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Presidenziali Colombia: la partita si giocherà sull’accordo con le FARC

Presidenziali colombiane

Carlos Castro Ruge - Flickr - Attribution-ShareAlike 2.0 Generic (CC BY-SA 2.0)

Dopo l’appuntamento elettorale dello scorso 11 marzo, nel quale sono stati eletti i rappresentanti di entrambe le camere del parlamento della Colombia, e nel quale il Centro Democrático ha ottenuto una maggioranza relativa, i cittadini sono nuovamente chiamati alle urne. Trattandosi di una repubblica presidenziale, infatti, domenica 27 maggio circa 36 milioni di colombiani dovranno eleggere direttamente le persone che ritengono più adatte a rivestire i ruoli di presidente e vicepresidente della nazione per i prossimi quattro anni, mentre i circa seicentomila cittadini residenti all’estero hanno già iniziato a farlo dallo scorso luendì 21 maggio. Molto probabilmente, però, solo una piccola parte di loro sceglierà di recarsi a votare: l’astensionismo, in Colombia, è spesso il vero protagonista e le elezioni di marzo non hanno fatto che confermare il dato (l’affluenza è stata del 48,85%, addirittura il 4,7% in più dell’ultima tornata). Oltretutto le urne saranno aperte solo per la giornata di domenica, dalle otto della mattina fino alle 16 ora locale. Il Presidente uscente è Juan Manuel Santos del Partido Social de Unidad Nacional, formazione di destra, in carica per dal 2010 al 2014 e dal 2014 al 2018. Santos non potrà più candidarsi in quanto ha già svolto entrambi i mandati previsti dalla legge elettorale; questa era stata modificata proprio dall’ex Presidente per permettere la sua rielezione, ma nel 2015 è stata bocciata da una sentenza della Corte Costituzionale colombiana e si è tornati, così, a un regime di mandato singolo senza possibilità di un secondo.

REGOLAMENTO

Come abbiamo detto, la Colombia è una Repubblica presidenziale: ciò significa che presidente e vicepresidente sono scelti per elezione diretta. Ma come funziona il procedimento? Innanzitutto sono previsti due turni, il secondo dei quali si svolge solamente nel caso in cui nessuno dei partecipanti abbia ottenuto il 50% più uno delle preferenze nel primo. In questo scenario le due forze che hanno ottenuto più voti si sfidano nuovamente in unico appuntamento, nel quale chi prende più voti viene eletto. Nel nostro caso la possibilità che si torni a votare il 17 giugno, data stabilita per il secondo turno, appare alta.

Peculiarità del sistema colombiano è quella che riguarda le schede bianche. Prima del 1979, infatti, queste venivano considerate alla stregua del voto nullo. Da questo momento in poi, però, la legislazione ha riconosciuto la validità del gesto definendo la scheda bianca come “una espressione politica di dissenso, astensione o non conformità che prevede effetti politici”. Nel tarjeton, la scheda elettorale, c’è un apposito spazio dedicato a questa scelta; ma l’importanza attribuita a questa forma di dissenso non si ferma qui. Se al primo turno, infatti, il numero totale delle schede bianche raggiunge il 50% più uno delle preferenze, allora le elezioni saranno considerate nulle e si dovranno svolgere nuovamente; inoltre, chi si era candidato, in questo caso non potrà presentarsi al nuovo appuntamento elettorale. Il regolamento appena descritto, ovviamente, non vale per il secondo turno. Come se ciò non bastasse, la legge 1475 del 2011 ha riconosciuto il diritto delle forze politiche di candidarsi per promuovere la scheda bianca. Fino a questa tornata elettorale, però, nessuno si era presentato con questo intento. Fino a questa, appunto, perché nel tarjetòn che si troveranno davanti i colombiani domenica, ci sarà anche il Partido de Reivindicación Étnica (PRE) fervente sostenitore di questa scelta. I voti che andranno al partito di Gustavo Adolfo Prado e Wilson Rentería si andranno a sommare al computo totale delle schede bianche; essi, inoltre, riceveranno il finanziamento pubblico come tutti gli altri nel caso dovessero riuscire a superare la soglia del 4%.

I CANDIDATI

Centrosinistra

Centrodestra

In attesa di domenica, sono già iniziate le denunce: Gustavo Petro ha palesato dubbi in merito al funzionamento e alla sicurezza del software che si occuperà di conteggiare i voti, mentre Germán Vargas Lleras sostiene che Eln e Farc stiano facendo pressione per far andare a votare a sinistra.

Probabilmente il primo turno non ci darà un vincitore, ma sicuramente avremo molte certezze in più in vista del 17 giugno.

FONTI E APPROFONDIMENTI:

ELN e Colombia firmano la pace: gli ultimi guerrilleros si arrendono alla democrazia

Fai clic per accedere a votoenblanco.pdf

http://www.bbc.com/mundo/noticias-america-latina-44041837

http://www.eltiempo.com/elecciones-colombia-2018/presidenciales/que-esta-en-juego-en-las-elecciones-presidenciales-2018-222026

https://elpais.com/internacional/2018/05/24/colombia/1527113299_256002.html

http://www.vanguardia.com/politica/227036-gustavo-petro-el-candidato-de-izquierda-para-la-presidencia

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