European Civil Protection and Humanitarian Aid Operations, Filippine (aggiornato a febbraio 2020).

European Civil Protection and Humanitarian Aid Operations, Meccanismo europeo di Protezione civile (aggiornato a novembre 2020).

European Civil Protection and Humanitarian Aid Operations, Union Civil Protection Knowledge Network (aggiornato a gennaio 2021).

European Civil Protection and Humanitarian Aid Operations, Piani di attuazione umanitaria (HIP) (aggiornato a marzo 2021).

 

 

Editing a cura di Carolina Venco

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