Crisi e soluzioni, le sfide di società sull’orlo del collasso

Lo Spiegone x FNEC 2021

La parola crisi si è ormai inserita prepotentemente all’interno del nostro lessico quotidiano. Dalla crisi economica, da cui ormai da vent’anni a questa parte siamo inseriti, alla crisi climatica, minaccia ormai chiaramente esistenziale per il genere umano, passando per quelle istituzionali, sociali e governative, ormai è questa la parola che più di ogni altra sembra aver assoggettato la lettura del nostro presente e le visioni del nostro futuro.

Quanto però conosciamo veramente la parola crisi? Cosa ha determinato in passato le crisi delle società? Queste sono domande importanti che bisogna porsi ed è necessario affrontare per poter comprendere fino in fondo il nostro momento. In occasione di questa serie di articoli in concomitanza con il Festival Nazionale dell’Economia Civile 2021, intitolato “Alla ricerca di senso” cercheremo di capire il senso delle crisi e delle scelte che le hanno causate e che potrebbero risolverle dimostrando come solo la conoscenza approfondita dei due fenomeni possa permetterci di affrontarle.

È utile iniziare dalla genealogia della parola crisi. Il termine viene infatti dal greco κρισις (krìsis) traducibile con il significato scelta. È quindi un processo o il culmine di esso che si viene a creare dopo scelte, sbagliate o giuste che siano, o davanti all’assenza di scelte. È possibile dunque definirle anche come fasi, che possono sfociare in direzioni differenti e che possono tornare ciclicamente.

Nel suo volume Collasso Jared Diamond cerca di fare una mappa di quali cause e quali scelte possono aver portato le società dell’antichità a vedersi travolte da crisi. Fino a chiedersi com’è possibile che una società spesso tecnologicamente avanzata e portatrice di conoscenze incredibili possa non essersi accorta della crisi che attraverso le sue scelte è riuscita a creare.

Diamond intravede 8 possibili cause che potrebbero aver creato il crollo delle società antiche: deforestazione e distruzione dell’habitat, gestione sbagliata del suolo (con conseguente erosione, salinizzazione e perdita di fertilità), cattiva gestione delle risorse idriche, eccesso di caccia, eccesso di pesca, introduzione di specie nuove, crescita della popolazione umana e aumento dell’impatto sul territorio di ogni singolo individuo.

È inevitabile pensare quanto ognuno di questi fattori sia in atto ai giorni nostri.  L’abbattimento della foresta pluviale e la morte di interi ecosistemi superficiali e marini, le crisi idriche che si sviluppano nei Paesi di ogni ordine e grado, dalla ricchissima California alla poverissima Somalia. Gli eccessi di caccia, rappresentati ai nostri tempi dagli allevamenti intensivi, e quello di pesca, che sembra aver svuotato i nostri mari, i quali, sempre più acidi, non hanno il tempo di rigenerare la loro vita all’interno. Se la crescita della popolazione umana è ormai un dato acquisito è particolarmente intrigante il fattore dell’impatto sul territorio di ogni singolo individuo.

Quanto pesiamo con le nostre azioni su ogni singola dimensione del reale, dal mondo ambientale animale fino alla società che abbiamo intorno. È evidente come risulti necessario anche allungare la lista di Diamond. È chiaro che lo sviluppo tecnologico abbia portato nuove criticità. Così come la nostra nuova sensibilità sembra portare nuove cause. Le società dell’antichità accettavano la schiavitù e vivevano nella violenza cosa che, fortunatamente anche se non in tutte le parti del globo, siamo quanto meno riusciti a superare.

Un passaggio fondamentale del pensiero di Diamond tocca la consapevolezza. La consapevolezza delle cause, del momento di tensione e delle scelte e dei sacrifici necessari per superarli. È da chiedersi dunque se questa capacità è presente nella società attuale. Siamo in grado di dare un senso a questa situazione?

Nei prossimi articoli cercheremo di guidarvi attraverso differenti letture delle varie crisi che stiamo affrontando.

Quella economica a cui forniremo un’interpretazione nuova superando le storiche visioni solo legate al privato e al pubblico, per capire quale ruolo giocano invece le nostre comunità e quale le nostre relazioni. Quella sociale che leggeremo attraverso occhi differenti analizzando non solo le cause macroeconomiche dietro le disuguaglianze, ma anche gli effetti e le conseguenze che essi hanno su un’insieme di fattori anche fisici e mentali dell’individuo. Infine toccheremo il tema ambientale delineando come le logiche lineari dei nostri processi economici e la nostra incapacità di trasformare i nostri stili di vita siano alla base della crisi che attualmente viviamo.

Nonostante i tratti foschi del quadro finora presentato, è necessario tornare all’etimologia della parola crisi per vedere della luce alla fine del buio. Se la crisi è frutto di una scelta, può attraverso una scelta essere risolta o mitigata. In tutti e quattro i quadri precedentemente raccontati forniremo delle possibili scelte capaci di raddrizzare le storture attuali. Un maggiore ruolo delle comunità, una nuova empatia e un un nuovo approccio alla condivisione, unite a scelte redistributive, a un’economia realmente circolare e a una transizione ecologica significativa possono rappresentare una svolta. Basta solo scegliere.

Fonti e approfondimenti:

Diamond, Jared. 2014. “Collasso. Come le società scelgono di morire o vivere”. Einaudi

 


Lo Spiegone/FNEC2021

Questo articolo fa parte di una serie di approfondimenti realizzati da Lo Spiegone in vista del Festival Nazionale dell’Economia Civile 2021.
Per approfondire le tematiche trattate nell’articolo potete seguire l’incontro del 26 settembre alle ore 10.00 “Eventi catastrofici e rinascita delle nazioni: il segreto “biologico” della resilienza”
Qui il programma completo dell’evento.

Be the first to comment on "Crisi e soluzioni, le sfide di società sull’orlo del collasso"

Leave a comment

Your email address will not be published.


*