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Lava Jato: il più grande caso di corruzione dell’America latina

Immagine generata con supporto AI © Lo Spiegone CC BY-NC

Lava Jato è un’operazione di polizia, una serie di processi ma, soprattutto, il più grande caso di corruzione mai registrato in tutto il continente sudamericano.  Che si chiami Lava Jato, o caso Odebrecht, la sostanza rimane la stessa.

La protagonista indiscussa dello scandalo è la holding Odebrecht S.A. – da cui il caso prende nome – mentre i complici sono tantissimi, sparsi per tutto il continente (e non solo). Dalle prime investigazioni iniziate nel luglio 2013, oggi conta centinaia di indagati, e altrettanti condannati, tra cui ex-presidenti, e una storia che ancora deve trovare una conclusione. In questo articolo, si cercherà di tracciarne un breve riassunto, soffermandosi sugli avvenimenti più importanti, così da permettere la conoscenza a livello immediato dell’argomento e approfondire in futuro le varie ramificazioni.

Con “Lava Jato” si è soliti denominare un insieme di processi e di investigazioni avvenute in Brasile, a partire dal luglio 2013, per contrastare un sistema di riciclaggio di denaro sotto la copertura di una catena di autolavaggi (da cui il nome, che significa letteralmente “autolavaggio”). Durante queste indagini, si è risaliti a un sistema di corruzione che coinvolge la ditta petrolifera brasiliana Petrobras, alcuni dirigenti statali e la holding Odebrecht, oltre ad altri agenti “minori”. Scoperto questo primo giro d’affari in Brasile, dagli Stati Uniti è giunta – 3 anni dopo – una condanna a carico della Odebrecht, la quale aveva realizzato un’opera a Miami e aveva degli uffici anche negli USA. Ascoltati i maggiori azionisti della società (tra cui lo stesso direttore), si è scoperto che Odebrecht ha agito nello stesso modo in almeno 12 Paesi, tra America latina e Africa, versando 788 milioni di dollari nelle tasche di personaggi di spicco della politica locale.

Lo scopo era quello di pilotare la scelta dell’azienda a cui affidare la realizzazione di determinate opere pubbliche, attraverso donazioni a determinati politici. La pubblicazione di questa dichiarazione ha scoperchiato il vaso di Pandora: Lava Jato, così, è passato dall’essere un problema di carattere nazionale a uno scandalo di dimensioni internazionali. I Paesi coinvolti in questo giro di corruzione, secondo quanto dichiarato dagli stessi dirigenti dell’azienda, sono: Colombia, Argentina, Brasile, Repubblica Dominicana, Perù, Ecuador, Guatemala, Messico, Panama, Venezuela, Angola e Mozambico.

Storia della Odebrecht

La storia della Odebrecht inizia nel 1944, quando Norberto Odebrecht fonda l’impresa di costruzioni a suo nome nella città di Salvador de Bahia, in Brasile. Già nel 1953, l’impresa compie il primo lavoro per la Petrobras e, alla fine degli anni ‘50, è già una ditta affermata. Negli anni ‘70, diventa un’azienda nazionale, ampliando il suo mercato a tutto il Paese. Nel 1979, inizia il processo di diversificazione e internazionalizzazione: viene fondata la Odebrecht Perfurações Ltda, con cui l’azienda inizia a investire nel settore petrolchimico, mentre vengono firmati i primi contratti in Perù e Cile. Due anni più tardi, viene fondata la Odebrecht S.A. – la holding che conosciamo oggi – e, per tutti gli anni ‘80, vengono compiuti lavori in Angola, Argentina, Ecuador e Portogallo.

Con gli anni ‘90, viene realizzato il primo progetto negli USA e aumenta la diversificazioni degli ambiti di lavoro della holding: dalle perforazioni offshore all’agroindustria, dalle realizzazioni immobiliari al settore energetico e della sostenibilità ambientale, fino al settore della difesa. Nel 2014, con i festeggiamenti per i 70 anni della compagnia, arrivano i primi problemi. Infatti, nel luglio 2013, erano già partiti i primi processi targati “Lava Jato”.

Storia del caso Lava Jato

La storia di Lava Jato inizia con un’altra indagine, avviata nel 2008, denominata “Castillo de Arena” (“Castello di Sabbia”). Riguardava il conglomerato di aziende brasiliane Camargo Corrêa, i cui interessi spaziano dal settore energetico a quello delle infrastrutture e della siderurgia. Fondata come ditta da Sebastião Camargo nel 1939, nel 2014 valeva quasi 10 miliardi di dollari, con operazioni in 22 Paesi nel mondo. Con le accuse di lavaggio di denaro e corruzione, il processo a carico di Camargo Corrêa termina in un’assoluzione totale. Nonostante ciò, l’importanza del caso “Castillo de Arena” è stata quella di portare alla luce dettagli e connessioni che hanno permesso ai giudici dei primi processi di Lava Jato di affinare, successivamente, la propria strategia per mettere alle strette i dirigenti della Camargo.

Le indagini di Lava Jato, infatti, iniziano nel luglio 2013. Le prime notizie rilevanti del caso si cominciano ad avere nel marzo 2014, quando vengono arrestati due uomini che costituiscono alcune delle fonti più importanti del caso: Alberto Youssef – esperto nello “sbiancamento” di denaro sporco e vecchio conoscente della Polizia Federale – e Paulo Roberto Costa – ex-direttore del settore rifornimenti della Petrobras. Nel 2015, si iniziano a fare in primi nomi di uomini politici coinvolti e viene arrestato Marcelo Odebrecht, CEO dell’omonima holding. Passa poco meno di un anno e, nel 2016, viene ratificata dalla Polizia e dagli indagati la rinomata delación del fin del mundo, un accordo che prevedeva che gli indagati avrebbero ricevuto uno sconto della pena in cambio di sostanziali aiuti nelle indagini.

