Esistono nel mondo 157 triplici frontiere: i punti esatti di terraferma in cui tre confini di tre diversi Paesi si incontrano. Una di queste unisce l’Italia alla Slovenia e all’Austria. I territori attorno ai confini sembrano essere figli dello stesso luogo: un unico mondo sospeso. Triland è un progetto che vuole raccontare la forza della contaminazione e sensibilizzare all’abbattimento di “muri”, fisici e concettuali. Un’indagine che dichiara quanto le frontiere non servano a dividere, bensì ad aprirsi con più sicurezza.
Edifici lacerati e finestre sfondate, come giganti di carne ed ossa, da cui fuoriescono le viscere ferite di un’anima colpita nel suo profondo. Si presenta così Irpinski, il distretto martoriato dai colpi dell’artiglieria e dai bombardamenti. Tra le vie dei palazzi o seduti alle panchine di un giardinetto, capita di rincontrare gli abitanti, che con lo sfondo dello spettro delle loro vite distrutte cercano di farsi forza a vicenda. Celati a volte da uno sguardo e un sorriso, sono ancora vividi i traumi appena vissuti.
Oggi gli immigrati di origine filippina in Italia sono oltre 150 mila e rappresentano la sesta comunità extra europea più grande in Italia. Il flusso parte negli anni ’70, quando a causa della grave crisi economico-finanziaria che investì le Filippine dopo la Seconda Guerra Mondiale, un’ondata di donne si sposta in Italia per ricoprire ruoli di lavoratrici domestiche e collaboratici familiari. Aida, originaria di un villaggio rurale a nord delle Filippine, è tra queste. Nell’agosto del 2023, Aida torna a casa dopo tredici lunghi anni nei quali non ha mai visto la sua terra e le sue sorelle.