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Francia 2017: I candidati a confronto sulle politiche sociali

Il 23 aprile si avvicina, il primo turno delle presidenziali francesi vedrà sfidarsi 11 candidati alla carica di Presidente della Repubblica. Sono circa 45 milioni gli aventi diritto al voto. Il presidente uscente è Francois Hollande, entrato a Palais de lÉlysée nel 2012. Gli ultimi cinque anni pesano sullo spirito dei francesi, essendo stati densi di avvenimenti che hanno confuso e scioccato il mondo intero; di certo l’Europa, ma senza dubbio, in primo luogo, la repubblica d’oltralpe.

Ad ogni modo, la campagna per eleggere il nuovo capo dello Stato è iniziata e si trova ora nella fase apicale. Questa sera si terrà il primo dibattito televisivo tra i cinque candidati principali e per la prima volta i candidati si troveranno faccia a faccia. Il 23 aprile si terrà il primo turno e se nessun candidato raggiungerà più del 50% dei voti si andrà al ballottaggio tra i due più votati.

Oggi mettiamo a confronto le posizioni dei candidati su tematiche sociali. Occupazione, immigrazione, educazione e “politique de la ville” ovvero gestione delle città e delle periferie.

OCCUPAZIONE

Fillon

Fillon vuole marcare la fine dell’epoca socialista andando a demolire uno dei frutti più impopolari dell’uscente governo socialista, la riforma del lavoro. Il candidato dei repubblicani ha intenzione di riscrivere le oltre 3000 pagine della loi travail. Fillon vuole allungare l’orario di lavoro settimanale, il più basso in Europa con 35 ore settimanali, aumentare l’età pensionabile a 65 anni e ridurre le tasse sulle imprese e sui più ricchi. Contemporaneamente Fillon promette un taglio netto della tassazione sui redditi medi.

Le Pen

Fissare l’età della pensione a 60 anni, mantenere le 35 ore di lavoro settimanali, tassazione elevata per chi delocalizza e taglio delle tasse sui redditi più bassi. Le politiche sociali e di occupazione sono presentate come una difesa dei valori della patria. Promuovere gli affari e l’economia francese, difendere questa dalle intromissioni estere (immigrati compresi) e dalle prepotenze europee. Per fare ciò la Le Pen vuole introdurre una tassazione extra sui lavoratori stranieri. Marine Le Pen inoltre vuole mantenere la “ISF”, la tassa sui redditi elevati. I settori in cui Le Pen investirebbe sono la difesa e la giustizia. Nelle proposte di questa tornata c’è l’aumento degli organici in polizia e la creazione di 40’000 nuovi posti nelle carceri.

Macron

Per quanto riguarda l’occupazione e il mondo del lavoro Macron propone di contrastare la disoccupazione con un programma di bonus e sussidi.

Da un lato agricoltori, lavoratori indipendenti e impiegati che abbandonano il loro lavoro sono i beneficiari dei bonus. I disoccupati non sono beneficiari dei sussidi se rifiutano più di due offerte di lavoro, nello specifico offerte che offrano salari iniziali non inferiori del 20% rispetto al salario precedente. Ad esempio un disoccupato che precedentemente guadagnava 1000 euro al mese accettando un  contratto da 800 euro al mese sarebbe beneficiario dei sussidi. Se il disoccupato però rifiutasse l’offerta rimarrebbe disoccupato e senza sussidio.

Macron vorrebbe investire anche su più corsi di formazione forniti dallo stato per aumentare le competenze dei lavoratori dei diversi settori. Altre misure includono maggiore libertà per le compagnie nel negoziare accordi riguardanti orario di lavoro e retribuzione. Una maggiore flessibilità secondo l’ex ministro porterebbe la disoccupazione a scendere. Inoltre il giovane candidato promette di non cambiare l’età pensionabile (attualmente 62 anni). Propone anche di applicare regole comuni tra pubblico e privato per quanto riguarda il pensionamento. Attualmente sono 35 le varie tipologie di pensionamento, lui vuole unirle in una sola tipologia.

Hamon

Interventi sociali a sostegno dei più deboli, orario di lavoro a trentadue ore, una tassa per le aziende che fanno lavorare i robot. “Dobbiamo immaginare risposte nuove, riflettere sul mondo per com’è e non per com’era”. La campagna di Hamon sul lato del lavoro si concentra sulla proposta di eliminare la “Loi Travail” e marcare così la distanza dall’ala uscita sconfitta del Partito Socialista. Si impegnerà, se eletto, ad assumere quarantamila insegnanti. 

Hamon ha sicuramente il merito di aver introdotto il dibattito sul reddito di cittadinanza in Francia. Il suo piano per il reddito di cittadinanza da estendere a chiunque, lavoratore o meno, si articola in diversi passaggi da compiere in un lasso di tempo esteso.

Melenchon

La proposta principale di Melenchon è quella dell’aumento del 20% del salario minimo, portando la cifra a €1700. Anche Melenchon è a favore dell’abrogazione della Loi Travail.

