La scorsa domenica, a San Paolo, più di 100.000 sostenitori dell’ex presidente brasiliano Jair Bolsonaro si sono radunati in un’enorme manifestazione pubblica. Una vera e propria prova di forza, dove Bolsonaro ha voluto mostrare quanto ancora fosse ampio il sostegno nei suoi confronti, nonostante le inchieste giudiziarie che potrebbero condannarlo.
Le inchieste
Le inchieste riguardano il suo presunto coinvolgimento nel tentativo di sabotaggio delle elezioni presidenziali dell’ottobre 2022. Bolsonaro aveva perso al ballottaggio contro l’attuale presidente del Brasile, il leader della sinistra Lula.
Bolsonaro ha tenuto un discorso di circa 20 minuti in cui si è difeso, respingendo le accuse che gli vengono mosse. Ha anche attaccato i suoi avversari e la Corte Suprema brasiliana, negando che lui e i suoi sostenitori abbiano tentato un colpo di Stato.
“Ciò che cerco è la pacificazione, è cancellare il passato” ha detto, aggiungendo che “si tratta di cercare un modo per vivere in pace e riportare la situazione sotto controllo”. Il leader ha chiesto l’amnistia per i suoi sostenitori “che sono incarcerati a Brasilia” per i disordini dopo le elezioni.
Dalle piazze alle accuse
L’8 gennaio 2023, dopo l’annuncio della vittoria di Lula, migliaia di sostenitori di Bolsonaro si sono riversati nelle strade di Brasilia per occupare il Parlamento, la Corte suprema e la sede della presidenza.
Ci sono volute alcune ore prima che l’esercito e la polizia riuscissero a riportare la situazione sotto controllo. Bolsonaro è in seguito partito alla volta degli Stati Uniti, senza partecipare al processo di passaggio dei poteri.
Due settimane fa, la polizia federale brasiliana si è presentata a casa di Bolsonaro e di alcuni dei suoi collaboratori, tra cui l’ex capo della marina brasiliana, il consigliere per la sicurezza nazionale e i ministri della difesa e della giustizia. Le autorità hanno accusato il gruppo di aver complottato per un potenziale colpo di Stato, procedendo al ritiro del passaporto.
I parallelismi con gli Stati Uniti
I documenti del tribunale suggerirebbero che Bolsonaro abbia modificato personalmente un decreto per ribaltare i risultati elettorali e imprigionato un giudice della Corte Suprema. Inoltre, un generale a lui fedele, aveva in quell’occasione confermato all’allora presidente che avrebbe fornito le truppe necessarie per portare a termine il colpo di stato.
Bolsonaro avrebbe anche esercitato pressioni sul suo gabinetto affinché propagasse disinformazione sulle presunte debolezze del sistema elettorale brasiliano. Una situazione parallela a quella vista negli Stati Uniti il 6 gennaio 2021 a Capitol Hill e in seguito da parte di Donald Trump, con il quale Bolsonaro si è incontrato molte volte durante il suo esilio in Florida.
Il possibile ruolo di Washington
Il colpo di Stato non avrebbe avuto successo in parte a causa delle divisioni all’interno delle forze armate brasiliane e in parte alle pressioni che sembrano essere giunte da Washington.
Secondo Foreign Policy, l’amministrazione Biden nel corso del 2021 aveva iniziato una campagna sull’esercito brasiliano. Le più importanti istituzioni politiche e di intelligence degli USA avrebbero minacciato che, se non fossero stati rispettati i risultati elettorali, il Brasile sarebbe stato isolato a livello internazionale e ci sarebbe stato un declassamento della cooperazione in materia di sicurezza.
Un paese polarizzato
La manifestazione del 25 febbraio ha dimostrato quanto Bolsonaro sia ancora politicamente forte, in un Brasile che continua ad essere polarizzato anche a causa del continuo inasprimento dello scontro politico.
Decine di legislatori e alcuni governatori statali hanno partecipato al raduno, manifestando la loro vicinanza e fedeltà all’ex presidente. A Bolsonaro è già stato impedito tramite una sentenza di condanna per abuso di potere e diffusione di informazioni false di candidarsi fino al 2030.
Eppure, con l’avvicinarsi di diversi appuntamenti elettorali, i candidati si sono già divisi fra i due leader, Lula e Bolsonaro.
Fonti e approfondimenti
Stuenkel, O., How U.S. Pressure Helped Save Brazil’s Democracy, Foreign Policy, 20/02/2024
Staff and agencies, Jair Bolsonaro: tens of thousands attend rally in support of Brazil’s former president, The Guardian, 26/02/2024
Naim, M., The Pro-Bolsonaro Riot Is Part of a Global Contagion, Politico, 13/01/2023
Schiera, L., Presidenziali 2022 in Brasile: la campagna elettorale di Lula e Bolsonaro, Lo Spiegone, 26/10/2022
Zito, G., Il Brasile al voto: Lula e Bolsonaro si sfidano in un clima di violenza, Lo Spiegone, 01/10/2022