Il personaggio dell’anno: Li Qiang

Li Qiang
@China News Service - Remix di Matteo Savi - CC BY 3.0

Il XX Congresso del Partito comunista cinese (PCC), oltre al confermato presidente Xi Jinping, ha nominato i nuovi componenti della leadership della Repubblica Popolare Cinese (RPC). Proprio le nuove nomine hanno fatto molto discutere: una schiera di fedelissimi tra le più alte cariche del Partito, a dimostrazione dell’ulteriore accentramento di potere nelle mani di Xi. 

Tra questi, c’è Li Qiang, una sorpresa prima dell’annuncio ufficiale. Cresciuto politicamente sotto l’ala di Xi Jinping, Li, sembra essere il candidato perfetto per il ruolo di Primo ministro della RPC. Xi, infatti, è stato una costante nella carriera politica di Li Qiang e avere le giuste relazioni ha sempre rappresentato un vantaggio per l’avanzamento della sua carriera.

Li Qiang: dove tutto ebbe inizio

Nato a Rui’an, nella provincia del Zhejiang, il 23 luglio del 1959, Li Qiang, 63 anni, è stato segretario del PCC a Shanghai dal 2017 al 2022, nonché membro del Comitato centrale e del Politburo sempre dal 2017. Li ottenne la membership del PCC nel 1983, quando il Partito aveva già inserito tra le sue priorità la modernizzazione e le riforme economiche del Paese. 

La sua militanza politica cominciò nella contea natale di Rui’an, dove operò come funzionario per la Lega della gioventù comunista cinese (LGCC), diventando segretario della stessa nel 1984. Nel giro di pochi anni si fece strada tra la burocrazia locale e provinciale, fino a diventare governatore della provincia tra il 2013 e il 2016.

La sua carriera politica decollò nei primi anni Duemila, quando cominciò a lavorare sotto la direzione di Xi Jinping, allora Segretario del Partito a Shanghai. I meccanismi della politica interna cinese insegnano come l’avanzamento di carriera all’interno del PCC cominci dal basso e segua una crescita graduale: soltanto i funzionari capaci di distinguersi con il loro operato e con le giuste guanxi – il complesso sistema di relazioni che attraverso scambi di favori e reciprocità regola i rapporti interpersonali nella società cinese riescono ad avanzare. 

In questo senso, la metropoli asiatica è una chiave d’accesso privilegiata per accedere alle più alte cariche del PCC. Inoltre, il principio della “meritocrazia intra-partitica” – ovvero il grado di lealtà al pensiero del leader, in questo caso Xi – avrebbe ripagato l’esperienza accumulata con la promozione a un ruolo apicale tra gli organi di Partito.

La chiave d’accesso al potere

Una delle carte a favore di Li è l’aver ricoperto cariche di notevole importanza in province dall’alto peso politico ed economico come Zhejiang, Jiangsu e infine proprio Shanghai. Tra il 2004 e il 2007, Li è stato uno dei principali assistenti di Xi Jinping, essendo capo del personale del Comitato provinciale di Partito. 

Quando Xi è diventato leader della Repubblica popolare cinese, ha promosso Li a governatore del Zhejiang e in seguito a Segretario di Partito della provincia del Jiangsu, ricco territorio investito da numerosi scandali riguardanti leader provinciali. 

Come detto, Shanghai è spesso un trampolino di lancio per arrivare alle cariche più importanti del Partito, e alla luce delle nuove nomine definite dal Congresso, Li Qiang sembra essere il principale candidato a sostituire Li Keqiang – attuale Primo ministro della RPC. Questo nonostante non sia stato prima promosso vice-premier, come vorrebbe la tradizione. 

A differenza di Li Keqiang, il suo probabile successore non avrebbe né la stessa esperienza né la formazione in campo economico e finanziario. Li Qiang ha frequentato la Zhejiang Agricultural University, laureandosi in meccanizzazione agricola, per poi conseguire un master in business administration alla Hong Kong Polytechnic University (Università Politecnica di Hong Kong). 

Nonostante le sue esperienze con dirigenti di multinazionali e leader aziendali cinesi in alcuni degli hub commerciali più importanti del Paese, Li manca di esperienza lavorativa nel cuore della politica cinese: Pechino. Non essendo stato promosso vice-premier, Li non è familiare con compiti relativi alla supervisione del Consiglio di Stato, dei ministeri e del gabinetto cinese.

La gestione del Covid a Shanghai e il futuro di Li Qiang

Prima della sua elezione tra i sette uomini più potenti della Cina, il nome di Li Qiang aveva attirato l’attenzione per la cattiva gestione dell’emergenza sanitaria da Covid-19 a Shanghai. Cittadini e cittadine di uno dei centri nevralgici della RPC hanno protestato a lungo contro le misure adottate durante il lockdown nell’ambito della politica “Zero Covid”, che hanno paralizzato la città per oltre due mesi e determinato serie problematiche, a cominciare dalla carenza di cibo. 

Tuttavia, nonostante la disastrosa gestione del Covid-19 a Shanghai, Li Qiang è stato elevato tra i “sette uomini più potenti della Cina”. Per decenni il patto sociale tra il Partito e la popolazione è stato quello di lasciare la politica in mano al Partito, che in cambio avrebbe garantito competenza e crescita economica. Con la nomina di Li, la retorica della meritocrazia intrapartitica sembra essersi smontata. 

Il paragone con Li Keqiang sarà inevitabile, ma Li è considerato principalmente come un fedele esecutore del Pensiero di Xi Jinping. Per darne un’idea, Li rientra nel cosiddetto “Nuovo esercito del Zhejiang”, una cerchia composta da ex colleghi di Xi Jinping durante il suo mandato nello Zhejiang. 

Nel caso venisse confermato come numero due della RPC, sarebbe il primo premier cinese dal 1976 a ricoprire una carica saltando un gradino nella tradizionale ascesa interna al PCC. La mancanza di esperienza lo legherà indissolubilmente a Xi Jinping, mettendolo nella condizione di agire sotto il suo diretto consiglio. 

 

Fonti e approfondimenti

 

Verna Yu, “Who is Li Qiang, the man poised to become China’s next premier”, The Guardian, 24 ottobre 2022 

Simon Lepatre, “Xi Jinping loyalist Li Qiang to become Chinese premier”, Le Monde, 25 ottobre 2022

 

Editing a cura di Emanuele Monterotti

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