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L’elezione di Moon Jae-in avvicina le due Coree

Moon Jae-in

Korean Culture and Information Service (Jeon Han) - wikimedia commons - CC-BY-SA 2.0

Moon Jae-in è stato eletto presidente della Repubblica di Corea. Con 13.423.800 voti ha convinto il 41.08% degli elettori. Dopo nove anni di governo conservatore i liberali tornano al potere e questo è un dato molto importante. L’approccio completamente diverso tra liberali e conservatori si nota soprattutto quando si parla di Corea del Nord. Qualche tempo fa, infatti, Moon Jae-in affermò che se fosse stato eletto la prima visita ufficiale all’estero sarebbe stata proprio a Pyongyang. Ieri è stato eletto e i rapporti con la Corea del Nord possono iniziare a prendere una strada completamente diversa dalla chiusura imposta dagli ultimi due leader coreani, Lee Myung-bak e Park Geun-hye.

La crisi internazionale che vede coinvolti Stati Uniti d’America, Corea del Nord ma anche la Cina deve necessariamente fare i conti con questa elezione perché la Corea del Sud può essere l’ago della bilancia. Negli ultimi mesi abbiamo assistito a delle azioni aggressive da parte degli USA nei confronti della Corea del Nord, ma la Repubblica di Corea ha decisamente giocato un ruolo importante in queste azioni. L’assenza di governo dopo l’impeachment della Park Geun-hye e quindi la successiva destabilizzazione politica interna della Corea hanno lasciato carta bianca a un alleato invadente e, spesso, arrogante.

Le elezioni di ieri hanno già riportato un’apparente stabilità. Le congratulazioni di Donald Trump sono state incentrate sulla necessità di rafforzare l’alleanza che lega i due paesi da quasi settanta anni. Ma Trump non è stato l’unico leader a congratularsi con il neo eletto presidente. Xi Jinping, Presidente della Cina e del Partito Comunista Cinese, ha espresso le proprie congratulazioni a Moon, affermando che le relazioni tra i due Paesi sono sempre cresciuti dal 1992 (anno in cui sono state stabilite le relazioni diplomatiche tra Cina e Corea del Sud). Queste relazioni devono essere rafforzate e ha espresso la necessità di evitare l’installazione del THAAD. Xi Jinping quindi ha dato già un indirizzo ben preciso a Moon che non si discosta di molto dal programma del liberale.

E poi c’è un terzo attore che non ha espresso le proprie congratulazioni, per evidenti motivi, ma ha fatto capire la propria posizione: la Corea del Nord. Durante la giornata di ieri infatti è apparsa una nota su Rodong Sinmun, il maggiore quotidiano della Corea del Nord, che invitava i cittadini della Corea del Sud a non votare per il candidato conservatore Hong Joon-pyo considerato un burattino dei conservatori e quindi un nemico dei rapporti inter-coreani. Nel comunicato sulle elezioni dei loro vicini oltre il 38 parallelo non c’era nessuna nota nei confronti di Moon Jae-in e questo potrebbe farci pensare alla possibilità di una porta aperta da parte di Pyongyang verso Seoul con questo nuovo presidente.

Sicuramente non sarà facile riuscire a coordinare gli USA e la Corea del Nord insieme con la Cina ma Moon Jae-in può essere, e deve essere, l’ago della bilancia per un nuovo capitolo delle relazioni inter-coreane. Il nuovo engagement che Moon proporrà sarà sicuramente molto diverso dalle politiche degli ultimi nove anni. Quello che rimane da scoprire è se porterà dei frutti verso la pace nella penisola.

 

 

Fonti e Approfondimenti:

https://www.ft.com/content/45092418-345d-11e7-bce4-9023f8c0fd2e

http://www.koreatimes.co.kr/www/nation/2017/05/103_228999.html

http://www.koreatimes.co.kr/www/nation/2017/05/356_229065.html

http://www.koreatimes.co.kr/www/nation/2017/05/356_229066.html

http://www.koreatimes.co.kr/www/nation/2017/05/356_229064.html

 

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