L’esperimento bitcoin dell’El Salvador di Bukele

Gli occhi laser, utilizzati anche dal presidente Bukele come immagine profilo di Twitter, sono diventati un simbolo dei sostenitori dei bitcoin. @Flying Logos - Wikimedia Commons (CC Licence) @Nayib Bukele Twitter account - Wikimedia Commons (CC Licence)

Il 7 settembre scorso, con l’introduzione del bitcoin come valuta legale, El Salvador è diventato il primo Paese al mondo a impiegare una criptovaluta come moneta a corso forzoso. Ciò significa che tutti gli esercizi commerciali sono obbligati ad accettare pagamenti in bitcoin e che i cittadini potranno pagare le tasse, le multe e saldare i propri debiti con la stessa criptomoneta. 

Le valute di El Salvador e i limiti della politica monetaria

L’8 giugno 2021, l’assemblea legislativa di El Salvador ha approvato la Ley Bitcoin, che stabilisce il funzionamento della criptovaluta come moneta legale del Paese. Dopo la proposta del presidente Bukele riguardante l’introduzione della legge, la sua forte maggioranza in assemblea legislativa e il suo controllo delle istituzioni giudiziarie gli hanno permesso di arrivare molto velocemente alla legalizzazione della criptomoneta. La conseguenza inaspettata è che il Paese  si trova oggi ad avere effettivamente due monete: il dollaro e il bitcoin.

El Salvador si definisce ‘dollarizzato’ in quanto una valuta straniera, il dollaro, è stato adottato come moneta ufficiale nel 2001, sostituendo il colón salvadoregno. La ragione a sostegno di questo processo è stata quella di attirare investitori stranieri con una moneta più stabile e che non necessitasse conversioni, fomentando così la crescita economica. Tuttavia, i dati evidenziano come la misura sia stata inefficace e la crescita del PIL salvadoregno sia stata limitata dopo l’adozione del dollaro, passando da 1,1% del 2000 a solo 2,4% nel 2019. Per attirare investimenti stranieri, infatti, gli elementi da tenere in conto sono diversi oltre alla moneta: stabilità politica ed economica, corruzione, incentivi sugli investimenti e tassi di criminalità. Fattori che purtroppo non favoriscono El Salvador come meta ideale per gli investimenti esteri diretti (IED).

Lo Spiegone

Fonte: Banca Mondiale

Dall’altro lato, il prezzo da pagare per la dollarizzazione è stato alto. Adottando il dollaro, El Salvador ha perso la possibilità di attuare politiche monetarie per influenzare il proprio andamento economico. Ciò significa che, in caso di inflazione, le autorità monetarie di El Salvador non possono ridurre l’offerta della moneta per abbassare i prezzi o aumentarla per incoraggiare la crescita economica. Come spiega il trio inconciliabile in teoria economica, infatti, il regime di cambio fisso adottato nel caso salvadoregno con la dollarizzazione, combinato alla perfetta mobilità dei capitali, implica l’impossibilità di eseguire una politica monetaria autonoma. L’unico strumento in mano al governo rimane la politica fiscale, ovvero la possibilità di aumentare la spesa del governo e abbassare le tasse o viceversa.

L’arrivo dei bitcoin come moneta legale ha cambiato le carte in gioco. Oggi El Salvador ha ufficialmente due valute, il che permette al Paese centroamericano di ridurre la propria dipendenza dalla riserva federale degli Stati Uniti (FED). L’autonomia guadagnata è però minima, dato che la decentralizzazione del bitcoin non permette di modificarne l’offerta. Questa è limitata e aumenta a un ritmo regolare ma decrescente con un tetto finale previsto a 21 milioni di bitcoin attorno all’anno 2140.

Le ragioni che hanno portato all’adozione dei bitcoin

L’introduzione a corso forzoso dei bitcoin rappresenta un esperimento divisivo, i cui risultati potrebbero influenzare pesantemente le politiche di altri Paesi della regione che hanno già intrapreso alcuni passi verso l’utilizzo ‘pubblico’ delle criptovalute, come il Venezuela o Cuba. A El Salvador, le ragioni dettagliate dal presidente Bukele a sostegno di questa misura sono principalmente tre: riduzione delle commissioni sulle rimesse, gli incentivi per gli investimenti stranieri che renderebbero il Paese un “porto sicuro” per i cripto-investitori e la semplificazione nella gestione online delle finanze personali.