Da Lava Jato al caso Odebrecht

Dopo pochi mesi, gli stessi indagati vengono chiamati negli USA. A dicembre 2016, il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti rende pubblici dei documenti in cui è scritto che i dirigenti della Odebrecht hanno rivelato di aver effettuato degli affari illeciti in ben 12 Stati, corrompendo funzionari statali per un totale di 788 milioni di dollari.

E’ l’inizio del “caso Odebrecht”: la giustizia brasiliana – insieme a quella statunitense e, successivamente, a quella peruviana – svela il più grande scandalo di corruzione di tutto il continente. In poco tempo, si comincia a indagare su presidenti, ministri e funzionari pubblici. Vengono arrestate persone colpevoli di aver ricevuto delle tangenti in cambio di aiuti per l’assegnazione di vari appalti pubblici. La giustizia dell’America latina si ritrova così ad affrontare uno dei problemi più devastanti per l’economia della regione: la corruzione. Per farsi un’idea del giro d’affari, la Northwestern University ha creato una mappa interattiva che offre un rapido resoconto dei numeri dietro a questo scandalo.

Il funzionamento della rete corrotta

La modalità usata dalla Odebrecht per corrompere i propri “clienti” è ricorrente. Nel caso dei politici, la holding ha quasi sempre preferito puntare sul finanziamento delle campagne elettorali con donazioni provenienti da società offshore. Nel caso dei funzionari pubblici, la scelta è ricaduta principalmente sul passaggio di denaro a familiari degli interessati, attraverso i quali poter usufruire delle tangenti per l’acquisto di immobili di lusso.

Non serve sottolineare che, come società multinazionale, la Odebrecht già possedeva, fin da prima dello scandalo, altre società offshore su cui riversare i propri guadagni per attenuare l’onere delle tasse richieste dal Brasile. Le stesse, però, vengono anche usate come luogo di passaggio di denaro da destinare a donazioni con il fine ultimo della corruzione. Il caso Lava Jato rappresenta l’emblema dello schema utilizzato in gran parte dell’America latina dalla Odebrecht. L’azienda petrolifera Petrobras era solita sollecitare le grandi opere richieste dal governo alle aziende costruttrici brasiliane, secondo la politica del “Compre Nacional” di Dilma Rousseff – quando questa era ministro dell’Energia in Brasile. Le aziende costruttrici, a loro volta, attraverso cospicue donazioni ai dirigenti della Petrobras, avevano creato un “cartello” in cui effettuare la scelta della ditta predisposta all’attuazione del progetto.

Il caso studiato dai giudici di Lava Jato è emblematico perché segue lo stesso schema della Odebrecht in giro per il mondo. Attraverso delle tangenti, la holding si assicurava una corsia preferenziale per l’assegnazione di opere finanziate con denaro pubblico. Si parla di metropolitane (come quella di Lima o di Bogotà) o di dighe e di autostrade (come nel caso della Colombia). Un caso a parte è quello del Messico, la cui classe politica è rimasta finora abbastanza indenne dal passaggio del “tornado”. Infatti, il più grande indagato è l’ex-presidente della società petrolifera messicana Pemex, il quale avrebbe stipulato un contratto per la vendita dell’etano alla Odebrecht a un prezzo pari al 40% di quello di mercato.

Lava Jato nel 2019

Negli ultimi tempi, si è sentito di nuovo parlare del caso Lava Jato. Il fatto che, a 6 anni dall’inizio delle indagini, continuino a emergere nuovi risvolti, non può che confermare l’idea che sia una storia che ha ancora molto da raccontare. L’ultima rivelazione proviene dalla versione locale di una redazione indipendente brasiliana, The Intercept Brasil, che ha affermato di aver ricevuto dei leak (da una fonte anonima) su dei dati provenienti dal cellulare di Sergio Moro, il più importante giudice dei processi di Lava Jato. Lo stesso giudice che, confermando l’arresto e la detenzione dell’ex-presidente brasiliano Lula, ha condizionato le successive elezioni e permesso la vittoria di Bolsonaro. Secondo The Intercept, nelle chat private del giudice, si farebbe chiaramente appello alla necessità di mantenere Lula lontano dalla possibilità di essere candidabile, in quanto la sua enorme popolarità lo avrebbe portato sicuramente ad essere rieletto. Secondo l’opinione del giornale, le reiterate indicazioni espresse nei messaggi indicherebbero una parzialità politica dei giudici, i quali dovrebbero invece agire rispettando un criterio di imparzialità.

Nonostante l’apparente crudezza e sfacciataggine di alcune dichiarazioni, nessuno degli interessati – tra cui lo stesso Moro – ne ha mai negato la veridicità. Da questo dato di fatto è però difficile poter affermare con certezza l’implicazione politica dell’apparato giuridico brasiliano. L’unico dato certo è che questa indagine è stata essenziale per l’elezione di Bolsonaro come presidente della Repubblica del Brasile. Sfruttando anche l’importanza mediatica del rinomato giudice Moro, il neo-eletto presidente ha deciso di ampliare i poteri del ministero della Giustizia affidandolo allo stesso Moro, affinché potesse sorvegliare l’intero apparato politico brasiliano, secondo i metodi utilizzati per Lava Jato.

Fonti e approfondimenti

 

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