IMMIGRAZIONE

Fillon

Il conservatorismo di Fillon si manifesta anche nella sua visione dell’Islam. Si definisce difensore dei valori tradizionali francesi e vuole limitare innanzitutto l’immigrazione e promulgare una legislazione molto restrittiva riguardo le minoranze e le pratiche religiose islamiche. Ma Fillon si distacca da Marine Le Pen in quanto la sua è una azione pratica e poco simbolica, lo vediamo ad esempio nel modo in cui i due si pongono riguardo ai simboli, ad esempio Fillon a differenza di Le Pen non è interessato al divieto del Burqua. Fillon è contrario allo ius soli.

Le Pen

Il programma di Marine le Pen si basa molto sull’immigrazione e l’identità nazionale, il successo della campagna è dovuto in larga parte alle sue dichiarazioni su tematiche quali Islam, immigrazione, lavoro e sicurezza. Il tutto sotto lo slogan “France First”.

Per la candidata le deportazioni dovrebbero essere facilitate mentre gli ingressi resi impossibili. Sui temi sociali è indubbio che l’immigrazione rappresenti la parte maggiormente pubblicizzata e sulla quale la campagna poggi, grazie alla classica impostazione sul tema la Le Pen costruisce da sempre il suo nucleo di consensi.

“Votare per l’abolizione delle leggi che consentono la regolarizzazione degli immigrati irregolari. Questo è l’interesse delle Francia da difendere insieme alla sua autorità e ai principi elementari della giustizia”. Così come nel programma del 2012 la proposta è di diminuire drasticamente il numero di accessi legali a 10’000 ogni anno. Marine Le Pen e il Front National vogliono inoltre eliminare tutti quei provvedimenti definiti scandalosi come ad esempio l’assistenza sanitaria gratuita agli immigrati irregolari. L’uscita dall’area Schengen e la ripresa del controllo delle frontiere sono uno dei mezzi fondamentali per assicurare un controllo dell’immigrazione nel paese.

La cittadinanza secondo Le Pen e il Front National dovrebbe scaturire solo dalla filiazione, con poche eccezioni per quanto riguarda la naturalizzazione che può funzionare solo qualora il candidato dimostri di aver assimilato i valori Francesi e repubblicani. Legata al discorso anti-Islam è la proposta di cancellare la doppia cittadinanza e la cittadinanza automatica francese. Il discorso della nazionalità affiancato alla cittadinanza si riflette in molte altre proposte come la perdita di cittadinanza per coloro che non rispettano le leggi (stranieri con cittadinanza francese) e rimpatrio per gli stranieti che commettono crimini in Francia. La politica del “France first” si deve applicare anche al mondo del lavoro, della previdenza sociale, degli alloggi, della scuola e ogni ambito di competenza pubblica.

Marine Le Pen è contraria allo ius soli.

Macron

Per Macron un’Europa unita è la risposta sia alla lotta al terrorismo che per affrontare i flussi migratori. Pensa che la vera sovranità non sia nazionale, ma europea e che chiudere le frontiere per proteggere la Francia dai rischi della globalizzazione (come propone Le Pen) sia un’ingenuità. Pensa anche che il problema sia semmai una cooperazione troppo debole tra membri dell’Unione Europea. Lo spazio Schengen va difeso e vanno approvate misure per far funzionare meglio la gestione dei flussi di persone da un paese all’altro.

Hamon

Hamon vuole una politica generosa di accoglienza dei migranti, ma soprattutto vuole eliminare il problema dell’immigrazione irregolare. La risposta al problema per il candidato socialista è un visto umanitario, una regolamentazione del fenomeno immigrazione che porti a una gestione più sicura del fenomeno. Importanti, per Hamon, sono anche i maggiori investimenti da stanziare per la gestione dell’immigrazione.

Melenchon

Nelle sue dichiarazioni Melenchon afferma che il problema va risolto a monte. Per far cessare il flusso sempre maggiore di migranti bisogna innanzitutto spegnere uno ad uno i focolai di guerra e di miseria che portano questi a scappare dai loro paesi.

EDUCAZIONE

Fillon

“Perché il nostro paese sia efficiente e competitivo – spiega il candidato repubblicano – deve avere un sistema educativo che promuove i valori di eccellenza e di merito, contro l’egualitarismo a tutti i costi promosso dalla sinistra“. Fillon propone l’introduzione di programmi scolastici riorientati sui fondamentali (lettura, scrittura, calcoli matematici), una maggiore apertura al mondo (attraverso il rafforzamento dell’insegnamento dell’inglese e l’introduzione dell’apprendistati), la valorizzazione dell’autorità, della fatica, del trasferimento delle conoscenze, la maggiore autonomia delle scuole, un livello di preparazione, di presenza e di remunerazione più alto per gli insegnanti, un coinvolgimento più attiva dei genitori nella comunità scolastica.