Le rimesse, ovvero le transazioni economiche effettuate dai salvadoregni emigrati all’estero verso il proprio Paese per sostenere i propri cari, sono molto costose. Nel mondo, le commissioni richieste dai servizi di trasferimento arrivano al 6,38%, ma quelle dagli Stati Uniti a El Salvador ammontano mediamente a 2,85%. In ogni caso, in uno Stato in cui le rimesse costituiscono circa il 20% del PIL, si tratta di cifre consistenti che gravano direttamente sui cittadini, spesso già molto poveri. Secondo Bukele, la gratuità e immediatezza delle transazioni in bitcoin porterebbero a un risparmio di oltre 450 milioni di dollari all’anno. 

Tuttavia, le previsioni del presidente sembrano essere irrealistiche. Quest’ultime non tengono conto del fatto che gli expats non ricevono i loro stipendi in bitcoin, di conseguenza devono prima convertirli nella criptovaluta a seconda del cambio e delle commissioni proposte dai vari service-provider. Allo stesso modo, una volta ricevuta la somma in bitcoin dal Paese estero, molti cittadini preferiscono riconvertirli nuovamente in dollari e gli attuali ATM installati a El Salvador richiedono anch’essi una commissione del 5%. Secondo una stima della Johns Hopkins University, il trasferimento delle rimesse in bitcoin porterebbe in realtà a un aumento dei costi rispetto ai metodi tradizionali.

Per quanto riguarda l’attrazione di investimenti esteri, è ancora presto per giungere a conclusioni. Se da un lato è molto probabile che i cripto-investitori siano attratti dal Paese, l’esperimento della dollarizzazione ricorda la necessità di agire prima su altri parametri strutturali quali la criminalità e la corruzione per attirare IED strutturali. Le manovre autocratiche di Bukele degli ultimi mesi, che seguono il trend democratico negativo della regione centroamericana, non fanno altro che aumentare ulteriormente il rischio di instabilità politica di El Salvador disincentivando potenziali investitori.

Infine, la semplificazione delle transazioni e della gestione delle finanze personali sembra essere il beneficio maggiore della criptomoneta, in un Paese dove a volte è necessario viaggiare per ore prima di raggiungere gli uffici dell’amministrazione locale. Da tenere in conto però è che il funzionamento dei bitcoin richiede almeno uno smartphone e un accesso stabile a internet, mentre la digitalizzazione nel Paese centroamericano continua ad arrancare. Ad oggi, solo il 50% dei salvadoregni registra il possesso di una connessione wi-fi nella propria abitazione.

Bitcoin come moneta nazionale, un problema di volatilità

Tra le maggiori contraddizioni della criptomoneta, che sul lungo periodo si propone come alternativa alla dipendenza dall’attuale sistema finanziario mondiale, c’è la sua volatilità. Per volatilità si intende la variazione percentuale nel tempo del valore economico di un qualsiasi strumento finanziario, sia esso un asset o una valuta. Nel caso dei bitcoin, le sue grandi oscillazioni nel corso degli anni ne rappresentano una caratteristica fondamentale che si è evidenziata anche nel giorno ufficiale del lancio dei bitcoin a El Salvador, passando da 52mila dollari a 45mila per bitcoin in un solo giorno. Considerando solo il 2021, dal 14 aprile al 25 giugno il valore per bitcoin si è dimezzato passando da 62mila dollari a 31mila. 

Questo è il motivo per cui molti esperti definiscono i bitcoin come un asset più che una moneta, dato che i suoi rapidi cambiamenti di valore non permettono di svolgere efficacemente le funzioni base di una moneta: unità di conto, metodo di pagamento e riserva di valore.

Le criptomonete e la criminalità organizzata

Il secondo importante problema riguarda un tema delicato per la regione centroamericana: la criminalità organizzata. La tecnologia blockchain dei bitcoin si basa su un sistema crittografato che registra tutte le transazioni. L’anonimato di chi le effettua è garantito e la sua identità non viene collegata a uno specifico movimento, o almeno così era in passato. Con l’evoluzione di questa tecnologia, i sistemi di sicurezza si sono anch’essi adeguati e la protezione dell’identità degli utenti è ormai più un mito che una realtà. Sebbene le transazioni in bitcoin non contengano nessun dato sensibile o informazione personale dell’utente che le effettua, oggi è ormai possibile collegare gli pseudonimi utilizzati a un’identità reale, rendendo il riciclaggio di denaro facilmente rintracciabile.

