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Europa27: un equilibrio per la Germania

Immagine generata con supporto AI © Lo Spiegone CC BY-NC

In linea con l’intero panorama europeo, le elezioni di maggio rappresenteranno anche per la Germania una sfida fondamentale per capire e stabilire gli equilibri del Paese, non solo in chiave comunitaria ma anche nazionale. Per prima cosa, è interessante ricordare che la Germania sarà lo Stato a eleggere il maggior numero di deputati al Parlamento europeo, per un totale di 96 sui 705 complessivi. Questi numeri lasciano intendere come, ancora una volta, Berlino rivestirà una posizione di vitale importanza per l’equilibrio che si verrà a instaurare all’indomani del 26 maggio.

Questo ruolo di rilievo deve essere inserito nel contesto politico che caratterizza i confini tedeschi. Ci siamo occupati nei mesi passati della complicata situazione interna, con riferimento alle ultime elezioni in alcuni Länder che hanno visto un notevole calo di consensi nei confronti dei partiti tradizionali e, in particolar modo, del partito che per 18 anni ha avuto come leader Angela Merkel, la CDU.

Questa stato di agitazione e cambio di direzione che ha contraddistinto la Germania degli ultimi mesi caratterizzerà inevitabilmente la composizione della rappresentanza tedesca nel Parlamento dell’Unione. Per saperne di più sulla compagine partitica della Germania e le rispettive appartenenze ai partiti europei, si rimanda a un recente articolo.

Lo scopo di questo approfondimento è, dunque, provare a spiegare come le elezioni europee serviranno alla Germania per comprendere il futuro della politica nazionale tedesca. Di fondamentale importanza è porre l’attenzione su due partiti – AfD Die Grünen – e su quale dei due uscirà maggiormente vincente, in quanto i risultati delle elezioni di maggio rappresenteranno un’indicazione da non sottovalutare per la direzione che la Germania potrà prendere in futuro.

Come anticipato, i partiti tradizionali sono in evidente calo; questo, però, non mette in dubbio che il partito tedesco ad avere il maggior numero di rappresentanti all’Europarlamento rimanga la CDU/CSU, che secondo le previsioni dovrebbe ottenere 29 seggi a fronte dei 34 della legislatura 2014-19.

La crisi ha colpito non solo la CDU e la sua sorella bavarese CSU, ma anche il partito di sinistra, SPD. La riduzione di consensi di quest’ultimo può essere in buona parte giustificata dalla nascita e diffusione di partiti di sinistra nuovi e con un sostegno più ampio; in prima linea, il partito dei Verdi, nei confronti del quale si nutrono grandi speranze sia sul piano europeo che in un’ottica esclusivamente nazionale. Accanto ai Die Grünen, un ruolo importante è giocato da un altro partito di sinistra, Die LinkeSi tratta di un partito di sinistra radicale, euroscettico e nostalgico, che potrebbe mettersi in contrasto con la spinta europeista dei Verdi.

In direzione diametralmente opposta, invece, ci si scontra con la minaccia dell’AfD (Alternative für Deutschland). Il partito tedesco di estrema destra, noto per il suo euroscetticismo, è appoggiato in larga parte dalla popolazione che vive nella parte orientale del Paese, dove il tema dell’integrazione tra Est e Ovest, nonostante siano passati esattamente 30 anni dalla caduta del muro di Berlino, è ancora molto sentito e bisognoso di essere discusso.

ALTERNATIVE FÜR DEUTSCHLAND (AFD)

La politica “europea” portata avanti da AfD può essere definita una forma di euroscetticismo moderato. Nel manifesto presentato a gennaio in previsione delle elezioni europee, non si fa affatto riferimento a una eventuale “De-xit”; anzi, il presidente del partito, Alexander Gauland, si è detto contrario all’eventualità che Germania lasci l’Europa – nonostante le sue sembianze non democratiche e corrotte – in quanto ciò comporterebbe conseguenze imprevedibili.

La proposta dei leader di AfD mira all’abolizione del Parlamento europeo, facendo leva sul fatto che quest’organo non si addice a una confederazione sovranazionale di Stati e, dunque, la decisione ultima deve risiedere nel Consiglio. L’immediata contraddizione che emerge da quanto dichiarato dai leader del partito è la critica nei confronti dell’assenza di democrazia nell’assetto europeo odierno da una parte, ma la volontà di eliminare il Parlamento europeo, unico organo direttamente eletto dai cittadini, dall’altra.

Il partito di estrema destra vanta una solida spinta antieuropeista alimentata dai partiti euroscettici degli altri Stati membri che concorreranno per i seggi in Parlamento. Questo nucleo rischia di rafforzare ulteriormente il partito sul piano nazionale. Infatti, un buon risultato alle elezioni europee potrebbe essere segno premonitore di un successo alle elezioni che nel 2019 si terranno nello stato di Brema, in Sassonia, in Turingia e nel Brandeburgo. E di conseguenza, un cambiamento molto più radicale della fine dell’era Merkel stessa.

DIE GRÜNEN

L’altra lente va puntata sul partito dei Verdi, che rappresenterà il motore trainante del partito dei Verdi Europeo.

Il partito ecologista europeo sarà con ogni probabilità determinante nel delineare le alleanze, qualora non sia eletto un partito di maggioranza. Il programma elettorale, presentato il 6 marzo a Bruxelles, verte sulla necessità di modificare il sistema attuale in vista di una nuova Europa, maggiormente unita e coesa. 

Nel Parlamento europeo siedono oggi 13 rappresentanti del partito tedesco dei Verdi che, secondo le previsioni, eleggerà 17 rappresentanti alle prossime elezioni. Questo aumento di seggi per la Germania non rispecchia le previsioni relative al numero totale di rappresentanti per i Verdi Europei. Secondo quanto previsto, infatti, i seggi attribuiti al partito saranno minori rispetto a quelli presenti oggi (51) per diverse ragioni. In primis, la riduzione complessiva dei seggi, da 751 a 705, dovuta alla redistribuzione causata dall’assenza del Regno Unito.

In secondo luogo, va considerato che i temi che maggiormente interessano alla popolazione, quali l’immigrazione, il terrorismo e le finanze pubbliche dei singoli Stati membri, non sono quelli su cui si concentra il programma elettorale dei Verdi. In stretto legame con questo secondo punto, va osservato che il voto dei Verdi si è visto indebolito nei paesi del “blocco orientale” dove si sono diffusi partiti fortemente incentrati sulle tematiche sopracitate. Da un altro punto di vista, si sono rafforzati i partiti ecologisti francese e olandese su cui i Verdi tedeschi dovranno fare forte affidamento.

In conclusione, se con le elezioni di maggio sembrerà delinearsi il futuro dell’Europa, esse serviranno alla Germania per iniziare a capire la direzione che potrà prendere l’era post-Merkel.

 

FONTI E APPROFONDIMENTI

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