Le Pen

Le Pen stringe le maglie del Front National, nonostante il suo tentativo di aprire a posizioni più moderate il partito e accogliere un maggior numero di elettori non estremisti. Chiedere un contributo economico agli stranieri per il sistema scolastico è una cosa che accade in molti paesi del mondo” ha spiegato enunciando uno dei punti del suo programma elettorale. La Francia spende in media 6.917 euro all’anno per uno studente di scuola primaria, secondo quanto riportano i dati del Ministero della Pubblica Istruzione (una spesa che colloca Parigi al secondo posto Ue, dietro la Germania con 7.579 euro).

Macron

L’educazione è un tema molto caro a Macron. Secondo il candidato: “la Francia è diventato un Paese dove i risultati scolastici dipendono più dalla provenienza sociale dei genitori”. La “scuola repubblicana”, un tempo vanto della Francia egalitaria, è diventata il maggiore strumento della riproduzione delle élite e per riformarla Macron propone, tra le varie misure, di dimezzare il numero degli allievi nelle classi elementari dei quartieri difficili, impiegando a questo scopo 12 mila insegnanti che saranno pagati di più. Tra le proposte c’è anche l’aumento di libertà, per docenti e presidi, nella scelta di programmi e modelli d’insegnamento.

Hamon

Sull’educazione Hamon ha proposto diversi interventi: Il miglioramento delle condizioni di lavoro dei docenti e un piano nazionale di formazione professioanale continua. La creazione di un nuovo servizio pubblico per l’infanzia, lo sviluppo e il consolidamento delle classi socialmente miste e un servizio nazionale di sostegno scolastico. Deve essere ampliato il rapporto fra giovani e mondo del lavoro, sempre parlando di lavoro propone l’assunzione di 40’000 insegnanti e la sistemazione definitiva di supplenti e precari nel mondo della scuola.

Melenchon

Melenchon propone di costruire una nuova scuola, la scuola dell’uguaglianza. In 12 punti riassume le sue proposte:

Costruire una scuola con più eguaglianza, garantendo un accesso gratuito all’educazione. Costruire un servizio pubblico di educazione, a livello nazionale, per garantire l’accesso all’educazione ovunque: dalla città, alla periferia, alla Francia rurale. Bisogna scardinare la logica della competizione nelle scuole e far si che l’apprendimento sia di gruppo e non individuale. Lo Stato deve investire nell’insegnamento professionale aumentando del 50% i fondi destinati a tale settore. Rendere inoltre obbligatoria dai 3 anni la scuola materna.

I docenti dovranno avere accesso a corsi di formazione migliori, proprio la formazione degli insegnanti secondo Melenchon va riformata portando a livelli maggiori la preparazione dei docenti. In conclusione, la sinistra propone di aumentare gli investimenti statali nel settore dell’educazione dall’attuale 5,6% del PIL al 7%.

ALLOGGI, CITTA E PERIFERIE

Fillon

FIlon propone un programma nazionale d’intervento a favore della riqualificazione dei centri storici, portando avanti una defiscalizzazione per le attività che si instaurano nei centri in abbandono, tale misura è secondo il candidato inevitabile per evitare la desertificazione dei centri storici rurali e cittadini. In generale Fillon propone di continuare sulla strada intrapresa nel 2004 con la rinnovazione urbana, che ha portato buoni risultati ma va migliorata. Punto essenziale del discorso urbanistica è il collegamento con il lavoro: bisogna incitare i dipendenti a trasferirsi nei centri storici e i liberi professionisti a installare lì le loro attività.

Le Pen

La candidata del Front National vuole disarmare le banlieues, ristabilire la certezza del diritto e la presenza dello Stato in quei quartieri che ospitano bande di delinquenti e attività illegali. Contemporaneamente Marine Le Pen propone una re-industrializzazione che veda protagonisti le imprese e lo Stato per far correre l’economia reale a discapito di quella finanziario-speculativa.

Macron

Facilitare i servizi di alloggiamento per i giovani, rendere più facile investire nel settore immobiliare. Unire mercato e bisogni dei cittadini, specie quelli con necessità urgenti di trovare casa. Bisogna, secondo Macron, rimettere in piedi i quartieri poveri delle città. Per farlo e per mantenerli in buono stato bisogna innanzitutto emanare nuove leggi che rendano impossibili gli abusi edilizi. Per quanto riguarda le banlieues il candidato parla di “Emplois francs”. Alle aziende che assumono un abitante di un quartiere critico lo stato verserà un premio di 15’000 euro in tre anni.

Hamon

Il candidato socialista intende stanziare un miliardo di euro in nuovi alloggi popolari, facendo sborsare metà della somma ai privati attivi nel mercato HLM “Habitation à Loyer Modéré” (alloggi a prezzo controllato) e metà allo Stato. Inoltre vuole alzare la percentuale degli introiti che queste società versano alle casse comunali dal 25% al 30%

Melenchon

Melenchon propone di investire 18 miliardi di euro per la costruzione di 200 mila nuovi alloggi e per ristrutturarne 700 mila. Nel grande piano proposto dal candidato c’è molta attenzione a nuovi criteri ecologici nella costruzione. Come propone anche Hamon, è a favore di un diritto all’abitazione, di una garanzia di non rimanere senza un tetto e di un accesso facilitato all’alloggio per chi si trovi in condizioni di bisogno.

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