L’impatto ambientale dei bitcoin

Una delle questioni più trascurate riguardanti i bitcoin è il consumo energetico che richiede. L’impatto ambientale della criptovaluta è uno dei principali rischi citati dal Fondo Monetario Internazionale (FMI) e dalla Banca Mondiale (BM) nei loro report sull’adozione dei bitcoin come moneta, assieme all’instabilità macroeconomica e finanziaria. Il maggior dispendio energetico deriva dal mining, ovvero la periodica creazione dei bitcoin da inserire in circolo che richiede l’utilizzo di decine di migliaia di computer avanzati, consumando enormi quantità di energia elettrica. Secondo il Bitcoin Energy Consumption Index, il consumo di energia elettrica annuale derivato dall’utilizzo della criptomoneta equivale a quello dell’Egitto, mentre le emissioni annue di CO2 equivalgono a quelle della Colombia. 

La scarsa popolarità della nuova valuta

Dopo un’analisi economica, gli svantaggi dell’adozione dei bitcoin in un Paese come El Salvador sembrano superarne i benefici. Della stessa opinione è la comunità internazionale, specialmente il FMI e la BM, che potrebbero rappresentare un aiuto fondamentale per uscire dalla situazione finanziaria critica in cui si trova il Paese centroamericano, il cui debito è all’89% del PIL e che ha registrato un deficit del 10,1% nel 2020. Anche la popolazione sembra condividere la sfiducia verso i bitcoin, secondo un sondaggio della Camera di Commercio di El Salvador, più del 90% dei salvadoregni non vorrebbe essere obbligato ad accettare la criptovaluta come metodo di pagamento e l’82% preferirebbe continuare a ricevere le rimesse in maniera tradizionale. 

L’esperimento bitcoin come criptovaluta è nato come proposta per un sistema finanziario più semplice e inclusivo e la sua implementazione da parte di El Salvador sarà in grado di mostrarne sia i possibili benefici che i limiti. Considerando le recenti proteste della popolazione, il parere della comunità internazionale e i dati finora a disposizione, i primi passi non sembrano essere promettenti.

 

Fonti e approfondimenti

BBC. “Bitcoin: El Salvador divided over legal tender law”. BBC News Tech, 03/09/2021.

BBC Mundo. “Miles de personas protestan en El Salvador en la “mayor” marcha contra Bukele”. BBC, 16/09/2021.

Bitcoin Energy Consumption Index. Digiconomist 2021.

Dorfman Jeffrey. “Bitcoin Is An Asset, Not A Currency”. Forbes, 17/05/2017.

Hanke Steve, Hanlon Nicholas and Chakravarthi Mihir. 2021. “Bukele’s Bitcoin Bunder”. Johns Hopkins Institute for Applied Economics, Global Health, and the Study of Business Enterprise. SAE./No.185/June 2021.

Fürst Antilla. “Dentro le maras: il radicamento in America centrale”. Lo Spiegone, 17/06/2021.

Hayes Adam. “What Happens to Bitcoin After All 21 Million Are Mined?”. Investopedia, 28/02/2021.

Il Post. “Il grande giorno del bitcoin a El Salvador non è andato come sperato”. 08/09/2021.

Il Post. “Cosa significa che il bitcoin è moneta legale in El Salvador”. 09/06/2021.

Nagarajan Shalini. “Bitcoin anonymity is just a big myth – and using it to launder dirty money is stupid, a crypto ATM chief says”. Markets Insider, 13/06/2021.

Rosen, Jonathan D., and Hanna Samir Kassab. “Drugs, Gangs, and Violence. Cham: Palgrave Macmillan, pp. 24-28, 2019. 

Kemp Simon. “Digital 2021: El Salvador”. Datareportal, 11/02/2021.

The Economist. “Nayib Bukele is wrecking democracy in El Salvador. 11/09/2021.

The Economist. “Democracy is quickly eroding in Central America”. 28/08/2021

The World Bank (WB). 2021. “Remittance prices worldwide quarterly”. The World Bank Group, Issue 37.

The World Bank. “The World Bank In El Salvador”. 09/10/2020.

Webber Jude, Szalay Eva e Stott Michael. “IMF warns against using crypto as national currency ahead of El Salvador launch”. Financial Times, 03/08/2021.

 

Editing a cura di Elena Noventa

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