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Che cos’è la Transnistria

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Immagine generata con supporto AI © Lo Spiegone CC BY-NC

Un lembo di terra grande 3 volte e mezzo l’area di Roma, chiuso tra la Moldavia orientale e l’Ucraina sud-occidentale. L’autoproclamata Repubblica di Transnistria è un’entità separatista filorussa che copra circa 4.160 chilometri quadrati di territorio della Moldavia, il 12% del totale. 

L’enclave, dove ancora pullulano simboli dell’Unione sovietica, ospita circa 400 mila persone, prevalentemente di lingua russa, anche se il governo di Chisinau riferisce che 360 mila di loro siano cittadini moldavi. 

La presenza di Mosca

La presenza di Mosca nel territorio non si limita ai cittadini. Circa 1.500 soldati russi si trovano nel Paese, tecnicamente a protezione della base militare del villaggio di Cobasna. Qui sono immagazzinate armi di epoca sovietica che potrebbero rivelarsi fondamentali in un eventuale allargamento del conflitto ucraino. 

All’inizio del 2022, una serie di esplosioni che colpirono anche le torri radio della Transnistria sollevarono il timore che il presidente russo, Vladimir Putin, avesse intenzione di portare la guerra in Moldavia. Un timore accentuato a febbraio 2023, quando il Cremlino scelse di revocare il decreto del 2012 che aveva tra gli obiettivi la “soluzione del problema della Transnistria” basandosi “sul rispetto della sovranita’ e dell’integrita’ territoriale” della Moldavia. 

Un anno dopo, il governo di Tiraspol ha lanciato un nuovo allarme appellandosi alla Russia affinché la protegga da quella che chiama coercizione economica da parte del governo filo-occidentale della Moldavia “dato che più di 220.000 cittadini russi risiedono in Transnistria”. 

Una storia recente

Dopo la fine della Seconda guerra mondiale, l’Unione sovietica creò quella che venne ribattezzata la Repubblica Socialista Sovietica Moldava. Lo fece unendo la regione del Dnestr (fiume che scorre in Moldavia e Ucraina), prevalentemente di lingua russa e un tempo parte autonoma dell’Ucraina, e la vicina regione della Bessarabia, che aveva fatto parte della Romania dal 1918 al 1940. 

Quando il castello socialista cominciò a crollare, scoppiò la paura per il crescente nazionalismo moldavo e per una possibile riunificazione con la Romania. Ad aggravare la situazione ci fu una legge del 1989 che rese il moldavo lingua ufficiale. La questione linguistica continua a essere pregnante. Sebbene sia dominata da persone di lingua russa, circa il 40% della popolazione della Transnistria ha come prima lingua il moldavo, che è praticamente identico al rumeno.

La fine dell’Urss

Nel 1990 la Transnistria si dichiarò indipendente in modo unilaterale con un referendum che ottenne quasi il 90% delle preferenze: era il preludio della guerra. Le autorità di Tiraspol rivendicavano di essere il vero Stato moldavo. Per questo, quando nel 1991 la Moldavia divenne indipendente dall’Unione sovietica, inserendo tra i suoi possedimenti anche il territorio della repubblica separatista, il conflitto divampò. 

Le forze paramilitari della Transnistria presero il controllo delle istituzioni pubbliche moldave della zona nel 1991 e i combattimenti si intensificarono. Nei primi mesi del 1992 scoppiò una vera e propria guerra lampo culminata con una una battaglia sulla riva destra del Dnestr nel giugno 1992. Tiraspol, con il determinante aiuto dei russi, sconfisse Chisinau in un conflitto che provocò fino a 700 vittime. 

Il cessate il fuoco venne mediato da Mosca, con la conseguente formazione di forze di peacekeeping con contingenti misti di Moldavia, Russia e Transnistria. La tregua raggiunta nel luglio del 1992 stabilì de facto non solo la separazione dei due Paesi, ma anche la permanenza di circa 1.500 soldati russi. Nessun membro delle Nazioni Unite ha riconosciuto l’indipendenza della Transnistria, nemmeno la Russia. 

Il Cremlino, un ostacolo alla pace?

La Russia non ha mai allentato la sua presenza nell’area e ha continuato a influire sulla politica della Transnistria. L’Occidente è preoccupato per l’arsenale dell’era sovietica custodito nel territorio, il cui ritiro – iniziato nel 2001 – venne interrotto quando la Transnistria bloccò l’invio di armi. 

I colloqui supervisionati dall’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (OSCE), Russia e Ucraina non hanno portato a una soluzione politica. Nel 2004, il piano mediato da Mosca che avrebbe reso permanente la presenza delle truppe russe scatenò proteste di massa in Moldavia. Per poi essere accantonato.

Nel 2006 si svolse un referendum in Transnistria con il quale il territorio riaffermò la volontà di indipendenza e la successiva unione con la Russia.

Fonti e approfondimenti

Bloomberg, “Blasts Hit Radio Towers in Moldova Enclave Backed by Russia”, 26 aprile 2022

Dzemianchuk, Y., “Uno Stato che non c’è: la Transnistria”, Lo Spiegone, 6 marzo 2019

Euronews, “Moldovan breakaway region seeks Russia’s help amid escalating tensions with pro-Western government”, 28 febbraio 2024

European Parliament. 2012. The Transnistrian Issue: Moving Beyond The Status-Quo 

The Guardian, “Transnistria appeals to Russia for ‘protection’, reviving fears for Moldova breakaway region”, 29 febbraio 2024

Vilcu, I. & Quinn, A. “Why Moldova’s Breakaway Transnistria Region Is Asking Russia for Protection”, Bloomberg, 29 febbraio 2024



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