Dopo la prima edizione, Fuoricampo ritorna per accendere una piccola luce sulle periferie del mondo. Non una dimensione geografica, ma una barriera culturale che rischia di oscurare le voci alternative, che dal nostro isolato all’angolo più remoto del Pianeta rimangono avvolte in un silenzio senza soluzioni di continuità.
Nel 2022, abbiamo posto al centro del festival l’emergenza climatica, declinata dalla prospettiva del Sud globale. Per quest’anno, abbiamo voluto concentrarci su un altro tema che ci sta a cuore. Gli incontri, pur trattando tematiche differenti, seguiranno un filo comune: il racconto come chiave di lettura, il racconto come mezzo per porsi le giuste domande.
I giornalisti fin qui hanno raccontato il mondo, ora si tratta di trasformarlo! Ma se le nuove prospettive della professione e il suo significato profondo fossero in radicale controtendenza rispetto all’universo digitale? Rallentare l’informazione potrebbe essere un gesto rivoluzionario.
Rivendicazioni delle donne: di genere, di classe e non solo. Negli ultimi anni, i diritti dell’altra metà del cielo sono tornati sotto attacco, a livello internazionale e anche nel nostro Paese. Eppure, ricerche ed esperienze di partecipazione dal basso mostrano che un’alternativa è già possibile. E realizzabile, a partire dalla nostra quotidianità.
Non tutto scorre: i flussi migratori sono uno degli specchi più fedeli dei cambiamenti globali, ma in più di una regione l’incertezza rappresenta una finta novità. Come unire i tanti punti di rottura e quali fili tracciare per comprendere l’evoluzione degli equilibri geopolitici?
Rappresentazione teatrale a cura di Le recensioni non richieste
L’entusiasmo generato dal World Wide Web sembra definitivamente essersi spento. I social media, sempre più associati a forme di controllo egemonico degli utenti, sono l’emblema di questo crescente pessimismo. Viaggiando nella comunicazione tra Italia e Repubblica popolare cinese, è però possibile trovare inaspettate chiavi di lettura.
I grandi sconvolgimenti a livello internazionale hanno determinato un profondo arretramento per i diritti umani. Forse non c’è area più rappresentativa dei fallimenti della profetica “fine della storia” dell’area mediorientale, dove minoranze organizzate mantengono il potere su maggioranze sofferenti. Ma in lotta.
Gaze Collective e Alessandra Oodrah presenteranno i progetti fotografici “Triland”, “Irpin” e “Aida”, che saranno esposti per tutta la durata del Festival presso Lucha y Siesta.